Si è svolta il 6 luglio scorso l’audizione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato, in cui ha illustrato le linee programmatiche del proprio Dicastero. Al riguardo, tra i passaggi più salienti dell’intervento, si evidenziano, in particolare, i seguenti:
– il Ministro ha individuato sei sfide principali: proseguire e rendere più ambiziosa la lotta ai cambiamenti climatici, attraverso la leva di uno sviluppo diverso, basato su una riduzione – fino alla eliminazione – dei fattori inquinanti, specialmente nel settore della mobilità; salvaguardare la natura, contrastare la perdita di biodiversità, valorizzare l’acqua come bene comune; impedire il consumo del suolo e prevenire il rischio idrogeologico; assicurare la sicurezza del territorio attraverso la prevenzione e il contrasto dei danni ambientali e la lotta alle tante terre dei fuochi presenti in Italia; governare la transizione verso l’economia circolare e rifiuti zero; diminuire, fino ad azzerarle, le infrazioni inflitte all’Italia dall’Unione europea;
– nel primo obiettivo – lotta ai cambiamenti climatici -rientrano, tra l’altro: attuare norme di sburocratizzazione ambientale; coinvolgere le pubbliche amministrazioni a tutti i livelli nella promozione del cambiamento “verde” e diventare un riferimento per l’ adozione di buone pratiche, migliori tecniche e standard; favorire l’utilizzo di fondi rotativi per il supporto delle politiche pubbliche e degli investimenti; implementare misure per incentivare l’efficientamento energetico degli edifici. A tale riguardo, ha evidenziato che: “gli immobili capaci di autoprodurre energia rappresentano la sfida del futuro e in questo senso deve essere orientata anche l’edilizia residenziale pubblica; rendere operativo il Fondo nazionale per l’efficienza energetica; adottare e sostenere presso tutte le sedi, anche internazionali, obiettivi più ambiziosi e vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi: entro il 2030 taglio delle emissioni del 40 per cento in UE”;
– è necessario rafforzare il lavoro sulle valutazioni e autorizzazioni ambientali e, in particolare, concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini dei comprensori ad alto rischio; proteggere i livelli occupazionali e promuovere lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica che preveda le necessarie bonifiche, lo sviluppo della green economy e delle energie rinnovabili e dell’economia circolare; operare una revisione complessiva delle opere infrastrutturali di interesse nazionale in prospettiva di sostenibilità ambientale; individuare esperti tecnici per la gestione delle valutazioni e delle autorizzazioni ambientali; implementare strumenti per la trasparenza e la partecipazione dei cittadini alle procedure di valutazione ambientale;
– in relazione al terzo obiettivo, quello del contrasto allo spreco del suolo e al dissesto idrogeologico, il Ministro ha annunciato l’intenzione del Governo di avviare una serie di interventi diffusi in chiave preventiva di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo, anche come volano di spesa virtuosa e di creazione di lavoro nelle aree a forte rischio, oltre che azioni per responsabilizzare il cittadino sui rischi connessi alla tutela del territorio. “Al riguardo va sottolineato che per iniziativa di parlamentari di diverso colore politico è ripresa la discussione, interrottasi con la fine della scorsa legislatura, di un provvedimento che insista su tale tematica. Il Governo ritiene che il contrasto del consumo del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico potranno essere realizzati attraverso diverse azioni, fra cui in primo luogo quelle volte a introdurre nell’ordinamento una serie di regole certe e durature finalizzate a prevenire il consumo e lo spreco del suolo fermando in particolare il consumo di suolo attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana, promuovendo azioni di sostegno alle iniziative per rilanciare il patrimonio edilizio esistente, favorendo il retrofit degli edifici e introducendo il bilancio ecologico comunale”;
– occorre dare nuovo impulso alle misure di contrasto del dissesto idrogeologico attraverso azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, in particolare, riportando in capo al Ministero dell’ambiente la diretta competenza, in particolare: “sbloccando i fondi rotativi per la tutela idrologica del territorio e garantendo il necessario supporto nella progettazione degli interventi prioritari per la mitigazione del rischio tramite accordi di programma attuati dai Presidenti di regione in qualità di Commissari di Governo; ammodernando l’infrastruttura hardware e software del Geoportale Nazionale per la prevenzione dei rischi, da inserire nel più ampio sistema europeo presso la Presidenza del Consiglio; prestando particolare attenzione allo stato di salute dei boschi come strumenti di prevenzione dei rischi idrologici, anche di concerto con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) (vedi TUF); attivando processi di tutela sperimentale dei corsi d’acqua e dei fiumi; coordinando l’attività delle Autorità Distrettuali nella valutazione preliminare del rischio di alluvioni e nell’individuazione delle aree a potenziale rischio significativo per garantire elaborati omogenei a livello nazionale, nonché l’aggiornamento delle mappe di pericolosità e rischio di alluvioni entro dicembre 2019”;
– è prioritario, altresì, favorire l’economia circolare – quale sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, diventa rifiuto, e poi, a valle di un procedimento di recupero, cessa di essere tale per essere riutilizzato quale materia seconda per la produzione di un nuovo bene – attraverso la progettazione di beni e fiscalità premianti per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, il ricorso alla raccolta domiciliare, azioni contro lo spreco alimentare, realizzazione di centri di riparazione e riuso dei beni utilizzati e l’introduzione della banca dell’Usato; rivedere il ciclo dei rifiuti e il Programma Nazionale di prevenzione dei rifiuti, anche nel senso della circolarità economica, prevedendo incentivazioni alla filiera corta di gestione, con il recupero di materia del compost per ridurre i fertilizzanti chimici e l’irrigazione, una forte riduzione del rifiuto prodotto, con una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi, l’introduzione di norme per ridurre drasticamente l’utilizzo della plastica monouso, anche per legge, soprattutto presso le pubbliche amministrazioni; la riduzione del sistema degli imballaggi alla fonte con aiuti al produttore e al consumatore (IVA e crediti di imposta); la revisione delle norme sulla tracciabilità dei rifiuti speciali, ad esempio per gli pneumatici; l’aggiornamento delle linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi e rafforzamento attività di vigilanza e monitoraggio sulla gestione dei rifiuti su base regionale, con coinvolgimento diretto delle prefetture; l’interscambio informativo tra ISPRA e il Sistema Nazionale a rete per la protezione dell’ambiente con il Sistema delle Polizie ambientali nazionali, la definizione di un modello di governance complessiva sulla gestione dei dati della tracciabilità dei rifiuti a livello nazionale in accordo con tutti gli attori coinvolti, anche in vista della realizzazione di una banca dati per la gestione, elaborazione e fruibilità delle informazioni contenute nei documenti digitali indicati, funzionale all’adozione di politiche di sviluppo; il potenziamento dei controlli sulle importazioni ed esportazioni di rifiuti anche attraverso la revisione del Piano nazionale delle ispezioni: riformare la normativa sull’amianto con la creazione di una cabina di regia unica presso il Ministero dell’ambiente; l’implementazione delle attività di rilevazione e bonifica; la previsione di specifiche agevolazioni per le attività di bonifica e individuazione dei siti di trattamento in accordo con le Regioni; il rafforzamento delle azioni a supporto di soggetti pubblici e privati per incentivare gli interventi di Bonifica Amianto – Fondo Progettazione e credito d’ imposta; l’avvio di “INFO AMIANTO”, sistema web-based per la gestione dei procedimenti amministrativi relativi ad aree contaminate da amianto, l’avvio di “ASBESTO 2.0 (Amianto in superficie e bonifica degli edifici scolastici mediante uso di tecnologie di telerilevamento ottico);
– sesto obiettivo riguarda la riduzione, fino all’azzeramento, delle infrazioni inflitte all’Italia dall’Unione europea: l’obiettivo è quello di proseguire e migliorare il percorso virtuoso di contrazione delle procedure di infrazione a carico dell’Italia, passate complessivamente dalle 117 del 2014 alle 59 di oggi. Tredici di queste, ovvero circa il 22 per cento, sono di natura ambientale, afferenti in particolare alle tematiche dell’inquinamento dell’aria, dei rifiuti e del trattamento delle acque reflue urbane.
Nelle battute finali, il Ministro ha sottolineato, infine, l’auspicio del Governo che le priorità individuate come linee programmatiche in materia ambientale possano diventare oggetto di un dialogo proficuo e virtuoso con tutte le forze politiche, a prescindere dal colore politico.
A tale riguardo ha anticipato, in particolare, che il Governo seguirà con vivo e costante interesse le attività della Commissione, le cui priorità recentemente trovano riscontro anche nei temi sviluppati in precedenza. “Ad esempio, le proposte di legge già annunciate sul contenimento del consumo del suolo e del riuso del suolo edificato, come anche quella finalizzata a vietare la plastica monouso destinata alla ristorazione, o ancora quella relativa all’economica circolare o alle innovazioni in materia di auto-recupero del patrimonio immobiliare sono argomenti su cui potrà esserci un confronto produttivo e uno scambio reciproco di idee per approvare norme condivise e durature per il futuro”.