[Il Sole 24 Ore – 04/11/2011 – di G. Sa.]
Piano Sud, sì delle Regioni
Fitto: cofinanziamento ridotto ok, ma le risorse restino al Mezzogiorno
«Le rimodulazioni dei programmi potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risultanti risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della territorialità». è il passaggio-chiave del protocollo d`intesa che ieri il ministro per le Regioni, Raffaele Fitto, ha firmato con i sette Governatori del Sud.
Sul tavolo ci sono 8 miliardi che si libereranno quando lunedì prossimo Fitto chiuderà il cerchio della riduzione del cofinanziamento nazionale dal 50 al 25% sottoscrivendo l`intesa con il commissario Ue alle Politiche regionali, Johannes Hahn.
Il ministro e i Governatori hanno messo ieri il loro robusto paletto: è evidente che l`uno e gli altri non si fidano affatto di Giulio Tremonti e degli altri uomini di Governo che hanno forse pensato di utilizzare parte di quegli otto miliardi per finanziare le misure per lo sviluppo.
Tremonti, in realtà, non ha mai detto di mirare a quelle risorse, neanche quando a sorpresa dieci giorni fa ha annunciato il piano della riduzione del cofinanziamento al presidente della Commissione Ue Barroso.
Dopo le vicende del Fas, utilizzato per obiettivi diversi dagli investimenti nel Sud, nessuno tra i Governatori si fida più e il paletto messo ieri lo conferma.
Non a caso, nel maxiemendamento alla Legge di stabilità (gestito in Parlamento da Tremonti) Fitto non ha voluto mettere una norma che suggellasse la rimodulazione delle risorse: in questo modo quegli 8 miliardi non sono e non saranno disponibili per nessuno.
Che cosa andrà nel maxiemendamento alla Legge di stabilità delle misure proposte per il rilancio delle infrastrutture non è ancora chiaro. Ieri frenetiche consultazioni fra i tecnici dei ministeri. Nessuno si aspetta più quel provvedimento ambizioso di riforma che si stava mettendo in cantiere un mese fa per favorire l`ingresso di capitali privati nelle infrastrutture.
Dei 35 articoli presenti nella bozza di qualche settimana fa e dei 26 articoli sopravvissuti mercoledì sera all`entrata in Consiglio dei ministri ne potrebbero restare una decina.
Ieri l`attenzione si è concentrata su due nuovi ingressi. La prima è una norma che inasprisce le pene, prevedendo l`arresto da tre mesi a un anno o l`ammenda da 51 a 309 euro, per chi viola la zona rossa del cantieri della Tav Torino-Lione.
La seconda novità del testo su cui ieri i ministeri di Infrastrutture ed Economia hanno fatto la trattativa sulle norme da inserire nel maxiemendamento è una norma che adegua il compenso dei commissari straordinari per le grandi opere che sono anche dipendenti della pubblica amministrazione: potranno optare ora fra il compenso di commissario e il proprio stipendio di dipendente pubblico, anche se saranno in aspettativa dall`incarico. è saltata invece, per il momento, la norma sul frazionamento dei maxilotti per dare spazio alle medie imprese negli appalti relativi alle grandi opere.