Il 19 e 20 ottobre scorsi si sono tenute presso le Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato due audizioni nell`ambito dell`indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma del Titolo V, Parte II della Costituzione, cui ha preso parte anche una delegazione dell`ANCE.
Avviata con le Leggi “Bassanini”” (L. 59/1997 e L. 127/1997) e formalizzata a livello costituzionale con la Legge 3 del 2001, la riforma federalista dell`ordinamento statale, volta ad attribuire maggiori poteri e competenze alle Regioni ed agli enti locali, è ora nel pieno della sua fase attuativa e il Parlamento, essendo trascorsi quasi cinque anni dalla sua approvazione, ha inteso procedere ad una indagine conoscitiva per approfondire alcune specifiche questioni ed evidenziare le prime criticità del nuovo sistema.
Le sedi di raccordo, consultazione e co-decisione fra Stato, regioni ed enti locali
In particolare, nel corso dell`audizione del 19 ottobre sul tema degli organi istituzionali di raccordo, cui hanno partecipato il Presidente, ing. Paolo Buzzetti ed il Direttore Generale, dott. Carlo Ferroni, l`ANCE ha sottolineato che l`approccio del mondo imprenditoriale edile alle tematiche costituzionali è quello di valutare l`idoneità del sistema delle istituzioni ad:
– evitare conflitti di attribuzione paralizzanti,
– garantire la certezza del diritto per gli operatori e la parità di condizioni tra le imprese
– garantire altresì l`efficienza e l`efficacia dell`assetto amministrativo nel costante rispetto dei principi di semplificazione e trasparenza.
Su questa premessa, è stato rilevato come il sistema di decentramento delle competenze legislative ed amministrative sconti una forte carenza di coordinamento tra enti a causa della mancata previsione di una apposita sede di raccordo politico.
è quanto si nota nel rapporto tra Stato, Regioni ed autonomie locali ed ancor di più quando la Corte Costituzionale viene chiamata a posteriori a regolare il contenzioso tra Stato e Regioni, laddove non si è realizzata la necessaria preventiva concertazione istituzionale. La Consulta in sostanza è chiamata a svolgere non solo un controllo di legittimità delle leggi, ma anche un ruolo di supplenza politica che non le è proprio
Le principali preoccupazioni dell`ANCE si appuntano, pertanto, sulle conseguenze di questo “vuoto”” istituzionale sul nuovo assetto delle competenze legislative fra Stato e Regioni, in particolare, relativamente alle materie inerenti l`esercizio dell`attività del settore delle costruzioni: governo del territorio, ambiente e beni culturali.
Proprio per risolvere questo “nodo”” istituzionale, l`ANCE ha avanzato due proposte:
· la redazione da parte della Conferenza Stato-Regioni di un documento annuale di programmazione del territorio che assegni priorità di intervento in vista di obiettivi di coesione territoriale, conferendo in tal modo certezza all`attività degli enti locali ed alle aspettative di operatori e cittadini;
· l`attribuzione alla Regione della funzione di arbitro nei conflitti Provincia/Comuni.
Le forme territoriali di governo
Durante l`audizione del 20 ottobre, inoltre, l`ANCE si è soffermata sui mutamenti che hanno interessato le autonomie territoriali in questi ultimi anni, caratterizzati dal sorgere di nuove esigenze di sviluppo del territorio che ne hanno messo in discussione il ruolo originario, volto primariamente a garantire il perseguimento e la tutela dell`interesse pubblico soprattutto attraverso la funzione di controllo.
Col tempo infatti la società civile ha mostrato nuove attese nei confronti della funzione pubblica chiamata a superare la dimensione prettamente localistica della propria attività per elaborare strategie di sviluppo informate alla competitività ed al confronto tra territori.
La riforma costituzionale del 2001 ha costruito un sistema territoriale nuovo, con l`attribuzione di pari dignità istituzionale a comuni, province e regioni e Stato e con la presenza di un nuovo ente: le città metropolitane.
Si è però ancora in attesa del nuovo ordinamento degli enti locali, adeguato ai principi federalisti e che contenga anche la disciplina per la costituzione e il governo di queste nuove realtà territoriali do area vasta.
A giudizio dell`ANCE la riforma delle autonomie territoriali potrebbe rappresentare proprio l`occasione per superare la persistente rigidità nella gestione degli enti e nei rapporti tra amministrazioni, che emerge soprattutto nell`ambito della pianificazione territoriale ed urbanistica.
In sintesi: occorre creare le condizioni per rafforzare la capacità di governo del territorio da parte delle amministrazioni locali e garantirne lo sviluppo competitivo, attraverso, ad esempio:
· la creazione di una cabina di regia statale presso l`Ufficio per il federalismo amministrativo nell`ambito del Ministro per gli affari regionali, volta ad assicurare la cooperazione ed il coordinamento degli enti nell`esercizio dell`attività;
· il riordino e l`accorpamento di competenze e funzioni amministrative per settori omogenei
· l`unificazione degli sportelli unici comunali per impianti produttivi ed edilizia con l`attribuzione di poteri coercitivi al responsabile anche nei confronti delle autorità preposte a salute, sicurezza, ambiente.
Si veda precedente del 17 ottobre 2006.
In allegato i documenti depositati dall`ANCE.