Il Consiglio dei ministri, nella seduta n. 105 del 29 novembre u.s, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di giustizia.
Le nuove norme, tra l’altro, rafforzano gli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria a tutela delle vittime di violenza di genere e di atti persecutori. Si integrano le norme relative alle “particolari modalità di controllo”, cioè al cosiddetto “braccialetto elettronico”, per precisare che tra gli accertamenti già previsti da parte della polizia giudiziaria in relazione alla “fattibilità tecnica” dell’utilizzo di tale strumento è inclusa anche la fattibilità operativa, collegata alla effettiva efficacia e funzionalità dello strumento rispetto al caso concreto e durante tutto il corso dell’applicazione della misura cautelare.
Inoltre, le norme introdotte provvedono a:
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RATIFICHE DI ACCORDI INTERNAZIONALI
Ha approvato due disegni di legge di ratifica ed esecuzione di altrettanti accordi internazionali.
L’Accordo regola le prestazioni pensionistiche e le indennità di disoccupazione, malattia, maternità e prestazioni familiari delle persone che sono o sono state soggette alla legislazione di uno o di entrambi gli Stati contraenti. In particolare, le principali prestazioni da cui si prevede deriveranno dei risparmi di spesa sono le pensioni, la disoccupazione e le prestazioni familiari.
L’Accordo si inserisce nell’ambito di un quadro di progressivo rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Giappone e mira a facilitare, per i giovani cittadini di entrambe le Parti (di età compresa tra i 18 ed i 30 anni), l’acquisizione di una migliore comprensione della cultura, della società e delle lingue dell’altra Parte attraverso un’esperienza di viaggio, di lavoro e di vita all’estero.
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PROGRAMMI DI INVESTIMENTO
Ha deliberato la dichiarazione di preminente interesse strategico, ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, del programma di investimento estero sul territorio italiano denominato “Regione AWS Europe (Milan) – Espansione” della Amazon Data Services Italy S.r.l. (AWS).
Nello specifico, il programma di investimento di Amazon Web Services prevede la costruzione di nuove infrastrutture cloud nell’Area Metropolitana di Milano, a integrazione di quelle già esistenti avviate in Lombardia nell’aprile 2020. I data center rappresentano una risorsa strategica imprescindibile per il sistema Paese, in particolare in un contesto globale in cui la competizione si fonda sempre più sulla capacità di gestire e analizzare i dati. Pertanto, la presenza di infrastrutture avanzate sul territorio nazionale risulta strategica al fine di garantire la crescita sostenibile, l’innovazione tecnologica e la sicurezza.
La società intende investire circa 1.200 milioni di euro in conto capitale nel corso di 3 anni ed è stimato un impatto positivo diretto sull’economia italiana equivalente a 880 milioni di euro, con un incremento dell’occupazione diretta mediante la creazione di 1100 posti di lavoro all’anno per i successivi 5 anni. Pertanto, il progetto è da considerarsi di interesse pubblico in quanto finalizzato a valorizzare il potenziale delle tecnologie digitali, stimolare l’innovazione e sostenere la crescita economica dell’Europa; rafforzare il ruolo del Paese nella strategia europea di transizione energetica e resilienza digitale; offrire nuove opportunità di lavoro specializzato e attraendo investimenti in ricerca e sviluppo; promuovere progetti innovativi di lungo termine, capaci di generare un impatto duraturo nelle regioni in cui operano; migliorare infrastrutture essenziali come linee elettriche e connessioni in fibra ottica, garantendo altresì un impatto positivo sull’occupazione.
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INFORMATIVE
Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto ha svolto tre informative. Di seguito i principali contenuti.
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) mira a promuovere la qualità e la quantità dei servizi essenziali (istruzione, sanità, mobilità) in tali aree, sostenendo progetti di sviluppo per aumentare l’offerta di lavoro. Le aree target sono state individuate tramite una mappatura del territorio italiano, classificando i Comuni in base alla distanza dai centri che offrono servizi essenziali. I Comuni sono stati suddivisi in Comuni Centro e Comuni Interni. Per il ciclo di programmazione 2014-2020, sono stati stanziati 281,2 milioni di euro a valere sul Fondo di rotazione istituito con la legge n. 183 del 1987, per finanziare 72 aree interne nella Strategia nazionale. Sono stati coinvolti 1.060 Comuni per circa 2 milioni di abitanti. Per il ciclo di programmazione 2021-2027, sono stati stanziati ulteriori 310 milioni di euro per le aree interne, con l’aggiunta di 43 nuove aree finanziate con risorse nazionali e regionali, e 13 nuove aree individuate dalle Regioni che beneficeranno di sole risorse regionali. Le 56 nuove aree interne comprendono 764 Comuni con poco più di 2 milioni di abitanti.
L’analisi della SNAI 2014-2020 ha evidenziato innovazioni e coinvolgimento di stakeholders locali, ma anche criticità come ostacoli burocratici e rigidità delle risorse disponibili. È emersa la necessità di una semplificazione delle regole e un rafforzamento del coordinamento centrale. Le previsioni demografiche indicano un declino della popolazione italiana, con una perdita prevista di circa 13 milioni di abitanti entro il 2080. Questo scenario comporta gravi criticità per le aree marginali, tra cui le aree interne e del Sud.
Il Piano strategico nazionale per le aree interne (PSNAI) mira a garantire unitarietà e coerenza politica per lo sviluppo di tali aree, massimizzando l’azione su questi territori attraverso la sinergia tra risorse nazionali ed europee. Individua gli ambiti di intervento e le priorità strategiche, come istruzione, mobilità, trasporto pubblico locale e mobilità, servizi socio-sanitari, a cui destinare le risorse del bilancio dello Stato disponibili allo scopo, tenendo conto del PNRR e delle risorse europee destinate alle politiche di coesione. Il Piano introduce elementi di innovazione rispetto alla programmazione 2014-2020, come la consultazione pubblica sulla piattaforma ParteciPA e i contributi del CNEL e del CENSIS.
Il CIPESS ha stabilito la suddivisione delle risorse complessive pari a 172 milioni di euro tra le 43 aree del ciclo di programmazione 2021-2027. Le risorse sono ripartite in 100 milioni di euro dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e 72 milioni di euro dal Fondo di rotazione istituito con la legge n. 183 del 1987. Tra gli interventi previsti, potranno essere inclusi progetti pilota finalizzati alla creazione di nuovi servizi. Il Piano evidenzia l’importanza di investire nei servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione, trasporti) e nel miglioramento della connettività, sia in termini di trasporto che digitale, per garantire che le persone delle aree periferiche rimangano collegate con i principali centri urbani. Sono esempi la telemedicina e l’e-learning. È confermata la possibilità per le Aree di utilizzare il 5% della dotazione in assistenza tecnica. Inoltre, è previsto un supporto centralizzato dedicato ai Comuni, finanziato con risorse disponibili per il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud;
Infine, il Piano prevede l’attribuzione di risorse pari a 20 milioni di euro al Ministero dell’interno – Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e 20 milioni di euro distribuiti alle 43 Nuove Aree e alle Isole Minori, per interventi finalizzati alla prevenzione e al contrasto degli incendi boschivi.
Le 8 ZES presenti fino al 31 dicembre 2023 in Italia, di cui 6 regionali e 2 interregionali, hanno rilasciato 279 autorizzazioni uniche (AU) tra giugno 2022 e dicembre 2023, con un investimento totale di 1,9 miliardi di euro e un incremento, secondo i commissari straordinari, di 6.027 unità lavorative. L’istituzione della ZES unica per il Mezzogiorno, operativa dal 1° gennaio 2024, che comprende tutte le regioni del Sud Italia, ha creato un quadro integrato e coerente per lo sviluppo economico del Mezzogiorno. La ZES unica offre vantaggi significativi, come la riduzione degli squilibri competitivi tra le imprese operanti in territori limitrofi e la creazione di un’area attrattiva per gli investimenti, con incentivi differenziati per rispondere alle diverse esigenze produttive e strategiche degli investitori. Da gennaio a novembre 2024 sono state chiuse positivamente 401 AU, con investimenti totali di 2,3 miliardi di euro e un incremento di 7.428 unità lavorative. La Campania ha registrato il 54% delle AU, seguita da Puglia (17%) e Sicilia (12%). La ZES unica ha facilitato e velocizzato le procedure di rilascio delle AU, con un aumento del 44% delle AU rilasciate (279 in 19 mesi vs 401 in 11 mesi) e un incremento medio mensile del 148% (15/mese vs 36/mese). Gli investimenti medi mensili sono aumentati del 102%, mentre le ricadute occupazionali medie mensili sono cresciute del 113%. Il Piano strategico della ZES unica ha individuato nove filiere strategiche da rafforzare: Agroalimentare & Agroindustria, Turismo, Elettronica & ICT, Automotive, Made in Italy di qualità, Chimica & Farmaceutica, Navale & Cantieristica, Aerospazio, e Ferroviario. Il Piano punta anche sullo sviluppo di tecnologie trasversali come tecnologie digitali, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse (Cleantech), e biotecnologie (Biotech), per creare un’industria moderna e innovativa. Lo Sportello Unico Digitale ZES (SUD ZES).
È stato istituito uno sportello unico digitale presso la Struttura di missione ZES, che integra gli sportelli unici digitali precedenti, per semplificare e accelerare le procedure amministrative. Sono confluiti gli sportelli unici digitali già attivati presso ogni Commissario straordinario. Inoltre, i tempi medi di rilascio delle A.U. si sono progressivamente ridotti nel corso del tempo: l’ultimo dato di settembre segna 31,6 giorni medi. Il decreto istitutivo ha introdotto un contributo sotto forma di credito d’imposta per le imprese che investono in beni strumentali nelle ZES. Successivamente, è stata aumentata l’autorizzazione di spesa a 3,4 miliardi di euro (+1,6 miliardi di euro). La spesa per le infrastrutture gestite dalla Struttura di missione ZES ha visto un’accelerazione significativa, con un incremento del 71% rispetto al periodo delle 8 ZES, raggiungendo 23,86 milioni di euro su un totale di 36,75 milioni di spesa sbloccata.
Le Zone logistiche semplificate (ZLS) sono state introdotte dalla legge n. 205 del 2017 per favorire nuovi investimenti nelle aree portuali delle regioni più sviluppate attraverso semplificazioni amministrative, fiscali, doganali e infrastrutturali. Le ZLS offrono autorizzazioni uniche per progetti economici e industriali, riduzione dei termini per autorizzazioni e concessioni, e possibilità di istituire zone franche doganali intercluse. Le opere per la realizzazione di progetti infrastrutturali nelle ZLS da parte di soggetti pubblici e privati sono ritenute di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Fra i benefici, è particolarmente rilevante il credito di imposta, che il decreto-legge n. 60 del 2024 ha esteso alle ZLS, essendo già previsto per la Zona economica speciale (ZES) unica, per l’acquisto di beni strumentali, con un limite di spesa di 80 milioni di euro per il 2024, destinato a nuove imprese e investimenti incrementali. Il decreto ministeriale 30 agosto 2024 ha definito le modalità di accesso al credito. Lo stesso decreto-legge 60/2024 ha previsto la possibilità per le regioni in transizione, ossia le Regioni Marche e Umbria, di istituire una ZLS.
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NOMINE
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato:
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