[www.ilsole24ore.com – 19/02/2012 – di Marco Ferrando]
«I prestiti alle imprese sono scesi a dicembre di oltre 20 miliardi»
«Fino allo scorso novembre il credito erogato dalle banche italiane al settore privato non finanziario aveva continuato ad aumentare, pur se a ritmi decrescenti. A dicembre, invece, i prestiti alle imprese si sono contratti di circa 20 miliardi, e in base ai dati preliminari un’ulteriore, lieve, contrazione si sarebbe verificata in gennaio». Se della stretta del credito che affligge l’Italia serviva un’ulteriore certificazione, ieri al congresso Assiom Forex è arrivata quella più significativa, direttamente dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Davanti ai 1.500 operatori finanziari radunati alla fiera di Parma, il governatore ha confermato che la stretta c’è, è pesante e non va unicamente ricondotta al ridimensionamento della domanda di finanziamenti da parte delle imprese: «Le indagini svolte presso banche e imprese – ha sottolineato Visco – segnalano anche un irrigidimento nelle condizioni di offerta dei prestiti».
Sollevato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, esaminato dal Comitato esecutivo dell’Abi durante la seduta di venerdì scorso, il problema del credito sembra un dato ormai acquisito anche per i banchieri e nessuno, ieri a Parma, cercava di argomentarne l’inesistenza. Certo, quello che per le imprese è il credit crunch, per le banche resta più semplicemente una riduzione dei flussi di credito, dovuta a una contrazione sia di offerta che di domanda. Ma il tentativo comune è quello di capire come uscire al più presto da una situazione che frena, e quindi penalizza, l’attività di entrambi: «Servirebbe una grande azione di sistema», suggerisce il presidente di Assonime e di Bnl, Luigi Abete, che prova a lanciare l’ipotesi di «un fondo di garanzia nazionale capace di mettere insieme le risorse degli enti locali, delle camere di commercio, dei confidi». Secondo Abete – comunque – «non bisogna confondere pluralità di casi di tensione o difficoltà con fenomeni di credit crunch generalizzato, che allo stato non appare in una dimensione di rischio rilevante».
Per Andrea Beltratti, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, «stiamo pagando oggi le conseguenze dell’autunno terribile che abbiamo vissuto sui mercati europei e in particolare in Italia»; motivo per cui, ragiona Beltratti, con la primavera è lecito attendersi un alleggerimento della tensione. «In ogni caso – aggiunge – ha perfettamente ragione il governatore quando ricorda che le banche dovranno dimostrare di saper svolgere la loro funzione di allocazione del credito, con un’acuita capacità selettiva. Dovremo aggiornare i nostri criteri, per finanziare chi se lo merita».
Dunque c’è da alzare l’asticella. Il punto, per tutti, è questo: banche più selettive per imprese più competitive, «con maggiori capacità di innovazione, di patrimonializzazione, di internazionalizzazione», come dice ancora Abete. «La necessità – conclude Giampiero Maioli, ad di Cariparma – è che le pmi si dotino dei mezzi patrimoniali per resistere alla crisi. Tuttavia, già nelle prossime settimane, ci aspettiamo un primo allentamento delle tensioni».
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