E’ all’attenzione della Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, esaminata congiuntamente ai disegni di legge europea e di delegazione europea, come già la Relazione programmatica per l’anno 2013 (si veda, al riguardo, notizia del 18 giugno 2013), la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, per l’anno 2012, trasmessa dal Governo al Parlamento in applicazione all’art. 13, comma 2 della L. 234/2012, sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea (Doc.
LXXXVII n.1 Relatrice la Sen. Valeria Cardinali del Gruppo parlamentare PD).
La Relazione si compone di quattro parti: la prima sugli sviluppi del processo di integrazione europea; la seconda sulla partecipazione dell’Italia alla realizzazione delle principali politiche settoriali; la terza sulla partecipazione al processo normativo dell’unione europea; la quarta relativa alle politiche di coesione economica e sociale e flussi finanziari dall’UE all’Italia.
In appendice sono riportati, altresì, una serie di Allegati contenenti informazioni di dettaglio su:
– elenco dei Consigli europei;
– elenco dei Consigli dell’unione europea;
– elenco dei principali atti legislativi dell’UE in corso di elaborazione e non adottati;
– ricorsi presentati dal Governo italiano 2013;
– attività CIACE;
– direttive attuate con decreto legislativo;
– direttive attuate con atto amministrativo;
– decreti legislativi recanti modifiche e integrazioni di DLgs attuativi di direttive europee;
– recepimento delle direttive europee da parte delle regioni.
In merito, in particolare, alla partecipazione dell’Italia alla realizzazione delle principali politiche settoriali, viene, tra l’altro, evidenziata, riguardo alla libera circolazione dei lavoratori la prosecuzione dell’iter di modifica della direttiva in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali.
In materia di misure per le imprese viene ricordato l’esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio della proposta di regolamento che istituisce il programma per la competitività delle imprese piccole e le medie (COSME) (2014-2020).
E’, inoltre, evidenziato il pacchetto normativo sulla riforma della normativa sugli appalti pubblici– che rappresenta una delle dodici azioni prioritarie previste dall’Atto per il mercato unico – la cui adozione inizialmente prevista per la fine del 2012, è stata posticipata al 2013.
Relativamente alle politiche ambientali viene menzionata la definizione del 7° programma di azione ambientale, di cui il Governo ha seguito nello scorso anno i lavori, basato su 3 pilastri: visione al 2050 e definizione di obiettivi al 2020; migliore attuazione, monitoraggio e rafforzamento della politica e della legislazione ambientale; transizione verso un’economia verde. Viene evidenziato, altresì, che nelle conclusioni sulla “Tabella di marcia per il passaggio a un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse ” il Consiglio ha riaffermato, in linea con la posizione italiana, la necessità di proseguire le politiche ambientali attraverso un approccio integrato che ricomprenda aspetti ambientali, sociali e economici ed è stata riconosciuta la necessità di definire ulteriormente gli obiettivi individuati, che quindi rimangono esclusivamente indicativi e di indirizzo per azioni future.
In materia di energia, viene confermata la priorità del completamento del mercato unico, ricordando che, a tal fine, la Commissione ha presentato, alla fine del 2012, una Comunicazione nella quale, tra l’altro, si sottolinea come questo processo debba avvenire tenendo conto delle specificità delle nuove forme di generazione, per poter consentire il progressivo raggiungimento della parità di trattamento, sotto il profilo della regolazione, delle fonti rinnovabili e di quelle tradizionali. Altri dibattiti rilevanti in quest’ambito hanno riguardato, altresì, l’efficienza energetica, la Strategia Europa 2020, le infrastrutture energetiche transeuropee, le energie rinnovabili (a seguito della Comunicazione presentata dalla Commissione il 6 giugno 2012, è stata avviata una riflessione sugli obiettivi di più lungo periodo per la definizione delle politiche post-2020).
In ambito fiscale, viene sottolineato, in merito al dibattito sul Libro bianco “Verso un sistema dell’IVA più semplice, solido e efficiente adattato al mercato Unico“, l’apprezzamento espresso dall’Italia per il programma di azione delineato nel Libro bianco, incentrato su semplificazione, miglioramento dell’efficienza tributaria e recupero del gettito.
Riguardo alla partecipazione al processo normativo, viene, in particolare, rilevata la diminuzione delle procedure d’infrazione, sia con riguardo alla risoluzione del numero complessivo sia relativamente all’apertura di nuovi casi. In particolare, ad inizio 2012, risultavano ufficialmente pendenti nei confronti dell’Italia 136 procedure, che a dicembre 2012 sono scese a 99.
In relazione, infine, alle politiche di coesione economica e sociale e flussi finanziari dall’UE all’Italia viene sottolineato che l’azione di revisione della programmazione, avviata dal Governo a fine 2011 con l’adozione del Piano di Azione Coesione, è proseguita ed è stata rafforzata nel maggio 2012 e nel dicembre 2012 con il varo della seconda e terza programmazione.
Con la prima fase del Piano d’azione sono stati riprogrammati circa 3,5 miliardi dei Fondi strutturali gestiti dalle regioni su quattro priorità, individuate nell’istruzione (e formazione), occupazione, infrastrutture ferroviarie e agenda digitale, la cui attuazione è in pieno avanzamento.
La seconda riprogrammazione (2,9 miliardi di euro) “è stata invece orientata dalla necessità di intervenire sia su obiettivi di inclusione sociale sia di crescita e competitività, con una particolare attenzione all’aggravarsi della condizione giovanile”. Con la terza ed ultima programmazione varata a dicembre 2012 “sono stati mobilitati 5,7 miliardi di euro, finalizzati a misure di contenimento degli effetti del ciclo economico negativo sulle imprese, sul lavoro e sulle persone, garantendo al tempo stesso la salvaguardia degli interventi significativi già presenti nei programmi operativi ed introducendo nuove azioni regionali”.