Nella seduta del 21 aprile u.s. il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha svolto, rispettivamente, nelle Aule della Camera dei Deputati e del Senato, un’informativa in merito alle iniziative del Governo per fronteggiare l’emergenza COVID-19.
Sul piano della risposta all’emergenza sanitaria il Presidente ha sintetizzato, in particolare, la strategia elaborata dal Governo, in queste ultime settimane, in cinque punti:
1. mantenere e far rispettare a tutti i livelli le misure per il distanziamento sociale, promuovere l’utilizzo diffuso dei dispositivi di protezione individuale fino a quando non saranno disponibili una specifica terapia ed un vaccino;
2. rafforzare le reti sanitarie del territorio come arma principale per combattere il virus. A questo riguardo, il Governo si sta adoperando perché siano rafforzati tutti i servizi di prevenzione e sta sollecitando una rinnovata integrazione tra le politiche sanitarie e quelle sociali, con particolare attenzione a case di cura, residenze sanitarie assistenziali;
3. intensificare sul territorio, la presenza di “Covid hospital” come strumento fondamentale della gestione ospedaliera dei pazienti, riducendo notevolmente il rischio di contagio per gli operatori sanitari e per i pazienti ricoverati per altre malattie;
4. uso corretto dei test, sia di quelli molecolari (tampone), strumento certo di identificazione del virus, sia di quelli sierologici, anche al fine di predisporre un piano nazionale che potrà fotografare efficacemente lo stato epidemiologico del Paese. Al riguardo, il 17 aprile è stata indetta dal Commissario Arcuri, una gara in procedura semplificata e di massima urgenza per la fornitura di kit reagenti e consumabili per l’effettuazione di 150.000 test, con possibile successiva estensione per l’effettuazione di ulteriori 150.000 test. Entro il 29 aprile ci sarà la sottoscrizione del contratto;
5. rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti (contact tracing) e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Al riguardo, il premier ha chiarito che un’adeguata applicazione informativa disponibile su smartphone sarà lo strumento essenziale per accelerare questo processo. Questa app sarà comunque offerta su base volontaria e non obbligatoria e chi non vorrà scaricarla non subirà limitazione nei movimenti o altri pregiudizi. Nello specifico un team composto dal Ministero dell’Innovazione, dal Ministero della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica sta affiancando il Commissario Arcuri al fine di implementare l’applicazione. o, il Presidente Conte ha garantito che sarà assicurata l’informazione costante dei capigruppo, di maggioranza e di minoranza, sul processo applicativo e che egli stesso in una fase più avanzata, riferirà puntualmente alle Camere sui dettagli dell’applicazione, “nella consapevolezza che il coinvolgimento del Parlamento deve essere pieno e stringente, essendo coinvolti diritti costituzionali fondamentali, come la dignità della persona, il diritto alla riservatezza e all’identità personale, come pure la tutela della salute pubblica e, non ultima, l’esigenza di proteggere un asset informativo di primaria importanza nella logica degli interessi strategici nazionali”.
Il Presidente ha, quindi, riferito i dati sulla distribuzione di dispositivi sanitari e di protezione personale e ricordato i DPCM approvati finora, nonché prospettato l’avvio della cosiddetta “fase 2”.
A tale ultimo riguardo, in particolare, ha evidenziato che occorre procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni che riguardano le attività produttive e commerciali, facendo il possibile per preservare l’integrità ed efficienza del nostro tessuto produttivo, “ma questo riavvio deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato, che comporti una revisione dei modelli organizzativi di lavoro, delle modalità del trasporto pubblico e privato e di tutte le attività connesse”. Ha ricordato, al riguardo, il DPCM del 10 aprile, con cui è stato istituito un Comitato di esperti in materia economica e sociale, con il compito di elaborare proposte utili per orientare il Governo nelle decisioni che dovrà assumere al riguardo. “Questo Comitato di esperti sta agendo di concerto con il Comitato tecnico-scientifico, affinché le strategie individuate per la ripartenza economica si basino su imprescindibili precondizioni di sicurezza. Sono membri di diritto di questo Comitato di esperti anche il dott. Borrelli, capo della protezione civile, e il Commissario straordinario dott. Arcuri, in modo da ottenere il pieno coordinamento tra gli organi che ci coadiuvano in questa durissima sfida”.
Con l’ausilio di questi esperti il Governo sta elaborando un programma di progressive aperture “che sia omogeneo su base nazionale, e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo però sotto controllo la curva del contagio”.
Il Presidente Conte è quindi passato ad illustrare le misure prese sul piano del sostegno economico, ricordando tra l’altro, il decreto-legge n. 23 del 2020, attualmente all’esame della Camera dei deputati per la sua conversione in legge (DDL 2641/C), con cui diventano operative nuove misure a supporto di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, ricordando che tale provvedimento, “prosegue e amplia lo spettro di interventi disposti nel decreto-legge c.d. “Cura Italia”, ed è incentrato su tre direttrici principali: a) misure di sostegno alla liquidità delle imprese, volte a sbloccare ulteriori flussi di finanziamento garantiti a beneficio del sistema produttivo; b) misure di tutela degli asset strategici nazionali; c) misure fiscali volte a prorogare le scadenze esistenti e a incentivare le spese sostenute dalle imprese per riaprire in sicurezza”.
Ha, inoltre, anticipato che, in aggiunta ai 25 miliardi di euro già stanziati con il decreto-legge “Cura Italia”, il Governo invierà a brevissimo al Parlamento un’ulteriore Relazione, contenente una richiesta di scostamento dagli obiettivi di bilancio programmati per il 2020, pari a una cifra non inferiore a 50 miliardi di euro, che si aggiungeranno ai 25 miliardi già stanziati per un intervento complessivo non inferiore a 75 miliardi di eruo.
Questo ulteriore ricorso al disavanzo servirà a finanziare varie misure destinate: al rafforzamento del personale sanitario, della protezione civile e delle forze di sicurezza; alla proroga e al rafforzamento degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione e gli indennizzi per gli autonomi e le partite IVA; al sostegno di coloro che non sono coperti da cassa integrazione; a misure di sostegno alle piccole e medie imprese; a fondi aggiuntivi per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni; agli interventi di sostegno dei settori particolarmente colpiti dalle misure di contenimento del virus.
Sull’iter di conversione in legge dei decreti-legge finora adottati ha espresso consapevolezza che sono state lasciate “parzialmente insoddisfatte le legittime aspettative delle forze politiche, di poter contribuire, con proprie proposte, alla definizione del quadro degli interventi”, ringraziando i Gruppi parlamentari per “la consapevolezza mostrata del contesto particolarmente critico nel quale, in ragione dell’emergenza, siamo tutti costretti a operare” ed ha assicurato che nella costruzione dell’ampio corpus di misure che troveranno collocazione nel prossimo decreto-legge sarà garantita la massima attenzione alle istanze e alle proposte dei parlamentari, anche in conformità agli impegni assunti dal Governo e formalizzati in specifici ordini del giorno, accolti in sede di esame parlamentare del decreto-legge “Cura Italia”.
In merito alla dimensione europea, Il Presidente ha ribadito che la sfida che ci attende non può essere affrontata efficacemente ricorrendo soltanto a politiche nazionali e che , l’Unione europea e l’Eurozona non possono permettersi di ripetere gli errori commessi durante la crisi finanziaria del 2008, “quando non si riuscì ad affrontare in modo coordinato, unito e solidale uno shock comune e si decise addirittura un consolidamento fiscale affrettato e ingiustificato che, amplificando le divergenze fra i Paesi, produsse un secondo shock di natura asimmetrica nel 2010-11, portando alla crisi dei debiti sovrani e condannando l’Europa a una recessione più prolungata e a una ripresa più lenta e più debole rispetto alle altre maggiori aree economiche del mondo”.
In vista del prossimo Consiglio europeo del 23 aprile, ha quindi sottolineato che l’Italia, insieme agli altri Paesi che condividono questa medesima linea, sostiene la necessità di una risposta coordinata e ambiziosa allo shock da Covid-19 con un apposito strumento di finanziamento che dovrà:
-essere conforme ai trattati europei, perché non abbiamo il tempo di operare modifiche che comporterebbero una lunga e complessa procedura;
–gestito a livello europeo e offerto a tutti i Paesi interessati, senza assumere carattere bilaterale,
-essere particolarmente consistente quanto alla dimensione finanziaria, ben più consistente degli strumenti di cui attualmente si parla,
-mirato a far fronte a tutte le conseguenze negative economiche e sociali prodotte dal Covid-19,
–immediatamente disponibile e se pure verrà a ricadere nel nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, dovrà essere messo a disposizione di tutti i Paesi interessati, subito, è possibile farlo tecnicamente attraverso un meccanismo di garanzie che ne anticipino l’applicazione (c.d. bridge),
–non dovrà avere le condizionalità, anche in termini di cofinanziamento o modalità di spesa, che caratterizzano gli ordinari piani di finanziamento strutturali dell’Unione europea.
Al riguardo ha, altresì, anticipato, tra l’altro, che al momento è sul tavolo “una iniziativa della Presidente della Commissione europea che, per quanto da essa stessa specificamente anticipato, potrebbe avere tutte queste caratteristiche e muovere proprio in questa direzione”.
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