Si trasmette copia della Relazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo sull`Applicazione a titolo sperimentale dell`aliquota IVA ridotta sui servizi ad alta intensità di lavoro [SEC (2003) 622] del 2 giugno 2003.
La Commissione Europea ha ritenuto che, tenuto conto delle informazioni fornite dagli Stati membri e dei limiti dei metodi di analisi impiegati, a seguito della riduzione dell`aliquota IVA, non sia riscontrabile un sostanziale effetto positivo del suddetto provvedimento, nè in termini di occupazione nè in termini di emersione dell`economia sommersa.
Nello specifico, in termini di occupazione, il provvedimento si poneva l`obiettivo di incidere sull`incremento occupazionale attraverso la riduzione dell`aliquota IVA, ed il successivo effetto riduttivo sui prezzi finali dei beni, che avrebbe indotto un aumento della domanda degli stessi con conseguente aumento della produzione. In questo caso, l`aumento della produzione avrebbe dovuto essere coperto con nuovi posti di lavoro e non con un aumento della produttività (ossia producendo di più con lo stesso numero di persone) o con un prolungamento dell`orario di lavoro del personale già impiegato.
Al contrario, dall`analisi dell`andamento dei prezzi, il rapporto rileva che gli Stati membri hanno constatato che la ripercussione della riduzione dell`aliquota IVA sui prezzi al consumo non è stata mai totale, diversamente, una parte è servita ad aumentare gli utili dei fornitori. A medesime considerazioni si è giunti anche, specificatamente, per il settore delle ristrutturazioni edilizie di abitazioni private, compartimento nel quale gli operatori hanno applicato più facilmente la riduzione dell`aliquota IVA.
Per quanto attiene all`applicazione dell`aliquota IVA ridotta nella normativa italiana, non sembra però che la relazione consideri l`efficacia positiva derivante dalla riduzione dell`Iva nel settore delle ristrutturazioni edilizie, combinata con la detrazione delle spese per tali interventi, cd 36%, di cui all`art.1 della Legge 449/1997. è noto, infatti, che i due citati provvedimenti, considerati congiuntamente, come più volte evidenziato dall`Ance, risultano estremamente favorevoli sia in termini di aumento di posti di lavoro nel settore (65.000 unità, secondo le stime riportate nella stessa relazione) sia in termini di emersione dell`economia sommersa.
A conclusioni simili sembra giungere anche il Governo Francese che, nel valutare il beneficio della misura agevolativa, ha messo in evidenza come sia a quest`ultimo riconducibile un considerevole numero di nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni (circa 40.000 unità in più).
In tema di lotta all`economia sommersa, la logica sottostante la misura agevolativa in esame, pur risultando di immediata evidenza, in virtù dell`applicabilità esclusivamente per le imprese che esistono legalmente, ha comportato comunque una maggiore difficoltà in termini di valutazione degli effetti, proprio in ragione del fatto che si misura un`attività prima non dichiarata.
Ciononostante, tenuto conto dei risultati ed in particolare della difficoltà di trasferire nei prezzi ogni eventuale modifica della riduzione dell`aliquota IVA, la Commissione in conclusione ha ritenuto che lo strumento dell`IVA non sembra essere quello più idoneo per intervenire sulla domanda attraverso un impatto sui prezzi.
Viene comunque confermato che, nel corso del 2003, sarà elaborata dalla Commissione stessa e presentata al Consiglio e al Parlamento Europeo una proposta di direttiva, che avrà proprio l`obiettivo di migliorare il funzionamento del mercato interno attraverso una razionalizzazione dell`uso delle aliquote ridotte da parte degli Stati membri, dando a questi ultimi pari possibilità di applicazione delle stesse.
4588-SEC (2003) 622.pdfApri