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Colpo d'acceleratore alle grandi opere, regole e incentivi al pf, liberalizzazioni e maggiore attenzione ai piccoli interventi. Sono le 4 priorità su cui il neoministro per lo Sviluppo Passera dovrà puntare per far ripartire la macchina delle opere pubbliche nel Paese

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Infrastrutture: i nodi da sciogliere per la ripresa

17 Novembre 2011
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[Il Sole 24 Ore – 17/11/2011 – di Giorgio Santilli]

Quattro priorità per far ripartire le infrastrutture
Rilancio delle grandi opere strategiche, regole e incentivi per favorire lo sviluppo del project financing anche in Italia, liberalizzazione delle gestioni e dei servizi (a partire dalle ferrovie), equilibrio tra, grandi e piccoli interventi per irrobustire il tessuto infrastrutturale delle città e del territorio: sono le quattro priorità che Corrado Passera dovrà affrontare immediatamente per far ripartire la macchina delle infrastrutture e darle continuità.
Di tutte e quattro le questioni, il neoministro per lo Sviluppo e le Infrastrutture maneggia con perizia i fondamentali e spesso ha anzi operato concretamente per far fare all`Italia significativi avanzamenti. Basti ricordare che la Banca infrastrutture innovazione e sviluppo (Biis), che ha fortemente voluto come amministratore delegato di Banca Intesa, è una struttura di frontiera sulla partecipazione dei privati al project financing e gioca un ruolo-chiave nel finanziamento di grandi opere come Brebemi, Pedemontana lombarda, Tem e Serenissima. Per non parlare della liberalizzazione ferroviaria, dove Banca Intesa ha giocato un ruolo fondamentale di azionista e finanziatore nella nascita della Nuovi treni veloci (Ntv) di Luca di Montezemolo e Diego Della Valle. Dai costruttori dell`Ance ai concessionari autostradali dell`Aiscat, l`intero settore delle opere pubbliche ha accolto con favore l`arrivo di Passera.
Valutazione positiva anche per l`accorpamento del ministero delle Infrastrutture con quello dello Sviluppo economico: il peso politico del neoministro farà dimenticare rapidamente certe debolezze del passato, soprattutto quando si tratterà di ripartire le risorse pubbliche disponibili per gli investimenti e la crescita. Anche perchè non c`è Giulio Tremonti a Via XX Settembre a frenare e anzi non c`è neanche un ministro dell`Economia che abbia un interesse specifico diverso da quello dell`intero governo. Mario Monti non avrà certo interesse a frenare gli investimenti per la crescita che anzi è una delle priorità dichiarate del neopresidente del Consiglio. Un banco di prova del Governo sarà proprio quello della spesa pubblica in conto capitale, che le manovre di Berlusconi e Tremonti riducono, in rapporto al Pil, dal 2,1% del 2010 all`1,9% nel 2011, all`1,5% nel 2012, all`1,4% nel 2013 e nel 2014.
Fin dalle prime manovre sui conti pubblici sarà possibile capire se la tendenza è destinata `a essere invertita, magari nel medio periodo, o se invece la priorità sarà incentivare il project financing, varando quel decreto legge che il governo Berlusconi non è riuscito a varare. Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, non ha dubbi: bisogna creare condizioni stabili e favorevoli agli investimentìprivati. «Siamo nell`occhio del ciclone della crisi – ha detto ieri – ma la strada della ripresa sarà molto lunga e non possiamo pensare di contare su risorse pubbliche ai livelli pre 2010».
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