[Il Fatto Quotidiano – 25/04/2012 – di Daniele Martini]
“Denunceremo lo Stato, non paga le aziende edili””
Il numero uno dei costruttori: le imprese devono avere 30 miliardi
Più che un`intervista questo è uno sfogo. Paolo Buzzetti, il presidente dei costruttori Ance, per partire in tromba non aspetta neanche che gli si finisca di chiedere come va: “Male, malissimo. Non possono farci morire non pagandoci per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Il rigore non è un comandamento scolpito nelle sacre tavole, lo predica la Germania, ma la Germania non è la legge. Reagiremo e se lo Stato continuerà a non volerci pagare, lo porteremo in tribunale denunciando le sue inadempienze caso per caso, città per citta””`. Buzzetti è sulle spine fin dai tempi dello sconsiderato esecutivo di Silvio Berlusconi, che ai costruttori aveva addirittura fatto balenare l`eldorado di un “nuovo rinascimento””. Sperava che
con Mario Monti si sarebbe aperta una fase nuova, ma si sta ricredendo. Parla di morte in termini non solo metaforici, il capo dei costruttori. I primi suicidi di imprenditori per la crisi avvennero proprio nell`edilizia e fu in seguito a quelle ripetute e allora silenziose tragedie che a dicembre di due anni fa Buzzetti si fece promotore di un`iniziativa senza precedenti: chiamò i suoi colleghi, i duri e spesso arroganti padroni del mattone, per la prima volta in piazza con i sindacati e gli operai, sotto le stesse bandiere, con gli stessi slogan. Ora che i disoccupati nei cantieri e nella filiera dell`edilizia sono arrivati a quota 350 mila, un esercito, e le aziende fallite non si contano più, Buzzetti rilancia: il 15 maggio nuove manifestazioni in tutte le città d`Italia.
Per dire che cosa, questa volta? Che cosa è cambiato rispetto a due anni fa?
La situazione è peggiorata parecchio. Ci devono pagare per i lavori svolti, altrimenti le aziende, soprattutto quelle più piccole, continueranno a chiudere e altri lavoratori andranno a casa. Noi siamo vivi, il Paese è ancora vivo, non possono darci il colpo di grazia, però. Ho l`impressione che anche questo Governo non abbia capito davvero a che punto siamo arrivati. Alcuni ministri si danno anche da fare, ma se tutti avessero idea del rischio che si sta correndo, anche da un punto di vista della tenuta sociale, si precipiterebbero a darci il dovuto. In piazza il 15 maggio porteremo i documenti che attestano i nostri crediti. E se non bastasse, passeremo alle vie legali: denunceremo lo Stato.
Ci saranno di nuovo i sindacati e gli operai con voi?
Ci siamo rivolti in prima battuta ai sindaci ai quali lo Stato, in forza di un meccanismo rigido che chiamano “Patto di stabilita””`, impedisce di pagare i lavori fatti e di programmare eventuali altre opere di cui hanno bisogno, anche quando hanno i quattrini per gli investimenti. Possibile che in una situazione come questa non si trovi 1 miliardo di euro per le migliaia di scuole che stanno cadendo a pezzi o i 5 miliardi necessari per impedire che alle prossime piogge d`autunno paesi e città siano di nuovo travolti da acqua e fango? In Germania le cose stanno andando un pò meno peggio proprio perchè l`edilizia continua a tirare, in Italia è una catastrofe perchè non ci pagano e perchè non lavoriamo più.
A quanto ammontano i crediti dei costruttori verso le amministrazioni pubbliche?
Trenta miliardi su un totale di circa 100.
Lo Stato non vi paga perchè non ha più soldi.
Non ci paga perchè vuole assurdamente difendere un segreto di Pulcinella. Siccome quei 100 miliardi finchè non sono pagati non risultano come debito pubblico, fa finta di niente e zitto. Ma lo sanno tutti, in tutto il mondo, che è una finzione e il debito statale verso le aziende purtroppo c`è ed è di quelle dimensioni.
Sì, però i soldi per pagare sembra non ci siano davvero.
I soldi volendo ci sarebbero, gli sprechi pubblici a tutti i livelli sono spaventosi, purtroppo ho l`impressione che la spending review, l`individuazione delle spese superflue voluta dal ministro Piero Giarda, vada a rilento. Il punto è come si spende. Penso al fotovoltaico, per esempio; è giusto che venga incentivato, ma 8 miliardi di euro nel 2011, finiti soprattutto alle aziende estere fornitrici, non sembrano anche a voi uno sproposito?
Come costruttori non avete niente da rimproverarvi? I costi gonfiati, i lavori interminabili…?
La crisi può essere l`occasione per migliorare; abbiamo avanzato tre proposte al Parlamento per introdurre criteri di moralità negli appalti. Ce le hanno bocciate tutte e tre.