In relazione all`iter del disegno di legge recante “Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo” (DDL 1880/S e abb.) all`esame, in prima lettura, dell’Aula del Senato, l`Associazione ha evidenziato, nelle competenti sedi parlamentari, le proprie osservazioni sulla norma del testo che, nell’ambito della disciplina dei contratti conclusi dalla RAI, esclude tutti i contratti, aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, agli obblighi procedurali previsti per tale tipologia di contratti dal Dlgs 163/2006 (Codice Appalti).
Al riguardo, è stato sottolineato che, ai sensi dell’art. 22 del sopracitato Dlgs 163/2006, i soli contratti esclusi dall’applicazione del Codice Appalti nel settore delle telecomunicazioni sono quelli principalmente finalizzati a permettere alle amministrazioni aggiudicatrici la messa a disposizione o la gestione di reti pubbliche di telecomunicazioni o la prestazione al pubblico di uno o più servizi di telecomunicazioni.
Fatta eccezione, quindi, per gli interventi descritti da tale previsione, tutti gli altri contratti aventi ad oggetto lavori, servizi o forniture banditi dalla Rai devono essere sottoposti alla ordinaria disciplina in materia di procedure ad evidenza pubblica, prevista dal Codice dei contratti al fine di garantire, fra l’altro, la massima concorrenza nell’interesse del mercato.
Pertanto, è stata rilevata la necessità di un ripensamento della disposizione del testo in commento.
La proposta dell`ANCE è stata sostanzialmente condivisa e sarà oggetto di valutazione nel corso dell`iter formativo del provvedimento.