In relazione all`esame presso la Camera dei Deputati del disegno di legge recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”” (DDL 2180/C), all`attenzione delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, l`Ance ha evidenziato le proprie osservazioni e proposte sui contenuti della norma in materia di procedure di gara per l`affidamento di appalti pubblici che introduce, a modifica dell`art. 38 del D.Lgs 163/2006, una ulteriore causa di esclusione dalla partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica per le imprese.
Nello specifico, la disposizione prevede l`esclusione dell`impresa dalla partecipazione alle gare per un periodo di tre anni, nel caso in cui la stessa, pur essendo stata vittima di un reato di concussione ed estorsione, non abbia denunciato il fatto all`autorità giudiziaria. Tale circostanza deve emergere dagli indizi a base della richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti dell`imputato nei tre anni antecedenti alla pubblicazione del bando.
Al riguardo l`Ance, pur condividendo pienamente la finalità del contrasto alla criminalità organizzata e alle forme di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti pubblici, ha rilevato l`inadeguatezza del meccanismo prescelto.
Si tratta, infatti, di porre un vero e proprio obbligo di denuncia a carico dell`imprenditore, vittima del reato, la cui omissione è sanzionata in maniera talmente pesante, da incidere in modo determinante sull`operatività economica dell`azienda nonchè sulla sua stessa esistenza, in evidente contrasto con i principi fondamentali dell`ordinamento giuridico di adeguatezza e proporzionalità della sanzione.
L`Associazione ha sottolineato, altresì, che la sanzione troverebbe applicazione sulla base di elementi risultanti dalla mera richiesta di rinvio a giudizio dell`imputato e quindi non sufficientemente accertati in relazione sia alla mancata denuncia da parte dell`imprenditore sia alla commissione del reato da parte dell`imputato.
L`Ance ha, quindi, evidenziato l`opportunità di ripensare la norma in questione per le sue conseguenze estremamente penalizzanti verso il mondo imprenditoriale e di individuare altri strumenti di lotta alla criminalità organizzata con riferimento alle sue ripercussioni nell`ambito del settore delle opere pubbliche.
L`Associazione ha, inoltre, confermato la propria disponibilità ad un confronto costruttivo, anche al fine di individuare soluzioni normative per la sicurezza del territorio che incidano, non solo sulla repressione, ma soprattutto sulla prevenzione del fenomeno mafioso.
Quanto evidenziato, anche in considerazione della delicatezza della materia di cui trattasi, sarà oggetto di riflessione nel corso dell`iter formativo del provvedimento.