Migliorando le prestazioni della Pa si potrebbero liberare oltre 7600 dipendenti impiegati in lavori inutili e 4 mld di investimenti
Utilizzare i 50 miliardi del Recovery Plan per recuperare il gap infrastrutturale del Mezzogiorno con il resto d’Europa e di conseguenza rendere più competitivo il nostro Paese. Questo l’appello che l’Ance ha rivolto al Governo nel corso di “Sud – Progetti per ripartire”, iniziativa di ascolto e di confronto organizzata dalla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna.
“Non possiamo più accettare che il Paese sia spaccato in due e che il Sud perda sempre più terreno rispetto alle regioni del Nord e al resto d’Europa”, commenta il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia. “Bene quindi che il 47% delle risorse del Recovery Plan siano destinate al Sud: ma bisogna semplificare le procedure per riuscire a spenderle nei tempi previsti altrimenti sarà tutto inutile e ci troveremo fra qualche anno sempre allo stesso punto con le risorse ferme nel cassetto e i cantieri chiusi”, avverte Buia.
Per far questo occorre intervenire in modo deciso sulla pubblica amministrazione, migliorandone efficienza e professionalità. Secondo uno studio Ance, infatti, se la Pa del Mezzogiorno venisse adeguata agli standard delle migliori regioni del Nord si potrebbero sbloccare nuovi investimenti per 4 miliardi di euro e liberare oltre 7.600 dipendenti della Pa da inutili adempimenti burocratici.
Occorre, inoltre, far fronte alla cronica carenza progettuale di cui è affetta tutta la pubblica amministrazione e in particolare quella del Sud, istituendo un cospicuo Fondo per la progettazione.
Per quanto riguarda l’occupazione, l’Ance richiama anche la necessità di confermare il bonus occupazione fino al 2029 così da frenare la fuga dei giovani dal proprio territorio e di spingere sul superbonus 110% , strumento che può dare grande impulso al settore della riqualificazione e della messa in sicurezza degli edifici, creando migliaia di posti lavoro.
Le aspettative sono frenate dall’incertezza sulla durata dei benefici e dalle molte difficoltà burocratiche che rallentano l’apertura dei cantieri, motivo per cui Buia ha chiesto al Governo “di prorogare il superbonus almeno fino al 2023 e di semplificare le procedure autorizzative”.
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