Sono state presentate alla Camera dei Deputati, l`Interrogazione a risposta in Commissione (n. 5-06352 a firma dell`On. Amalia Schirru del Gruppo PD) e l`Interrogazione a risposta scritta (n. 4-15248 a firma dell`On. Giorgio Jannone del Gruppo PdL) sulle iniziative da adottare per sostenere e rilanciare il settore dell`edilizia, sia pubblica che privata.
In particolare, nell`Interrogazione n. 4-15248 viene evidenziata la crisi del settore e citati i dati ANCE sulla riduzione degli investimenti nel settore, nonchè ricordate le azioni intraprese dall`ANCE e dai Sindacati contro la crisi.
Al riguardo, nelle premesse viene evidenziato, tra l`altro, che:
– “l`edilizia è uno dei settori più efficaci dal punto di vista anticiclico, più potenti come generatori di occupazione, più utili quando si tratta di rimettere in moto un`economia schiantata dalla recessione””;
– “il settore è al disastro. Quattro anni di recessione stanno letteralmente spazzando via il comparto. Sono oltre 300.000 i posti di lavoro persi (pari al 25 per cento del totale), che salgono a 380.000 se si considera l`intera filiera delle costruzioni.
Più di 60.000 imprese chiuse (meno 15 per cento). Ridotti a quasi nulla gli investimenti in opere pubbliche. Edilizia privata completamente ferma””;
– “le amministrazioni pubbliche accumulano ritardi nei pagamenti alle imprese, le banche non fanno più credito e così i piccoli imprenditori si vedono costretti a ricorrere alle procedure concorsuali, che vedono un aumento esponenziale di fallimenti e, purtroppo, anche di suicidi””;
– “si moltiplicano le procedure di riduzione del personale per fine lavori e il ricorso alla cassa integrazione, che interessano realtà produttive in prevalenza medio-piccole””;
– “secondo i dati dei costruttori dell`ANCE, il 2011 ha chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 5,4 per cento; una ulteriore diminuzione del 3,8 per cento è prevista per il 2012. In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni avrà perso il 24,1 per cento in termini di investimenti, tornando sui livelli della metà degli anni `90. Risultati molto negativi segnano la produzione di nuove abitazioni che nel quinquennio avrà perso il 40,4 per cento; in forte calo è anche l`edilizia non residenziale privata con una diminuzione del 23,3 per cento. Per i lavori pubblici, la riduzione degli investimenti, nello stesso periodo si attesta al 37,2 per cento ma se si tiene conto dell`andamento negativo già in atto dal 2005 il calo produttivo raggiunge il 44,5 per cento. Continua ad ampliarsi il ricorso alla cassa integrazioni guadagni: il numero delle ore autorizzate dalla Cassa integrazione guadagni per i lavoratori del settore è cresciuto da circa 40 milioni di ore nel 2008 a 104 milioni nel 2010, e secondo stime sindacali quella straordinaria nel 2011 è cresciuta del 126,7 per cento rispetto al 2010. Con riferimento all`occupazione dipendente, e considerando che la diminuzione delle ore lavorative è di circa il 20 per cento dall`inizio della crisi, si stima che i posti di lavoro persi nelle costruzioni siano circa 300.000. Considerando anche gli effetti sui settori collegati, la perdita occupazionale complessiva sale a circa 380.000 unità;
– “la crisi si è rivelata talmente disastrosa da aver praticamente costretto imprenditori e sindacati di categoria a una inedita alleanza. Nel dicembre del 2010 insieme organizzarono gli «Stati generali dell`edilizia»;
– “a metà febbraio 2012 i costruttori dell`ANCE si sono appellati al Presidente del Consiglio dichiarando il default del settore“;
– “il 3 marzo 2012 invece Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FenealUil hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma chiedendo al Governo un confronto per sbloccare risorse per riaprire i cantieri e una lotta serrata al lavoro irregolare e alle infiltrazioni della criminalita””`;
– “il Presidente dell`ANCE, Paolo Buzzetti, ha chiarito «Siamo allo stremo per questo chiediamo innanzitutto un rapido intervento sul problema dei pagamenti della pubblica amministrazione, per andare ragionevolmente verso tempi di pagamento fisiologici. Secondo, interventi per riaprire i flussi del credito bancario. Terzo, investimenti concreti da parte dello Stato: ogni volta si parla di miliardi e miliardi fantomatici «sbloccati» per le mega-opere, ma già sarebbe importante che venissero finanziate adeguatamente anche operazioni «piccole» ma strategiche ed utili, come il recupero delle scuole e il riassetto idrogeologico. Sappiamo che non ci sono soldi e che serve rigore – conclude Buzzetti – ma non chiamiamo in causa l`Europa solo quando si parla di sacrifici. Copiamola anche sui pagamenti in tempi giusti e su aiuti fiscali, ad esempio per le ecoristrutturazioni degli immobili“.
Si allegano i testi delle Interrogazioni
5787-Testo dell’Interrogazione n.4-15248.pdfApri
5787-Testo dell’Interrogazione n.5-06352.pdfApri