[La Stampa – 04/03/2012 – di R. GI.]
L`edilizia in piazza contro la crisi
Erano trentamila (numeri «veri», non gonfiati come si fa di solito, hanno detto gli organizzatori) i lavoratori edili che hanno partecipato alla manifestazione nazionale a Roma, organizzata dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil. Una giornata di protesta indetta per denunciare la gravissima crisi che da quattro anni sta annientando il settore delle costruzioni, che dal 2008 ha perso quasi 400.000 posti di lavoro e ha registrato migliaia di fallimenti di imprese. Una protesta di fatto condivisa anche dalle imprese, che con una nota dell`Ance hanno espresso il loro appoggio alle richieste delle organizzazioni sindacali, affermando che «stiamo denunciando da tempo la gravissima crisi nella quale ormai versa senza alcun segnale di ripresa uno dei settori più importanti dell`economia del Paese», e che dunque «l`Ance condivide i motivi che hanno spinto Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil a indire una manifestazione di protesta».
Alla testa del corteo – che ha percorso per un breve tratto il centro storico di Roma concludendosi al Colosseo – i rappresentanti dei lavoratori della Metro C di Roma, che con il lutto al braccio hanno ricordato Luigi, il giovane lavoratore morto venerdì, l`ennesima vittima delle morti bianche sul lavoro. Più dietro – a simboleggiare la morte del lavoro edile, strangolato dalla crisi e dal taglio degli investimenti da parte dei governi di questi anni – una specie di corteo funebre
con tanto di bara e lumini. Ancora dietro, delegazioni provenienti da tutta Italia.
«Come noto, il settore delle costruzioni è sempre stato il classico settore anticiclico ha detto nel comizio finale il segretario generale Cgil Susanna Camusso. – Per questo, se non riparte questo settore non è vero che riparte la crescita. Ed è questa la ragione per cui chiediamo che si riparta con gli investimenti». Anche perchè secondo Camusso con il governo Monti «si continua in una politica fatta di rigore monetario e politiche di bilancio e non di politiche per la crescita. Chi pensa che da una situazione dicrisi come questa si possa uscire senza uno sforzo pubblico che orienti e determini gli investimenti dice una cosa che non è vera». Insomma, liberalizzazioni e nuovo mercato del lavoro «sono cose necessarie ma – ha concluso – non quello che mette in moto il paese». Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni «quando l`edilizia va, il paese va. è la leva per riprendere l`economia». E al premier Mario Monti, «che vuole essere europeo», la richiesta «di fare una norma europea: abolisca il sistema del massimo ribasso, che è l`anticamera degli interessi mafiosi». «Questo governo ha cambiato l`immagine del Paese ma non la sua realtà – ha detto il numero uno Uil Luigi Angeletti – l`immagine è importante perchè devono prestarci i soldi ma la sostanza non è per nulla cambiata. Ora serve una politica per la crescita che non può non partire dal settore edile».
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