La direttiva fissa gli obblighi per le aziende in merito agli impatti negativi effettivi e potenziali sui diritti umani e sull’ambiente, in relazione alle proprie operazioni, a quelle delle loro controllate e a quelle svolte dai loro partner commerciali lungo tutta la catena di attività.
Per rispettare gli obblighi della CS3D, le società con più di 1000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato saranno tenute ad integrare il dovere di diligenza nelle loro politiche. Ciò comporterà la realizzazione di investimenti specifici, l’ottenimento di garanzie contrattuali dai partner, il miglioramento dei i piani aziendali o il supporto ai partner commerciali più piccoli per garantire il rispetto dei nuovi obblighi. Inoltre, le aziende dovranno adottare un piano di transizione per allineare il loro modello di business alla soglia di 1,5 C di riscaldamento globale stabilita dall’accordo di Parigi.
L’applicazione della direttiva, che dovrà avvenire attraverso il recepimento nella legislazione nazionale da parte degli Stati membri, sarà graduale e riguarderà le imprese con oltre 5 000 dipendenti e un fatturato superiore a 1 500 milioni di euro a partire dal 2027, le imprese con oltre 3 000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028, e tutte le altre imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva – oltre 1 000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro – a partire dal 2029.
Secondo l’Ance, la direttiva risulta intrusiva rispetto ai modelli e alle scelte di business, d’impatto negativo in termini di oneri di compliance – e, quindi, di costi per le imprese – e dotata di un apparato sanzionatorio sproporzionato. Al contempo, il testo risulta in più ragionevole rispetto alle versioni precedenti, per esempio in relazione all’ambito di applicazione, ai profili di corporate governance e all’applicazione graduale. In particolare, grazie all’azione dell’Ance, in coordinamento con Confindustria e le federazioni europee delle costruzioni, FIEC ed EIC, è stata eliminata dal testo la categoria dei settori ad alto rischio, che avrebbe comportato oneri più severi, e nella quale sarebbe rientrato il settore delle costruzioni.
A seguito dell’approvazione del 24 maggio, si è concluso l’iter legislativo del testo, già approvato in prima lettura il 24 aprile dal Parlamento europeo, e la direttiva può considerarsi adottata. Dopo la firma del Presidente del Parlamento europeo e del Presidente del Consiglio, e dopo la revisione linguistica e giuridica, la direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per conformarsi al testo attraverso la legislazione nazionale.
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