Il Ministero degli Affari Esteri ha promosso il 21 luglio u.s. una Country Presentation su Sierra Leone e Senegal alla quale hanno partecipato, fra gli altri, il Ministro Frattini, i Ministri del Commercio dei due Paesi e numerose associazioni di categorie e imprese, fra cui l’Ance ed alcune imprese associate. Si allega il programma dell’evento (All. 1).
Circa il Sierra Leone, è emerso che dal 2002, dopo oltre 10 anni di guerra civile, il Paese ha avviato un programma di ricostruzione che mette al centro lo sviluppo del settore privato, finanziato dalla Banca Mondiale e soprattutto dai proventi delle esportazioni minerarie (bauxite, ferro, diamanti e oro) su cui il Paese punta per rilanciare l’economia, la quale ha registrato negli ultimi 6 anni un tasso di crescita medio del 6%. Il Paese prevede inoltre di firmare nel novembre con l’Italia un Accordo bilaterale di promozione e protezione degli investimenti, attualmente mancante.
Fra i settori prioritari su cui il Sierra Leone già investe e punta per il futuro rientrano il turismo, per lo sviluppo della ricezione alberghiera oggi quasi inesistente, e soprattutto le infrastrutture. Da segnalare sono soprattutto gli interventi previsti per l’ammodernamento dell’aeroporto di Freetown, la cui pavimentazione sarà probabilmente finanziata dalla Banca Mondiale, e del Porto della capitale, per i cui appalti saranno bandite gare intorno alla fine di agosto p.v. Il Ministro del Commercio Carew, intervenuto, ha espresso l’auspicio a che le imprese di costruzioni italiane, che godono di rinomate capacità e tecnologie, partecipino alle gare e investano nel Paese.
Circa il Senegal, sebbene il Paese non gode di fonti energetiche proprie rilevanti, esso è fra gli stati più sviluppati ed affidabili dell’Africa occidentale ed ha registrato negli ultimi 5 anni un tasso di crescita medio del 5% ed un tasso di inflazione al di sotto del 2%. Il Senegal è membro dell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (UEMOA), che dal 2000 ha adottato con gli Stati vicini una tariffa esterna comune ad un mercato di oltre 70 milioni di consumatori, e del Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa (NEPAD), una strategia dello sviluppo dei Paesi membri che prevede consistenti investimenti in diversi settori fra cui in infrastrutture ed energia. Il Paese gode inoltre di fondi per lo sviluppo provenienti da Banca Mondiale, Unione Europea (nell’ambito del FES X), Banca Europea per gli Investimenti e aiuti bilaterali soprattutto dalla Francia. L’Italia è il 5° partner commerciale del Senegal, con un interscambio di 77 milioni di Euro nel 2008, e fra i due Paesi esistono rapporti ormai consolidati: dal 1962 opera stabilmente una Commissione bilaterale di cooperazione economica e commerciale; nel 2008 è stato ratificato da entrambe le parti l’Accordo bilaterale per la Promozione e la Protezione degli investimenti firmato nel 2000.
Dal punto di vista infrastrutturale, il Governo senegalese ha attivato un ampio piano di interventi finanziato dagli organismi internazionali citati, dal debito estero da contrarre a condizioni favorevoli e soprattutto dai Paesi del Golfo Persico, dalla Cina e dall’India. Il piano ha già visto la costruzione di 14.500 km di strade, 1.060 km di ferrovie, 3 aeroporti internazionali ed 1 porto moderno ed in espansione, e prevede nei prossimi anni la realizzazione dei seguenti 8 grandi progetti prioritari, in parte già affidati a compagnie straniere:
1. il nuovo aeroporto internazionale di Blaise Diagne (costo stimato di 300 milioni di Euro) che sorgerà a 46 km dalla capitale Dakar per decongestionare il traffico aereo esistente, i cui lavori sono già stati affidati ad una compagnia tedesca;
2. un’autostrada a pedaggio Dakar-Thiès (costo stimato di 165 milioni di Euro), di cui la sezione Dakar-Diamniadio di 36 km è già di costruzione da parte di un’impresa francese;
3. un parco industriale e commerciale, The Diamniadio Platform, su un terreno di 5.500 ettari a 35 km da Dakar, da realizzare in collaborazione con Dubai, finalizzato ad ospitare varie attività economiche dislocate dalla capitale per le quali sono previsti vantaggi fiscali;
4. interventi di espansione del porto di Dakar, attualmente gestito dall’impresa Dubai Port;
5. un vasto intervento di privatizzazione e riabilitazione della rete ferroviaria senegalese;
6. la realizzazione di un piano decennale di lavori stradali e ferroviari dell’area urbana di Dakar, secondo un progetto della Banca Mondiale;
7. tre distinte aree residenziali con strutture di divertimento dislocate sul territorio denegale, di cui una a 300 km a sud di Dakar in cui è prevista la costruzione di 8.000 alloggi;
8. un nuovo centro politico ed economico di Dakar, ancora in fase di studio e progettazione;
Nell’ambito del NEPAD, inoltre, sono stati destinati 25 miliardi US$ ad una serie di interventi in vari settori, fra cui quello delle infrastrutture, coinvolgenti in parte anche il territorio senegalese: l’autostrada Dakar-Gibuti; la ferrovia Dakar-Possudo; il Ponte di Rosso di collegamento fra Senegal e Mauritania; e la costruzione di 70.000 alloggi. In particolare, il Dr. Ndiaye, Consigliere speciale del Consigliere della Repubblica senegalese al quale compete la supervisione dei grandi progetti NEPAD, ha auspicato un cospicuo coinvolgimento delle imprese edili italiane nei vasti progetti infrastrutturali citati che impegneranno il Paese nei prossimi anni.
Le imprese interessate ad uno od entrambi i Paesi sono inoltre invitate a farlo conoscere per iscritto a questo Ufficio per i seguiti del caso (att.ne Nicolò Andreini,
estero@ance.it).
Allegato – Programma della Country Presentation su Sierra Leone e Senegal del 21 luglio 2009