Nella riunione del 12 ottobre scorso il Consiglio dei ministri, come già anticipato a suo tempo nel programma di governo, ha varato le modifiche al Codice dell`ambiente.
Lo schema, che non è immediatamente operativo, sarà sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni e quindi ad un duplice esame da parte delle Commissioni parlamentari prima della definitiva approvazione.
L`ANCE esprime una valutazione fortemente critica nei confronti del provvedimento perchè, se non interverranno modifiche, rischia di introdurre forti limitazioni nell`attività delle imprese senza nessun effettivo beneficio in termini ambientali, ma anzi farà crescere, soprattutto nel breve termine, l`incertezza interpretativa e la necessità di ricorrere all`apertura di nuove cave per inerti.
L`ANCE auspica che nel prossimo iter parlamentare il provvedimento, attraverso il confronto costruttivo con le organizzazioni di categoria, possa essere oggetto di modifiche che reintroducano un principio di sostenibilità tecnica ed economica nella gestione dei rifiuti per il settore delle costruzioni.
In particolare gli aspetti che coinvolgono il settore sono relativi:
–all`abolizione dell`esclusione dalla normativa dei materiali litoidi estratti a seguito di interventi di manutenzione fluviale;
–alla riduzione del deposito temporaneo a 20 mc/max per i rifiuti speciali non pericolosi (attualmente 3 mesi senza quantitativo);
–alla modifica della gestione delle rocce e terre da scavo con restrizioni d`uso e maggiori oneri amministrativi e tecnici per le imprese, nonchè criteri di analisi da definire;
–all`iscrizione obbligatoria all`Albo gestori ambientali, senza alcuna facilitazione (quindi necessità del direttore tecnico, perizia dei veicoli, garanzie finanziarie), per il trasporto di propri rifiuti;
–alla soppressione dei criteri per l`analisi di rischio per i siti soggetti a bonifica.
Inoltre, poichè il testo approvato entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, si avrà un impatto immediato su tutte le attività in corso, visto che dal mancato rispetto della nuova normativa deriveranno sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche penali.