Presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato, si sono svolte le Comunicazioni del Ministro Ornaghi sugli orientamenti e gli indirizzi del Governo in materia di tutela del paesaggio.
Il Ministro ha sottolineato l`importanza del “suolo””, quale elemento essenziale del territorio rilevante nelle sue componenti naturalistiche e di derivazione antropica. Al riguardo, ha evidenziato che le superfici artificiali sono aumentate, in Italia, tra il 1956 ed il 2001, del 500 per cento, “in molte parti del nostro territorio, a fronte di un decremento demografico, si è paradossalmente verificato un incremento delle superfici urbanizzate. Le cause del fenomeno sono molteplici e complesse: oltre a motivazioni economiche – i cosiddetti investimenti nel mattone – vi sono anche ragioni legate alle esigenze finanziarie degli Enti locali, che sempre più spesso utilizzano l`edificabilità dei suoli come strumento di politica di bilancio“.
Si è poi soffermato sulle problematiche connesse al vigente regime degli indennizzi delle espropriazioni per opere di pubblica utilità, rilevando comeil sistema vigente sembri favorire il consumo di territorio agricolo “poichè riconosce il prezzo di mercato per i suoli edificabili o edificati e concede uno sconto, anche più del 40 per cento, nel caso di suoli agricoli””.
Ha, quindi, fatto presente la necessità di affrontare la limitazione del consumo del suolo che rappresenta un elemento di rischio consistente per il paesaggio italiano.
In tale ambito ha, altresì, espresso il rifiuto del metodo dei condoni edilizi, “rilevando che tale approccio non va inteso come ostacolo per le attività delle imprese edili le quali, si sono dimostrate attente, anche nell`ambito delle associazioni rappresentative di categoria, ad agire sul recupero delle periferie degradate e delle vaste aree industriali dismesse e sul miglioramento dell`efficienza energetica del patrimonio edilizio degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso””.
è passato, quindi, al illustrare le azioni del Ministero, la prima azione sarà quella di dare massimo impulso al processo di emanazione dei nuovi piani paesaggistici previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Si tratta, infatti, di un`attività già avviata dal Ministero ed ormai ad uno stato abbastanza avanzato. In questa prospettiva si cercherà di estendere la pianificazione paesaggistica all`intero territorio regionale, piuttosto che limitarla solo ai beni direttamente soggetti a vincolo paesaggistico. Il piano paesaggistico –come rilevato dal Ministro – è destinato ad essere uno strumento di pianificazione di area vasta in grado di dettare quanto meno le invarianti dei processi di trasformazione e di canalizzarle verso le aree già urbanizzate o comunque artificiali da recuperare e riqualificare, preservando i suoli agricoli ed i paesaggi di maggior pregio. I nuovi piani paesaggistici dovranno dettare specifiche prescrizioni d`uso relative alle aree vincolate determinando così una rivoluzione copernicana nell`attività di tutela del paesaggio e riducendo la conflittualità istituzionale che spesso si registra tra le Amministrazioni locali e gli organi del Ministero nella gestione dei vincoli paesaggistici””.
Il Ministro ha, poi, ricordato che con i nuovi piani entrerà in vigore la semplificazione introdotta dal decreto-legge 70/2011, in base alla quale, al verificarsi di specifiche condizioni, il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici sarà obbligatorio ma non vincolante e si considererà comunque favorevole decorso il termine di 90 giorni.
Un`ulteriore azione riguarderà – con la necessaria intesa del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – la promozione di un`iniziativa legislativa che fissi alcuni principi fondamentali in materia di governo del territorio e che favorisca la riqualificazione dei centri urbani e delle periferie. Il Ministro ha, infatti, sottolineato che “la legge urbanistica (legge n. 1150 del 1942) è ormai obsoleta e che, con il concerto degli attori istituzionali e degli altri soggetti anche portatori di interessi diffusi, dovrà essere rinnovata affrontando realtà complesse e diversificate al fine di contenere al massimo il consumo di suolo e di canalizzare le attività edificatorie verso il rinnovamento e la riqualificazione delle citta””`.
A tal proposito, ha ricordato che il Governo ha proceduto ad emanare le disposizioni di cui all`articolo 5, commi da 9 a 14, del decreto-legge 70/2011, che prevedono la necessaria approvazione da parte delle Regioni di leggi finalizzate alla razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, alla riqualificazione di aree urbane degradate, nonchè di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare; e che le leggi regionali potranno prevedere anche il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva come misura premiale, la delocalizzazione di tali volumetrie in aree diverse, l`ammissibilità di modifiche delle destinazioni d`uso, nonchè di modifiche della sagoma necessarie all`armonizzazione architettonica con gli edifici esistenti.
Si allegano le Comunicazioni del Ministro per i Beni e le Attività culturali
5823-Comunicazioni del Ministro.pdfApri