Nel corso del seconda metà del 2009, si è sviluppato un ampio dibattito sul miglioramento della competitività del Mezzogiorno. Dibattito ampiamente alimentato dall`annuncio, da parte dell`Esecutivo nazionale, della presentazione di un “Piano per il Mezzogiorno”” e della costituzione della “Banca per il Mezzogiorno”” e che è stato incentrato sui problemi strutturali del Mezzogiorno e sulla capacità della realtà meridionale a colmare i ritardi che la contraddistinguono in numerosi settori.
Tutti gli osservatori hanno ricordato che l`inadeguatezza di alcuni importanti fattori produttivi (Innovazione tecnologica, competenza umane, concorrenzialità dei servizi, dotazione infrastrutturale) -criticità che riguarda tutto il territorio nazionale- è particolarmente marcata nel Sud e hanno sottolineato la necessità di accompagnare la politica regionale europea da una azione incisiva delle politiche nazionali ordinarie a favore del Mezzogiorno.
Molti hanno sottolineato che le istituzioni nazionali e locali hanno un ruolo importante nel garantire la riuscita di una strategia di miglioramento della competitività del sistema economico del Mezzogiorno in particolare nell`attuazione della programmazione dei fondi europei e dei fondi nazionali destinati alle regioni in ritardo di sviluppo.
Complessivamente, le risorse disponibili per l`attuazione di politiche a favore del Mezzogiorno, pianificate nell`ambito della programmazione unitaria 2007-2013 dei fondi strutturali e del fondo nazionale per le aree sottoutilizzate (Fas), ammontano a circa 89,7 miliardi di euro di cui, secondo le stime dell`Ance, 35,6 miliardi di euro (17 dai fondi strutturali e 18,6 dal Fas) sono destinati ad infrastrutture e costruzioni.
Questo ingente ammontare di risorse può avere effetti positivi sulla tenuta del mercato delle costruzioni e sullo sviluppo economico dell`area. Un utilizzo efficace di queste risorse può inoltre contribuire, come recentemente evidenziato dalla Commissione Europea nel suo Rapporto strategico 2010, ad accelerare l`uscita dalla crisi rispondendo alle esigenze di sviluppo e al contempo contrastando gli effetti della crisi.
Ma a tre anni e mezzo dall`avvio della programmazione molte risorse non sono state rese pienamente operative e lo stato di avanzamento dei programmi rimane preoccupante anche se segnali positivi si sono registrati nel corso dell`ultimo semestre per quanto riguarda l`utilizzo dei fondi europei.
Dopo un avvio molto ritardato dalle procedure di conclusione del precedente periodo di programmazione (2000-2006) e dall`incertezza relativa alla riprogrammazione finanziaria delle risorse del Fas, i programmi operativi dei fondi strutturali (PON, POR) hanno infatti cominciato a diventare operativi -dal punto di vista dell`attivazione delle risorse- grazie ad una forte accelerazione impressa a partire dall`ultimo trimestre del 2009.
A fine febbraio 2010, il livello medio degli impegni dei programmi del Mezzogiorno aveva raggiunto il 16,5% delle risorse. Alcune regioni, come ad esempio la Basilicata (39% di risorse impegnate), presentano però livelli di avanzamento ben superiori alla media.
Nell`attuazione dei programmi, i decisori nazionali e locali hanno dato priorità all`attivazione delle misure relative ad infrastrutture per la mobilità ed il trasporto ed agli interventi destinati a migliorare la competitività delle città e dei sistemi urbani ma la spesa risulta ancora molto modesta e, concretamente, molti progetti e cantieri potranno essere avviati soltanto nei prossimi mesi.
Visto la limitata quota di risorse impegnate, le Regioni potrebbero considerare l`opportunità di finanziare, nell`ambito di interventi articolati di riqualificazione urbana, anche interventi su edifici privati, così come consentito dalle modifiche apportate recentemente ai regolamenti europei. Utilizzando appieno questa opportunità, più di 700 milioni di euro potrebbero essere destinati ad interventi nelle varie Regioni del Mezzogiorno. Queste risorse andrebbero ad aggiungersi ai 2,5 miliardi di euro già previsti nei programmi regionali per realizzare interventi di riqualificazione degli spazi pubblici nelle zone urbane degradate.
Per quanto riguarda le risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate, si registra un`allarmante situazione di stallo per i programmi regionali del Mezzogiorno la cui approvazione -a parte il caso della Sicilia- è sistematicamente rinviata dal Governo, nonostante l`annuncio del “Piano del Mezzogiorno””, mentre alcuni programmi sono stati presentati dalle Regioni più di un anno fa.
A tre anni di distanza dall`avvio del periodo di programmazione (2007-2013), il persistente rinvio dell`approvazione dei programmi Fas rimette in discussione il principio di base della programmazione unitaria delle risorse europee e nazionali, basato sull`articolazione tra programmi finanziati con i fondi europei e programmi finanziati con i fondi nazionali.
La mancata approvazione di questi programmi rende incerta la programmazione finanziaria e temporale di interventi infrastrutturali finanziati per un importo pari a circa 11 miliardi di euro.
A livello nazionale, il programma di infrastrutture nel Mezzogiorno, finanziato con le risorse del Fas per 7,6 miliardi di euro, risulta solo parzialmente attivato: il 52% dei finanziamenti è stato finora confermato dal Cipe. Finora quasi nessun cantiere è stato ancora attivato ed alcune decisioni assunte dopo l`approvazione del Programma di interventi (Cipe 26 giugno 2009) potrebbero inoltre rimettere in discussione parte della programmazione e ritardare l`avvio dei cantieri.
Tornando al tema delle politiche nazionali ordinarie a favore del Mezzogiorno, occorre sottolineare che il “Rapporto strategico 2009“ pubblicato a gennaio 2010 dal Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in evidenzia che, negli ultimi mesi, la congiuntura economica negativa ha portato il Governo a destinare ad altre finalità risorse nazionali originariamente destinate al Mezzogiorno.
Una parte delle risorse europee è stata infatti utilizzata per sopperire alla mancanza di risorse statali, con conseguente riduzione del 15% dell`addizionalità delle risorse comunitarie prevista dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013.
Di fatto, la quota di spesa in conto capitale destinata al Mezzogiorno si è limitata nel biennio 2008-2009 al 34,8% del totale nazionale.
Solo attuando pienamente i programmi comunitari e nazionali previsti, e quindi rispettando il principio di addizionalità delle risorse europee, tale quota potrà tornare a crescere progressivamente da qui al 2013 (fino al 42%). Ma le ultime decisioni del Governo sul Fas non sembrano andare in questo senso perchè destinano, de facto, ad altre realtà geografiche risorse che, in base alla normativa attuale, dovrebbero essere destinate al Mezzogiorno.