Presentate delle ipotesi di modifica delle direttive 2004/17 e 2004/18
Le autorità pubbliche spendono ogni anno il 18% del PIL in beni, servizi e lavori. La politica degli appalti pubblici deve assicurare un impiego ottimale di tali fondi, per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro e contribuire così alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. La revisione delle direttive relative agli appalti pubblici fa parte di un programma complessivo finalizzato a una profonda modernizzazione degli appalti pubblici nell’Unione europea. La riforma della normativa sugli appalti pubblici costituisce una delle dodici azioni prioritarie nell’ambito dell’Atto per il mercato unico, adottato nell’aprile 2011. Per tutti gli Stati membri, l’efficacia della commessa pubblica è diventata una priorità di fronte alle attuali restrizioni di bilancio. Perciò è necessario disporre di strumenti flessibili e semplici da utilizzare, che permettano ai poteri pubblici e ai loro fornitori di concludere contratti trasparenti e competitivi il più facilmente possibile per acquistare al miglior rapporto qualità/prezzo (“value for money”).
La riforma proposta mira a modernizzare profondamente i mezzi e gli strumenti esistenti. L’obiettivo primario consiste nella semplificazione e nello snellimento della normativa e delle procedure. In tal senso, la Commissione propone in particolare la possibilità di ricorrere sempre più alla procedura negoziata; l’estensione e a medio termine la diffusione generale dell’elettronica come modo di comunicazione; la drastica riduzione degli oneri amministrativi tra cui la documentazione richiesta agli operatori economici che agevolerà il lavoro di questi ultimi.
L’accesso agli appalti pubblici delle PMI sarà agevolato dalle misure che riducono gli oneri e da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un’offerta.
Inoltre, la riforma proposta dà rilevanza all’aspetto qualitativo della commessa pubblica, tenendo maggiormente in considerazione i criteri sociali e ambientali e il costo del ciclo di vita dell’opera, l’inserimento delle persone vulnerabili e svantaggiate.
La riforma comprende anche il miglioramento delle garanzie esistenti per contrastare i conflitti di interesse, il favoritismo e la corruzione onde garantire maggiormente l’integrità delle procedure, tenuto conto delle implicazioni finanziarie, e prevede la designazione da parte degli Stati membri di un’autorità nazionale unica incaricata della vigilanza, dell’esecuzione e del controllo degli appalti pubblici per garantire un’applicazione migliore delle norme nella pratica.
Le proposte della Commissione sono state trasmesse al Consiglio dei Ministri e al Parlamento europeo per avviare l’iter legislativo, con l’ambizione di arrivare all’adozione delle nuove direttive entro la fine del 2012.
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5253-20111220public procurement.pdfApri