L’Associazione, ascoltata dalla Commissione Lavori Pubblici, ha evidenziato, in particolare, la necessità di prevedere, inderogabilmente, in assenza del confronto concorrenziale “a monte”, l’obbligo di messa in gara del 100% dei lavori da realizzare “a valle”, ancor di più in presenza di proroga delle concessioni.
L’Associazione, ascoltata dalla Commissione Lavori Pubblici, ha evidenziato, in particolare, la necessità di prevedere, inderogabilmente, in assenza del confronto concorrenziale “a monte”, l’obbligo di messa in gara del 100% dei lavori da realizzare “a valle”, ancor di più in presenza di proroga delle concessioni.
Si è svolta il 2 c.m. in video conferenza l’audizione dell’ANCE presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulle concessionarie autostradali.
Il Dott. Edoardo Bianchi, Vice Presidente per le opere pubbliche, che ha guidato la delegazione associativa, ha evidenziato, in particolare, che il sistema delle concessioni autostradali in Italia risulta contraddistinto da una diffusa assenza del confronto concorrenziale “a monte”, dal momento che la quasi totalità delle concessioni in essere sono state affidate e/o prorogate senza gara.
Ciò rappresenta un grave vulnus dei principi comunitari e nazionali in materia di concorrenza, in quanto, in assenza di un confronto competitivo, alla proroga delle concessioni si dovrebbe accompagnare, inderogabilmente, l’obbligo di messa in gara del 100% dei lavori da realizzare “a valle”.
Ha, quindi, ricordato che l’articolo 177 del Codice dei Contratti pubblici (D.lgs n. 50/2016) ha identificato nella percentuale dell’80% la quota di lavori che i concessionari senza gara “a monte” devono affidare a terzi con gara mediante l’esperimento di procedure ad evidenza pubblica. Per i concessionari autostradali, tuttavia, la percentuale è stata ridotta al 60% dalla Legge di Bilancio 2018, creando un grave scostamento rispetto a quanto disposto dai principi eurounitari e una sottrazione di quote importanti di mercato dal libero gioco della concorrenza.
Inoltre, in una logica di allargamento dei mercati ed eliminazione di alcuni ostacoli alla concorrenza, sarebbe opportuno prevedere l’obbligo di affidamento con gara non solo per i lavori ulteriori rispetto a quelli contemplati nella convenzione che accede alla concessione, ma per tutti i lavori che riguardano la gestione delle infrastrutture.
Ha, altresì, sottolineato che, alla luce dei principi comunitari, la proroga di una concessione, laddove sia di tale entità da costituire una modifica sostanziale della stessa, implica l’obbligo di rimettere a gara la concessione stessa. Ciò posto e nella consapevolezza della necessità di “sbloccare” gli investimenti, si potrebbe fare riferimento ai modelli, promossi dal Governo francese e già ratificati dalla Commissione UE in passato, in Francia, relativo alla mini-proroga delle concessioni autostradali. Nel caso francese, il monitoraggio della proroga, per il quale è prevista la partecipazione delle associazioni dei concessionari e delle imprese di costruzioni, deve necessariamente essere attuato da strutture nazionali indipendenti. Nel caso italiano, tale ruolo potrebbe essere svolto dall’ANAC congiuntamente con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Il Vice Presidente è, quindi, passato ad illustrare nel dettaglio l’evoluzione del mercato dei lavori autostradali, le problematiche relative ai lavori “in house” delle concessionarie autostradali – con il panorama normativo ante e post DLgs 50/2016 (Codice dei Contratti pubblici) – nonché le numerose proroghe “ex lege” della durata delle concessioni autostradali, operando un raffronto tra l’esperienza francese di miniproroga di alcune delle concessioni autostradali e i casi italiani.
In allegato il Documento con il dettaglio della posizione dell’ANCE consegnato agli atti della Commissione.
Si veda precedente del 1° luglio 2020
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