“Non si può, da una parte, dire che si vuole trovare una soluzione al problema dei ritardati pagamenti e, dall’altra, introdurre norme che vanno nella direzione opposta”.
Lo ha dichiarato il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, in riferimento all’emendamento al DL semplificazioni fiscali all’esame del Senato che introduce la cessione pro solvendo, accanto a quella pro soluto, modificando la norma sulla certificazione obbligatoria, da parte degli enti locali, dei crediti vantati dalle imprese.
Questa norma, di fatto, torna a scaricare sulle imprese l’onere di riscuotere il credito e a liberare le banche da ogni responsabilità di fronte a mancati pagamenti da parte delle amministrazioni. Una partita di giro, in sostanza, che non offre una soluzione concreta alla drammatica fragilità delle imprese creditrici che a causa di questa norma andrebbero a subire un ulteriore indebolimento della propria solidità finanziaria. Con la soluzione pro soluto per le imprese infatti si possono liberare nuove linee di credito, con il pro solvendo, invece, la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti risulta fortemente limitata se non addirittura impossibile.
La cessione pro solvendo, inoltre, rischia di rendere inutile il canale di finanziamento di 2 miliardi che la Cassa Depositi e Prestiti ha messo a disposizione delle banche e che, proprio in questi giorni, sta diventando operativo.
“Una soluzione inaccettabile, che scarica tutti gli oneri e le responsabilità sulle imprese – conclude Buzzetti – e che va contro i propositi, che il Governo ha pubblicamente manifestato, di voler trovare risposta al grave problema dei ritardati pagamenti”.