Si è svolta il 2 dicembre l’audizione dell’ANCE sul disegno di legge di bilancio 2023 (DDL 643/C), in presenza, presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato in seduta congiunta.
Il Direttore generale, Dott. Massimiliano Musmeci, che ha guidato la delegazione associativa, ha evidenziato, in apertura, che il provvedimento si inserisce in un contesto che vede l’economia ancora in crescita. Nei primi 9 mesi dell’anno in corso il PIL è aumentato ad un ritmo del +4,6%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tuttavia, le prospettive future appaiono poco favorevoli (+0,3% nel 2023 secondo la NADEF) a causa del persistere del conflitto russo ucraino, delle tensioni inflazionistiche e del conseguente rialzo dei tassi di interesse. Queste criticità compromettono il sentiero di crescita dell’economia italiana intrapreso negli ultimi due anni.
In questi due anni, il settore delle costruzioni ha avuto un ruolo trainante: più di un terzo dell’aumento del PIL è, infatti, legato alla crescita del settore, che ha creato 230.000 posti di lavoro. Questo andamento ha permesso di avere importanti entrate fiscali che hanno consentito anche di finanziare gli aiuti per imprese e famiglie: più del 30% dei maggiori introiti fiscali sono legate al settore.
È quindi fondamentale mantenere questa dinamica positiva del settore ed evitarne il blocco. La storia degli ultimi 15 anni ci insegna infatti che fermare l’edilizia alimenta una dinamica negativa sul PIL che conduce a fare nuovi tagli e a politiche recessive.
Ha poi evidenziato che ad avviso dell’ANCE la manovra deve essere rafforzata e Governo e Parlamento devono intervenire per risolvere alcune delle emergenze che imprese e famiglie stanno affrontando.
La prima riguarda lo sblocco immediato della cessione dei crediti fiscali per i cantieri già avviati. Il grido di allarme di famiglie e imprese ci giunge ogni giorno sempre più forte. Oggi ci sono migliaia di famiglie in seria difficoltà a causa dei debiti contratti e decine di migliaia di imprese che rischiano di fallire perché non riescono a trovare operatori finanziari in grado di acquistare i crediti generati. Ogni ora riceviamo messaggi di disperazione. Ma di questo tema non vi è traccia nella Manovra.
Sul tema, l’Ance ha presentato insieme ad Abi una proposta -che non ha costi per la finanza pubblica- di utilizzo degli F24 per dare sollievo a famiglie e imprese per i cantieri in corso. La seconda riguarda il caro materiali che mette oggi a rischio 23.000 cantieri di opere pubbliche in Italia. Sul tema, la Manovra interviene con un meccanismo potenzialmente efficace, che va nel senso delle richieste formulate da Ance, ma che tuttavia risulta fortemente indebolito da un ammontare di risorse limitato e diluito nel tempo. Basti pensare che dei 3 miliardi di cassa previsti in Manovra, sono previsti solo 600 M€ nel 2023, anno in cui il PNRR deve entrare a pieno regime. Per l’Ance, le risorse vanno quindi aumentate significativamente e alcune disposizioni normative vanno inoltre migliorate per raggiungere l’obiettivo di evitare il blocco dei cantieri. In materia di caro materiali, è urgente sbloccare la situazione dei pagamenti 2021 (Decreti compensazioni) e 2022 (DL Aiuti). Ad oggi, infatti, secondo una recente indagine Ance, circa il 70% delle imprese non ha ricevuto alcun ristoro a copertura dei maggiori costi sostenuti a causa dei rincari dei materiali. In alcuni casi, le imprese aspettano da un anno e mezzo. Ad oggi, 2 miliardi di euro di pagamenti risultano ancora bloccati nelle casse del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Infine, per l’Ance risulta prioritario introdurre strutturalmente una revisione prezzi basata sugli standard europei e internazionali; una revisione che preveda un meccanismo automatico ed indicizzato in grado di garantire un costante allineamento – in aumento e in diminuzione- del prezzo delle opere alle reali fluttuazioni del mercato.
La terza emergenza riguarda la necessità di accelerare l’attuazione del PNRR: un obiettivo che deve essere perseguito senza stravolgere l’impianto attuale.
Da questo punto di vista, l’analisi della Manovra mette in evidenza che il Governo sta già intervenendo in favore di una revisione dei fondi infrastrutturali a favore del PNRR e permette di finanziare il caro materiali.
Questa decisione va nel senso di quanto auspicato dall’Ance per favorire la realizzazione delle opere del PNRR.
Ad esempio, per il 2023, vengono definanziate opere della programmazione ordinaria per un importo di circa 1,2 miliardi di euro e questi fondi vengono utilizzati per finanziare le misure sul caro materiali -in primis delle opere del PNRR- per 1,6 miliardi.
Da ultimo, l’Ance ritiene necessario sottolineare l’importanza di incrementare il finanziamento del fondo per la progettazione (250 M€ di euro previsti nel triennio in Legge di bilancio). Ad oggi circa 8.200 progetti per 870 milioni di euro non risultano ancora finanziati.
La capacità progettuale degli enti è tra gli aspetti più critici che rischiano di rallentare la realizzazione del PNRR. La Relazione del Ministero delle infrastrutture sullo stato di attuazione del PNRR al 30 settembre 2022 evidenzia, con riferimento alle linee di intervento di competenza dello stesso Ministero, che circa il 60% delle amministrazioni locali competenti è ora impegnato nella fase di redazione del progetto definitivo e/o esecutivo, ma questa percentuale scende al 36% nelle regioni del Mezzogiorno mentre è superiore al 90% per quelle del Centro.
Il Direttore è quindi passato ad evidenziare le misure previste dalla manovra in tema di infrastrutture, caro materiali, fiscalità, lavoro.
In allegato il documento consegnato agli atti delle Commissioni congiunte con il dettaglio delle valutazioni sulle singole misure e le ulteriori proposte ANCE.
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