È stata pubblicata sul sito del Parlamento europeo una pagina infografica che riporta i principali dati sul problema dell’housing nei Paesi dell’Unione Europea. I dati riportati sollevano preoccupazioni sullo stato dell’housing in UE, in particolare a causa di costi delle abitazioni troppo elevati in proporzione ai salari.
Nell’UE, nel 2023, per il 10,6 % delle famiglie in città e per il 7 % delle famiglie nelle zone rurali, i costi delle abitazioni superavano il 40 % del reddito disponibile. Oltre un quarto dei greci (31%) che vivono in città ha costi abitativi superiori al 40% del reddito, mentre solo il 6% circa degli slovacchi nelle città ha affrontato lo stesso problema. Per l’Italia, la percentuale si assesta sul 7,9%.
I prezzi delle case nell’UE sono aumentati in media del 48% tra il 2015 e il 2023, con un incremento record in Ungheria (+173%) e il più contenuto in Finlandia (+5%). In Italia, l’aumento è stato dell’8,3%. I motivi principali che contribuiscono all’aumento dei prezzi sono l’aumento dei costi di costruzione e dei tassi ipotecari, una diminuzione delle costruzioni che ha limitato l’offerta e l’aumento dell’acquisto di immobili come investimento per generare reddito aggiuntivo.
Anche gli affitti sono diventati più onerosi: tra il 2010 e il 2022, sono aumentati in media del 18%, a causa soprattutto della diffusione degli affitti brevi che ha ridotto l’offerta di abitazioni disponibili.
I giovani europei lasciano la casa dei genitori in media a 26,3 anni, ma vi sono differenze marcate: in Finlandia l’età media è di 21,4 anni, mentre in Croazia sale a 31,8 anni. In Italia, l’età media di uscita è tra le più alte, pari a 30 anni.
Il 17% degli europei vive in case con spazi inadeguati (meno di una camera per ogni persona, coppia adulta o coppia di figli minori), mentre il 34% dispone di spazi superiori a quelli ritenuti necessari.
L’incremento dei costi abitativi è una delle principali preoccupazioni dei cittadini dell’UE. Un sondaggio Eurobarometro del luglio 2024 ha indicato che l’aumento dei prezzi, il costo della vita e la situazione economica sono tra i principali motivi che hanno spinto le persone a votare alle elezioni europee.
A livello europeo, il tema dell’housing sta guadagnando attenzione tra i decisori. I rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi, rispettivamente sul Mercato Interno e sulla competitività europea, hanno sottolineato l’importanza degli alloggi accessibili come elementi essenziali per garantire la mobilità dei lavoratori e la loro possibilità di spostarsi dove richiesti dal mercato del lavoro (ma anche il loro diritto a rimanere nel loro territorio di origine, il right to stay di Letta).
In risposta, Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’edilizia abitativa sarà una priorità per l’UE nel nuovo mandato e ha annunciato, per la prima volta, la nomina di un commissario dedicato all’edilizia abitativa. Il 4 novembre, Dan Jørgensen ha ottenuto la conferma del Parlamento Europeo come commissario per l’Energia e l’Housing, con il compito di sviluppare un Piano europeo per gli alloggi sostenibili a prezzi accessibili. Nei prossimi anni, si prevedono ulteriori misure in ambito abitativo, tra cui una collaborazione con la Banca europea degli investimenti per la creazione di una Piattaforma di investimento paneuropea per alloggi sostenibili a prezzi accessibili.
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