Recuperare la competitività perduta, aumentare la produttività del nostro tessuto produttivo vuole dire puntare decisamente su un rilancio delle infrastrutture. Superare questa situazione, in molti casi critica, significa effettuare delle scelte ben precise, con finanziamenti adeguati alle necessità del Paese.
Nel 2008 la spesa pubblica complessiva (corrente e in conto capitale) si attesta in Italia al 49,3% del Pil. Un dato che pone l`Italia ai primi posti rispetto ai quindici paesi dell`area dell`euro, inferiore solo alla Francia (52,7%) e al Belgio (49,9%).
Ma se si considera solo la parte di spesa pubblica destinata ad investimenti fissi lordi, che riguarda principalmente le infrastrutture ma anche altre tipologie di investimenti (ad esempio macchinari, mezzi di trasporto, ecc.) l`Italia si colloca agli ultimi posti tra i quindici dell`area Euro.
L`incidenza di questa tipologia di spesa rispetto al Pil, in Italia, risulta pari al 2,2%, una quota inferiore alla media europea (2,5%) e nettamente più bassa di quella di Francia (3,2%), Spagna (3,8%), Irlanda (5,4%), Slovenia (4,2%) e Paesi Bassi (3,3%).
Il modesto impegno nel settore delle opere pubbliche è ben visibile anche nell`andamento degli investimenti negli ultimi venti anni.
Tra il 1990 e il 1996 gli investimenti in opere pubbliche sono diminuiti del 32% in termini reali.
Negli anni compresi tra il 1997 ed il 2004 gli impieghi in tale comparto sono aumentati complessivamente del 25,4%, con un tasso medio annuo del 2,9%.
Dal 2005 gli investimenti in opere pubbliche mostrano un trend negativo che è tuttora in atto (-2,9% nel 2005, -3,0% nel 2006, -2,9% nel 2007 e -5,1% nel 2008).
Nel 2009, secondo le stime dell`Ance, gli investimenti in costruzioni non residenziali pubbliche registreranno una ulteriore e più significativa flessione del 7,3% in quantità.
In allegato è disponibile il capitolo estratto dal Secondo rapporto sulle infrastrutture in Italia