[Il Sole 24 Ore – 19/03/2012 – di Anna Del Freo]
Golfo Persico. Missione di Confindustria per cogliere le chance in vista del torneo iridato di calcio nel 2022
Qatar in versione mondiale
Previsti investimenti in infrastrutture per 60 miliardi di dollari
Sessanta miliardi di dollari per le infrastrutture: è la torta in palio nel Qatar, il piccolo Paese del Golfo Persico che trae la sua ricchezza dagli idrocarburi, soprattutto gas naturale, con un pil pro capite tra i più alti del mondo. Nell`emirato si terranno nel 2022 i mondiali di calcio e nel 2015 i campionati di pallamano maschile: due occasioni che il Governo intende sfruttare come volano per un grande sviluppo turistico del Paese e per farlo diventare una piattaforma logistica di servizi che faccia concorrenza a Dubai.
La fetta più consistente, 25 miliardi di dollari, è destinata alla realizzazione della metropolitana di Doha – la capitale – e all`alta velocità. Venti miliardi saranno impiegati per interventi stradali, quattro per la costruzione di nove nuovi stadi e l`ampliamento dei tre già esistenti, il resto per la realizzazione del nuovo porto di Doha e la costruzione di 78mila nuove stanze d`albergo. I bandi per le gare d`appalto dovrebbero aprirsi nella seconda metà di quest`anno e andare avanti per tutto il 2013. Ovvio quindi che le imprese di tutto il mondo che lavorano nel campo delle infrastrutture, ma anche di tutto l`indotto, tengano oggi gli occhi addosso all`emirato e cerchino canali per arrivare a coglierne le opportunità. è in questo quadro, dunque, che si muove la missione italiana in programma a Doha domani e mercoledì, organizzata da Confindustria con il ministero dello Sviluppo economico, Ance e Simest, cui parteciperanno 70 aziende. «Il Qatar è un Paese dove le previsioni di investimenti in infrastrutture per i prossimi eventi sportivi sono altissime – conferma Cesare Trevisani, vicepresidente di Confindustria con delega per le infrastrutture, la logistica e la mobilità, in partenza per Doha – e il Governo locale ha tutto l`interesse ad attrarre le aziende migliori del mondo. Il target, per quanto riguarda le infrastrutture, è soprattutto quello delle grandi imprese, alcune delle quali, peraltro, sono già presenti sul posto, mentre altre vi si stanno affacciando». Il Qatar, spiega Trevisani, guarda con particolare interesse alle imprese europee, perchè ha una forte attenzione in questo momento ai rapporti con la Ue. «Avremo anche la presenza del viceministro alle infrastrutture, Mario Giaccia – aggiunge Trevisani – anche perchè nelle missioni che riguardano questo settore, in particolare, la presenza del pubblico è fondamentale». In ogni caso, aggiunge Trevisani, «anche le imprese più piccole dell`indotto avranno la possibilità di cogliere numerose opportunità, non solo nella scia di quelle più grandi, ma anche per forniture particolari in nicchie settoriali in cui siamo leader al mondo. Questa missione rappresenterà infatti una grande vetrina soprattutto per le Pmi della filiera».
In effetti, il Qatar, che non fa parte degli Emirati Arabi, sta cercando come tutti i Paesi del Golfo di diversificare un`economia basata sugli idrocarburi e di crearsi un tessuto industriale, una via intrapresa dagli Emirati già oltre una decina di anni fa. E guarda anche alle Pmi. Un paio di settimane fa, per esempio, una missione di piccole imprese italiane, organizzata dalla Camera di commercio di Padova, è approdata nel Qatar con ottimi risultati: «Il Paese – afferma Mauro Marzocchi, Segretario generale della camera di commercio italiana negli Emirati arabi, ma che ha anche la competenza del desk esistente nel Qatar – è molto interessato alle nostre Pmi. Oggi, mentre negli Emirati arabi esistono le free zone in cui è possibile per un`impresa straniera impiantarsi nel Paese detenendo più del 50% dell`azienda, questo ancora non è possibile in Qatar. Ma ci stanno lavorando, perchè capiscono che, per attrarre le aziende estere, è un passo cruciale». Si profilano perciò, a medio termine, opportunità a tutto campo, alle quali il boom infrastrutturale programmato in vista dei mondiali darà la spinta decisiva. Non a caso, accanto a grandi gruppi, partecipano alla missione di Confindustria anche imprese più piccole e di eccellenza. Come la Ibt lighting, che fa illuminazione industriale per esterni ed interni (anche parcheggi, aeroporto, stadi e strade) con i led. Il suo prodotto è totalmente riciclabile, ad alta tecnologia (collaborano con il Politecnico di Milano) e ad alto risparmio energetico. «Cercheremo di individuare nel Paese un partner industriale che conosca bene le politiche dei bandi di gara e parli con chi crea le specifiche dei bandi stessi», dice Jan Pastori, responsabile esteri per l`azienda, nata nel 2009, che fattura 8-10 milioni di euro.
Il ricorso a un partner locale è anche la politica di Technogym, azienda italiana conosciuta nel mondo per i suoi prodotti e servizi per il fitness. «Il Medio Oriente per noi è importantissimo e vi siamo presenti da molti anni – spiegano in azienda -. Attualmente in Qatar, grazie al contributo decisivo della principessa Mozah, c`è una grandissima sensibilità al tema della salute e della prevenzione: nel Paese è diffuso il diabete, per il fatto che si è passati troppo in fretta da uno stile di vita tipico del deserto a uno occidentale. Noi vendiamo macchine ma anche soluzioni, dunque anche programmi specifici, in questo caso, per combattere e prevenire il diabete. Tutta la filiera infrastrutturale che riguarda lo sport, la ricettività alberghiera di alto livello e la sanità ci vedrà in prima linea».