“Il tempo è scaduto, non è più tollerabile uno Stato che si comporta in maniera ingiusta nei confronti di imprese e cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso il 15 maggio di fare tutti insieme come filiera delle costruzioni, imprenditori, artigiani e professionisti, una grande protesta”, ha dichiarato il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, al convegno nazionale dei Giovani imprenditori edili, plaudendo la loro iniziativa di chiedere al Governo un deciso cambio di passo e riforme strutturali per rimettere in piedi il settore e il Paese.
“La protesta si chiamerà D-Day e servirà a dare un avvertimento finale allo Stato che deve pagare i suoi debiti con le imprese – ha continuato Buzzetti – dopodiché se non avverrà nulla partiremo con i decreti ingiuntivi. L’edilizia è il settore che sta messo peggio e bisogna avere il coraggio di dire che la politica economica sta andando nella direzione sbagliata: si sono decise solo tasse, non si può pensare di mettere a posto i conti rischiando di fermare l’economia. Sono state ridotte della metà le disponibilità per le infrastrutture e, peggio ancora, la casa è stata la vera patrimoniale”.
Infine il Presidente dell’Ance ha fatto un riferimento alla grave questione dei suicidi. “Voglio dire agli imprenditori che chiudere l’azienda non vuol dire essere meno bravi, può capitare a chiunque perché è un momento difficilissimo. Quindi bisogna avere il coraggio di resistere e di continuare a lottare”.