La Commissione Ambiente del Senato ha deliberato un ciclo di audizioni nell’ambito dell’esame del Disegno di legge recante “Conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico” (DDL 1272/S) cui ANCE ha partecipato inviando un proprio documento di osservazioni.
Nelle premesse del documento ANCE ha valutato positivamente le misure previste nel decreto, poiché ritenute in grado di influenzare in modo positivo la crescita e l’implementazione di molti settori chiave, tra cui quello delle costruzioni, attraverso l’agevolazione di alcuni aspetti particolarmente impattanti tra cui economia circolare, la bonifica dei siti contaminati e i procedimenti autorizzatori.
Inoltre, ha evidenziato come il provvedimento rappresenti un’importante occasione per definire maggiormente la normativa ambientale, per renderla più chiara e coordinata e, soprattutto, libera da inutili appesantimenti burocratici che rallentano le nostre attività e limitano l’economia circolare.
In tal senso, al fine di facilitare quanto più possibile la conclusione delle opere sottoposte a VIA, ha rilevato la necessità che il documento preveda ulteriori misure, volte a realizzare un miglior coordinamento tra la VIA e la disciplina edilizia. Sia in termini economici che temporali, infatti, laddove i lavori siano iniziati e non siano subentrate varianti sostanziali nel progetto, sarebbe vantaggioso evitare la duplicazione di procedimenti autorizzatori relativi ad aspetti ambientali già oggetto di valutazione e verifica. Tale previsione, peraltro, non andrebbe a ledere lo scopo sotteso al procedimento di VIA, che è quello di prevenire possibili danni ambientali e assicurare la tutela dell’ambiente nella realizzazione di un’opera.
Sotto il profilo delle bonifiche ha espresso l’auspicio che all’interno del disegno di legge vengano inserite ulteriori semplificazioni. Ad esempio, l’estensione della possibilità di usufruire di laboratori privati in via generale per lo svolgimento di tutte le analisi (l’attuale semplificazione limita tale previsione solamente a quelle analisi di cui agli artt. 242, comma 13-ter e 248, comma 2 del D.lgs. 152/2006) e di prevedere specifiche modifiche volte ad accelerare il procedimento autorizzatorio e superare le fasi di stallo che, a causa della normativa attuale, sono ancora troppo frequenti nello svolgimento delle nostre attività. La normativa attualmente in vigore, infatti, prevede che sia il completamento degli interventi di bonifica che la conformità degli stessi al progetto di bonifica approvato, siano accertati dalla Provincia o dalla Città Metropolitana mediante apposita certificazione di avvenuta bonifica. Di fatto, però, questa ulteriore certificazione si limita a recepire quanto già verificato e attestato da parte all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), ossia l’ente tecnico competente, nella relazione tecnica. Quindi, nonostante sia stata già accertata la non contaminazione del sito, occorre comunque attendere la successiva ratifica da parte della Provincia o Città Metropolitana, con conseguente stallo del procedimento di bonifica e blocco delle attività edilizie. Sotto questo profilo, per l’Ance è auspicabile inserire una specifica previsione che permetta di superare una criticità di tipo meramente procedurale che, tra l’altro, va a intaccare soprattutto le attività delle imprese di piccole e medie dimensioni.
Inoltre, ha evidenziato l’opportunità di snellire ulteriormente la misura relativa al Responsabile Tecnico prevedendo che tale ruolo possa essere ricoperto da colui che è legale rappresentante dell’impresa, senza necessità di idoneità iniziale e di aggiornamento.
Infatti, la nomina del Responsabile Tecnico risulta particolarmente onerosa, poiché tale qualifica richiede determinati requisiti formativi, oggetto di verifiche iniziali e periodiche che comportano un aggravio economico per le imprese, soprattutto per quelle più piccole le quali, non avendo un’organizzazione adeguata a formare una risorsa interna, sono obbligate a esternalizzare il ruolo pagando cifre insostenibili per una PMI.
Per il dettaglio della posizione ANCE si veda il documento consegnato agli atti della Commissione
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