Il Portogallo è tra i Paesi europei dove si è maggiormente fatto ricorso alla formula del Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per la realizzazione dei grandi investimenti infrastrutturali, in particolare nel settore dei trasporti. In tale contesto, il 28 e 29 gennaio scorsi, si è tenuto a Lisbona un seminario internazionale, organizzato con i buoni uffici della Commissione Europea, sul tema “Partenariati Pubblico-Privati nell’Alta Velocità Ferroviaria: L’Esperienza Portoghese” dedicato appunto ai PPP nell’Alta Velocità Ferroviaria, al quale ha partecipato in veste di relatore anche il Vice Ministro italiano ai Trasporti, Sen. Roberto Castelli (nei prossimi giorni saranno forniti eventuali resoconti circa i temi trattati e gli incontri svolti).
Secondo quanto riportato da uno studio realizzato dall’Associazione Nazionale degli Imprenditori di Opere Pubbliche (ANEOP), il Portogallo avrebbe sorpassato la Germania e l’Inghilterra nella liste dei Paesi europei che più fanno ricorso alla formula del Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per la realizzazione delle grandi opere pubbliche, collocandosi così soltanto dietro la Spagna, che occupa la vetta di questa speciale classifica. Gli impegni di investimento già annunciati dal Governo portoghese, per l’orizzonte temporale che arriva fino al 2017, ammontano infatti ad oltre 51 miliardi di euro, un ammontare vicino ad un terzo di tutta la ricchezza nazionale prodotta in un anno e che equivale ad una spesa media annua di 8,5 miliardi, praticamente il costo totale del progetto per l’Alta Velocità Ferroviaria portoghese.
La scelta preferenziale operata dal Portogallo in favore di questo tipo di contratti si spiega con il fatto che essi consentono, tra le altre cose, di avanzare in modo immediato che le infrastrutture ed i servizi, senza che i costi della contrattazione si riflettano sul breve-medio termine, ma piuttosto sul lungo termine della durata delle concessioni, che generalmente in Portogallo hanno una scadenza trentennale. Per questo dunque, come afferma anche l’economista Marianna Abrantes de Sousa, specialista di questo tipo di partenariati, i PPP sono diventati quasi una regola, soprattutto delle infrastrutture dei trasporti, tanto che al momento essi riguardano ben 86 concessioni, delle quali 62 sono già in fase di sfruttamento, 17 sono nella fase di investimento e 9 in fase di lancio. L’economista aggiunge inoltre che i PPP hanno consentito al Portogallo di recuperare terreno rispetto allo storico deficit di investimenti anteriore al 1986, anche se essi presentano il rischio connaturato di rendere l’investimento pubblico dipendente dai mercati finanziari, sia per quanto riguarda l’ammontare da investire che per la selezione dei progetti.
Per illustrare i benefici derivanti allo Stato dall’investimento in questo tipo di partenariati, i responsabili dell’ANEOP citano l’esempio degli investimenti realizzati per lo sviluppo, appunto, del settore dei trasporti: senza il ricorso ai PPP, essi giudicano che i progetti di infrastrutture stradali realizzati tra il 1999 ed il 2003 sarebbero costati allo Stato circa 2,3 miliardi di Euro in più rispetto agli 8 miliardi effettivamente investiti. Per l’ANEOP la valutazione di questo strumento operativo-finanziario è quindi sostanzialmente positiva, e tale da suggerire un suo utilizzo ancora più intenso negli anni a venire. Viene peraltro riconosciuto che, nell’esperienza dei PPP in Portogallo, vi sono state anche delle ombre: viene infatti in qualche modo lamentato un ricorso forse eccessivo al partenariato pubblico-privato nonché il fatto che una grande parte dei progetti di PPP siano stati varati in una fase di crisi economica e creditizia e che le decisioni di investimento si siano concentrate soprattutto negli ultimi due o tre anni.
Sarebbe quindi necessaria un’attenta verifica di detta esperienza nel contesto della gestione dell’investimento pubblico, al fine di stabilire se la formula del PPP sia stata utilizzata nel miglior modo per garantire una crescita sostenibile. Ed è per questo che il Governo portoghese si è assunto il compito di rivedere e, possibilmente, consolidare i principi base che regolano tali contratti. Al riguardo, nel cosiddetto documento delle Grandi Opzioni di Progetto, il Governo ha anche stabilito la creazione di un organismo centralizzato il quale, sotto la dirigenza del Ministero delle Finanze, rilevi i costi e i benefici effettivi che investimenti di questo genere comportano.