Si è svolta il 1° dicembre scorso, presso le Commissioni Cultura della Camera e del Senato, in seduta congiunta, l’audizione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sulle linee programmatiche del Ministero.
In particolare, si evidenziano i seguenti passaggi:
Impianto PNRR
Ci può far fare un fondamentale salto di qualità e di quantità nella gestione dei nostri beni. La mia assoluta priorità è l’attuazione degli investimenti del PNRR rispettando tempi e obiettivi previsti.
Faccio una doverosa premessa, il piano è stato definito dal Governo precedente, ci sono molti contenuti che sento di condividere e altri che destano qualche perplessità. Se sarà possibile cambiare qualcosa lo faremo ma si tratterà di aggiustamenti, l’’impianto del Piano deve rimanere lo stesso: credo molto nella continuità degli atti amministrativi aldilà dell’alternanza democratica. Aggiusteremo piccoli elementi inerenti ad esempio all’incremento dei costi dei lavori (per l’aumento dei costi delle materie prime) ma impianto fondamentale va preservato e portato avanti.
Dal mio insediamento si sono svolte due riunioni della cabina di regia sul PNRR: ed è stato rilevato appunto un consistente incremento dei costi: in poche parole meglio iniziare e completare 7 progetti che iniziarne 10 e non completarne nessuno. Vedremo come sarà possibile muoverci perché ci sono impegni precisi (numeri minimi di intervento per ogni investimento).
E’ mia intenzione ampliare il controllo della struttura di controllo per le infiltrazioni mafiose sul progetto Grande Pompei ai progetti del PNRR.
Dati stanziamenti e avanzamento PNRR
Il Ministero della cultura è titolare n tutto 4 miliardi 275 milioni di euro (3 misure articolate in 9 investimenti e una riforma):
-Misura 1 (1 miliardo e 100 milioni), 3 investimenti: piattaforme digitali (500 mln); efficientamento energetico di teatri e cinema e musei; eliminazione delle barriere attive (600 mln in tutto);
-Misura 2 (da 2 miliardi e 720 mln), 4 investimenti: progetto borghi; tutela e valorizzazione paesaggio rurale; programma valorizzazione identità parchi e giardini storici; sicurezza sismica luoghi di culto; restauro e siti di ricovero opere d’arte;
-Misura 3 ( 455 milioni), industria culturale e creatività 4.0: comprende una riforma in capo al Ministero dell’Ambiente: l’adozione criteri ambientali minimi per eventi culturali e due investimenti: sviluppo industria cinematografica e capacity building per gli operatori culturali per la gestire transizione digitale verde.
Tutti gli investimenti previsti sono entrati in piena attuazione si è svolta la ricognizione interventi e valutazione delle domande a seguito degli avvisi pubblici e ai fini della selezione di soggetti attuatori pubblici (enti locali) e privati –tutti i target al 31 dicembre 2022 sono stati positivamente superati.
Nel caso degli investimenti relativi a tutela dei borghi e programma valorizzazione identità parchi e giardini storici le domande hanno superato la capacità di finanziamento – sarebbe da valutare la possibilità di affiancare altre forme di finanziamento (ad es. tramite la programmazione FSC 2021-2027).
Permangono alcune aree di rischio:
-in primis, la fragilità in termini di organizzazione delle strutture tecniche amministrative e competenze degli enti locali, in prevalenza dei piccoli comuni (sotto ai 5.000 abitanti, mancanza di figure tecniche).
–progetto Cinecittà: occorreranno modifiche al progetto in conseguenza degli aumenti materie prime e mancato conferimento del terreno a tutolo gratuito (sto approfondendo questione il progetto vale da solo 300 milioni.
–Recovery art (ovvero il ricovero delle opere d’arte attraverso la creazione di rifugi speciali per gestire emergenze da calamità naturali): alcuni siti andranno cambiati.
Musei e aree archeologiche:
Negli ultimi mesi straordinario recupero dopo la pandemia.
Dal Censimento 2021 sul patrimonio museale statale, sono emerse alcune debolezze, tra cui la limitatezza conoscenza e documentazione: solo il 60 % dei siti è rilevato in maniera parziale e analogica.
Manca monitoraggio sistematico che consenta di capire le priorità e programmare interventi di manutenzione ordinaria.
Altro problema: nelle collezioni il 90 % delle opere e dei reperti sono nei depositi o nel resto del mondo, su 5 milioni di opere e reperti sono esposti 480.000. Inadeguati anche gli impianti di climatizzazione delle sale e mancano attività di rilevazione delle facciate e delle coperture.
Nel 2019 solo 5 siti a pagamento superavano il milione di visitatori: Colosseo, Pompei, Uffici gallerie accademia di Venezia e Castel Sant’Angelo, realizzando più dei due terzi di tutti gli introiti lordi: occorre promuovere gli altri siti per arrivare a migliori risultati portando il circuito turistico su quei siti meno noti.
Il problema è anche la fruibilità dei siti: alcuni grandi musei per la quantità di reperti che e conservano nei loro depositi potrebbero duplicarsi in altre aree (Uffizi 2, etc).
Patrimonio culturale e paesaggistico
Attraverso trasformazioni intelligenti può aumentare il proprio valore, non solo culturale ma anche sociale ambientale ed economico: il restauro e il riuso adattativo degli edifici storici inutilizzati può portare (esempio ex caserme, edifici industriali dismessi ) può attivare forme armoniche di economia circolare.
Con riferimento ai cambiamenti climatici: ci sono stati effetti dannosi sul patrimonio monumentale e archeologico è urgente definire programmi di adattamento e protezione.
Efficientamento energetico degli edifici: è urgente un cambio di rotta in campo energetico anche sul patrimonio edificato sia monumentale che diffuso, scegliendo le tecnologie più adatte, in tal senso si muove anche il PNRR.
Valorizzazione patrimonio culturale privato: servono politiche di defiscalizzazione degli interventi, creazione di nuove reti di attrazione turistiche.
Tutela paesaggio: occorre proseguire nell’opera di pianificazione paesaggistica, sono stati adottati 5 piani regionali (Piemonte, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio).
E’ necessario coniugare la realizzazione degli impianti per energia da fonti rinnovabili con la tutela del paesaggio, per questo è opportuno rivalutare i criteri di distribuzione degli impianti considerata l’attuale concentrazione su alcune zone (Basilicata Puglia Sardegna Sicilia). Occorre rivalutare e favorire determinate localizzazioni idonee ma scarsamente utilizzate (parcheggi capannoni cave); favorire sviluppo di nuove tecnologie (ad es. tegole fotovoltaiche); istituire un tavolo permanente con rappresentanti ministero, docenti universitari ma anche rappresentati delle principali aziende produttrici e distributrici di energia. Sul tema assistiamo a un sistematico contrasto tra le ragioni del ministero della Cultura e quelle del ministero dell’Ambiente (di solito il dicastero della cultura è soccombente): lo sviluppo delle fonti rinnovabili è imprescindibile ma deve essere fatto nella tutela dell’identità paesaggistica.
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