Il Ministero del Lavoro torna sul tema del computo del periodo massimo di contratti a termine tra un lavoratore e un medesimo datore di lavoro, specificando che nei 36 mesi rientrano anche i periodi di somministrazione ma che, comunque, la somministrazione non è soggetta a tale limite temporale
Contratto di lavoro a termine – Computo del periodo massimo di trentasei mesi
Con riferimento al computo del periodo massimo di trentasei mesi (ex art. 5, co. 4bis del D.Lgs. n. 368/2001) di occupazione di un lavoratore presso il medesimo datore di lavoro con contratto a tempo determinato, il Ministero del Lavoro, con l’allegata nota n. 32/2012 di risposta ad interpello formulato da Assolavoro, ha precisato che nel limite dei trentasei mesi vanno computati anche i periodi di somministrazione a tempo determinato.
Rimanendo fermo, comunque, che il periodo massimo di 36 mesi si riferisce esclusivamente ai contratti a tempo determinato.
Da ciò ne deriva che, trascorsi i trentasei mesi, si potrà comunque ricorrere alla somministrazione, non essendo quest’ultima soggetta al vincolo di cui sopra.
Il Ministero del Lavoro sottolinea come tale orientamento trovi fondamento anche nella disciplina comunitaria.
