L`Aula del Senato ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge recante “Ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato sull`Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea e alcuni atti connessi, con atto finale, protocolli e dichiarazioni, fatto a Lisbona il 13 dicembre 2007“ (DDL 759/S, Relatore il Sen. Lamberto Dini del Gruppo parlamentare PdL).
Con la firma del Trattato di Lisbona da parte dei Capi di Stato e di governo si è chiusa una fase di riflessione e incertezza che si era aperta con l`esito negativo dei referendum organizzati in Francia e nei Paesi Bassi per l`approvazione del Trattato costituzionale firmato a Roma nell`ottobre 2004.
Il nuovo trattato, che tra i suoi contenuti prevede il rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali, fissa una nuova serie di principi sui quali si fonderà l`azione dell`Unione europea e rafforza i poteri e le competenze dell`Ue sia sul fronte esterno, sia su quello interno.
Le maggiori novità contenute nel testo riguardano l`architettura generale dell`Unione con la conferma della sua personalità giuridica unica, le istituzioni e il loro funzionamento.
A questo riguardo, viene prevista, in particolare, la figura del presidente stabile del Consiglio europeo eletto per due anni e mezzo, che sostituisce la presidenza di turno a rotazione semestrale, oggi assegnata al premier del Paese in carica e l`istituzione dell`Alto rappresentante dell`Unione per la politica estera e di sicurezza comune, con il doppio ruolo di vicepresidente della Commissione europea.
Altri elementi importanti riguardano: l`ampliamento dei poteri del Parlamento europeo, soprattutto in materia di bilancio; l`estensione del ricorso alla maggioranza qualificata in molti altri settori, tra cui l`asilo e l`immigrazione; il superamento della struttura a tre pilastri (Comunità europea, politica estera e di sicurezza comune, Cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale) e le nuove disposizioni in tema di solidarietà energetica e di mutamento climatico.
Con riferimento ai Parlamenti nazionali dei Paesi membri, rispetto a quanto già prevedeva il Trattato costituzionale, vengono ulteriormente rafforzati il loro ruolo e le procedure in materia di controllo dell`applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.
Viene, inoltre, previsto che gli stessi contribuiscono al buon funzionamento dell`Unione attraverso una serie di attività appositamente individuate: vengono informati dalle istituzioni dell`Unione e ricevono i progetti di atti legislativi dell`Unione in conformità del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell`Ue (allegato al Trattato); vigilano sul rispetto del principio di sussidiarietà; partecipano, nell`ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, ai meccanismi di valutazione ai fini dell`attuazione delle politiche dell`Unione in tale settore; partecipano alle procedure di revisione dei trattati; vengono informati delle domande di adesione all`Unione e partecipano alla cooperazione interparlamentare tra Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo.
Il citato Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell`Ue stabilisce, in particolare, una serie di obblighi di informazione e misure di trasparenza che dovrebbero mettere le Assemblee dei Paesi membri nella condizione di esercitare pienamente la propria funzione di controllo sui rispettivi governi. Viene, altresì, esteso da sei a otto settimane, rispetto al Trattato costituzionale, il periodo previsto per l`esame dei progetti di atti legislativi da parte dei Parlamenti nazionali, prima che gli stessi vengano iscritti all`ordine del giorno provvisorio del Consiglio ai fini della loro adozione o dell`adozione di una posizione nel quadro di una procedura legislativa.
Ulteriori disposizioni riguardano l`applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità che regolano l`intervento dell`Unione europea nei settori che non sono di sua competenza esclusiva, nell`ambito delle proposte comunitarie in corso d`adozione. La stessa interviene, infatti, solo nella misura in cui gli obiettivi fissati dal Trattato non possano essere sufficientemente raggiunti dagli Stati membri e la sua azione non può andare al di là di quanto è necessario per il conseguimento degli stessi.
In relazione al controllo dei suddetti principi, svolto dai Parlamenti nazionali, oltre al meccanismo di controllo politico ex ante (c.d. “early warning“ o “allerta precoce””), già previsto dal Trattato costituzionale, il Trattato di Lisbona aggiunge un`ulteriore procedura con la quale si prevede che qualora una maggioranza semplice dei voti espressi dai Parlamenti nazionali contesti la proposta della Commissione per mancato rispetto del principio di sussidiarietà, tale proposta possa essere mantenuta, modificata o ritirata. Nel caso in cui scelga di mantenerla, la Commissione deve spiegare in un parere motivato perchè ritenga la proposta conforme al principio di sussidiarietà. I pareri espressi dai Parlamenti nazionali e dalla Commissione sono sottoposti al legislatore dell`Unione (Consiglio e Parlamento) che può bloccare la proposta con la maggioranza dei voti del Parlamento europeo e del 55% dei membri del Consiglio.
Su istanza degli stessi Parlamenti nazionali, il rispetto del principio di sussidiarietà potrà, inoltre, essere verificato dalla Corte di giustizia.
L`entrata in vigore del Trattato di Lisbona è prevista per il 1° gennaio 2009 a seguito del deposito degli strumenti di ratifica da parte di tutti i 27 Stati membri.
Testo del disegno di legge come approvato dal Senato (
DDL 759/S)