Si è svolta il 21 marzo l’audizione dell’ANCE, in videoconferenza, sul DL 20/2023 recante “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare” (DDL 591/S) presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Il Vicepresidente ANCE per le Relazioni Industriali e gli Affari Sociali, Carlo Trestini, ha evidenziato, in premessa, la valutazione positiva di ANCE sul decreto e sul nuovo approccio promosso dal Governo, con riferimento alla programmazione di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare.
Si è, quindi, soffermato sulle singole misure positive previste nel testo, tra cui, in particolare, l’ampliamento dei flussi di ingresso per lavoro, la semplificazione delle procedure, il rafforzamento dei centri per i rimpatri e la previsione di canali privilegiati di accesso per i cittadini di paesi che organizzano una formazione lavorativa ad hoc, oltreché le disposizioni volte a contrastare l’immigrazione irregolare.
Apprezzabili anche la scelta di definire una strategia triennale (2023-2025), anziché singole misure annuali, per la definizione delle quote massime di cittadini stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato e per lavoro autonomo, nonché la previsione di un forte coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale e la scelta di considerare l’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro, effettuata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con le medesime organizzazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale, nella definizione della strategia e delle misure attuative.
Per quanto attiene l’edilizia, settore trainante per l’intera economia del Paese, che genera grande occupazione, ha evidenziato che circa un terzo della crescita del PIL è attribuibile al settore delle costruzioni e l’andamento positivo del settore degli ultimi anni è il risultato anche dell’impegno delle parti sociali dell’edilizia profuso nell’ambito della contrattazione collettiva per incrementare gli investimenti in formazione e sicurezza, nell’ottica di implementare la professionalità dei lavoratori e la qualificazione delle imprese.
La ripresa dei livelli occupazionali nelle costruzioni è tuttavia accompagnata da una crescente difficoltà nel reperire manodopera, soprattutto specializzata: un fenomeno generalizzato per l’intero sistema produttivo, ma particolarmente acuto nel settore edile. In base alle previsioni del Rapporto Excelsior sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia per il quinquennio 2022-2026, per la filiera delle costruzioni e infrastrutture si stima un fabbisogno occupazionale di 294mila unità, per un tasso medio annuo del 3,2%.
L’importante ruolo della filiera delle costruzioni e infrastrutture emerge anche dal fabbisogno medio annuo di artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili (3,7%), addetti alle rifiniture delle costruzioni (3,4%) e addetti dell’industria estrattiva e nella manutenzione degli edifici (3,6).
Secondo il più recente bollettino mensile Excelsior, per il comparto delle costruzioni le entrate programmate per il trimestre marzo-maggio 2023 sono pari a 136mila su un totale industria di 385mila (48mila nel solo mese di marzo su un totale industria di 134mila). Il comparto delle costruzioni è, con il 58,5%, tra i settori con maggior difficoltà di reperimento di manodopera. Risulta in aumento la richiesta di lavoratori immigrati interessati dal 18,8% delle assunzioni (79mila entrate) delle imprese, tra cui quelle del comparto delle costruzioni.
L’ANCE, partendo da alcune ipotesi in merito all’incidenza del costo della manodopera sui lavori, ha quantificato in 64.400 unità il fabbisogno occupazionale derivante dalla realizzazione di oltre 64 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del PNRR e dei principali interventi ferroviari in capo a RFI. Di tale fabbisogno si stima che 53.800 sono da ricercare nella categoria degli operai e i restanti 10.600 tra impiegati e quadri.
Tae stima trova conferma nei recenti dati diffusi da Banca d’Italia che quantifica in circa 300.000 il numero di lavoratori necessari a soddisfare la realizzazione di tutti gli investimenti totali generati dal PNRR.
In particolare, l’Istituto sottolinea che il settore delle costruzioni registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti, pari a circa 65.000 unità nell’anno di picco (2025).
Quanto emerge dalle stime previsionali sui fabbisogni occupazionali dimostra che è necessario intervenire con misure atte a ridurre il disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, implementando politiche attive e formazione, anche con riguardo ai lavoratori stranieri.
Il Vicepresidente ha quindi evidenziato le linee direttrici prioritarie da seguire ad avviso di ANCE, soffermandosi, in particolare,su:
-formazione professionale: strettamente correlata al tema della sicurezza sul lavoro, assume carattere prioritario per il settore edile, per soddisfare i fabbisogni delle imprese e contrastare il lavoro irregolare a favore della buona occupazione. Tra le associazioni di categoria del mondo industriale, l’ANCE è quella che destina alla formazione e alla sicurezza sul lavoro le maggiori risorse economiche, organizzative ed intellettuali. L’impegno dell’ANCE per implementare la cultura della formazione e della sicurezza sul lavoro ha portato al varo di importanti scelte contrattuali fondate sul principio della bilateralità;
–ruolo del sistema bilaterale delle costruzioni: consolidatosi nel corso degli anni, gestito pariteticamente con le Organizzazioni sindacali e costituito da circa 300 enti presenti sul territorio nazionale, di cui oltre 100 dedicati alla formazione degli operatori del settore, che svolge una funzione sostanziale nel fronteggiare le peculiari esigenze dell’edilizia;
–Borsa Lavoro Edile Nazionale (BLEN.it), istituita con il Ccnl del 2008, per la quale un ruolo fondamentale e attivo è affidato al Formedil Nazionale, con la collaborazione della Cnce (Commissione nazionale paritetica per le Casse Edili), rappresenta un importante strumento per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, volto ad offrire un’occasione occupazionale ai lavoratori e a rispondere alle esigenze delle imprese alla ricerca di manodopera specializzata;
–politiche abitative: la questione del fenomeno migratorio deve essere affrontata anche in correlazione alla definizione di adeguate politiche abitative, poiché per taluni comparti produttivi, garantire una sistemazione alloggiativa ai cittadini migranti non risulta di facile risoluzione.
–Iniziative ANCE: il 16 maggio 2022 è stato sottoscritto tra le Organizzazioni datoriali e sindacali del settore edile, Ministero del lavoro – Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, e Ministero dell’interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, un Protocollo di intesa finalizzato all’inserimento socio-lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità. L’intesa, che rappresenta un importante risultato conseguito su istanza delle Parti sociali nazionali e in linea con gli obiettivi strategici del PNRR, è volta a favorire l’inclusione sociale di cittadini migranti, adulti o minori non accompagnati in transizione verso l’età adulta, provenienti dai Paesi extracomunitari, tramite la promozione di percorsi formativi mirati presso gli Enti bilaterali del sistema Formedil ed esperienze pratiche nelle imprese del settore, con l’obiettivo di un successivo inserimento lavorativo, al fine di offrire a tali soggetti, in raccordo con il circuito dell’accoglienza pubblica dei CAS e del SAI, una prospettiva di vita e un’opportunità di lavoro in regolarità e sicurezza.
Nel giugno scorso è stato, altresì, sottoscritto un Protocollo di collaborazione tra Ance e Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, volto a favorire l’ingresso in Italia dei cittadini stranieri tramite il decreto flussi. Il Protocollo ha l’intento di creare una rete di servizi nei Paesi terzi interessati dal decreto flussi, offrendo assistenza mirata sia nella fase che precede la partenza che in quella successiva all’arrivo in Italia, preventiva selezione delle persone per individuarne le competenze, con l’aiuto anche di organizzazioni del Terzo Settore o religiose operanti nei Paesi di origine, e percorsi formativi mirati all’occupazione nel settore edile, anche con il supporto degli organismi presenti in loco e del sistema bilaterale dell’edilizia, con la garanzia di un regolare contratto di lavoro e di un alloggio.
Il Vicepresidente ha inoltre sottolineato come, ad avviso di ANCE, il fenomeno migratorio possa essere gestito efficacemente attraverso l’individuazione di nuove strategie di intervento anche sul fronte della formazione e della sicurezza, nell’ottica di garantire ai lavoratori provenienti dai paesi terzi, così come ai lavoratori italiani, un’occupazione regolare e di qualità.
A sostegno di tale obiettivo sarebbe, ad esempio, auspicabile il finanziamento di specifici programmi formativi rivolti ai lavoratori extracomunitari in fase di ingresso nel settore edile, da realizzare, eventualmente anche nei paesi di origine, con il supporto degli enti di formazione del sistema bilaterale, per garantire un’adeguata qualificazione professionale, anche sul versante della salute e sicurezza sul lavoro.
In merito, inoltre, alla previsione di cui all’art. 22, comma 2, del Testo Unico sull’immigrazione (d.lgs. n. 286/1998) per la quale il datore di lavoro interessato all’assunzione di lavoratori stranieri residenti all’estero, deve aver previamente esperito la verifica, presso il Centro per l’impiego competente, dell’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale, sarebbe innanzitutto opportuno che il disoccupato italiano, percettore di forme di sostegno al reddito, fosse indirizzato dal Centro per l’impiego direttamente all’Ente formativo territoriale del sistema edile per effettuare in via obbligatoria, corsi di formazione mirata alla qualificazione/riqualificazione professionale.
In conclusione, Una piena sinergia tra sistema pubblico e privato, con il pieno coinvolgimento del sistema associativo e imprenditoriale dell’edilizia e del sistema bilaterale di settore, è reputata dall’ANCE fondamentale per l’attuazione di interventi mirati assieme ad ottimizzare il matching tra domanda/offerta di lavoro e a favorire l’inserimento socio-lavorativo dei cittadini extracomunitari in relazione agli specifici fabbisogni delle imprese, derivanti anche dalle profonde trasformazioni del mercato del lavoro.
Per il dettaglio della posizione ANCE si veda il documento allegato consegnato agli atti della Commissione.
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