[Il Sole 24 Ore – 11/05/2012 – di Giorgio Santilli]
Riqualificazione urbana. Entro fine mese il programma che terrà insieme lavori pubblici, aree private, parcheggi, scuole, alloggi sociali
Infrastrutture, il piano città parte da 2 miliardi
Decolla a fine mese, con una dote iniziale di due miliardi di fondi pubblici, il «piano città»: realizzerà un mix di infrastrutture, riqualificazione di aree urbane e demaniali, parcheggi, alloggia canone calmierato, nuove scuole ad alta efficienza energetica. Sarà un programma complesso che si nutrirà di interventi, incentivi, risorse nazionali ed europee, progetti in parte già avviati: questa regìa punterà soprattutto a mettere insieme questi interventi diffusi (e a volte dispersi), a snellire le procedure e a coinvolgere gli investitori privati.
Il nocciolo duro sarà costituito dal piano per l`edilizia scolastica che rigenera e riqualifica 3.596 scuole, e dai piani di housing sociale, cofinanziati dalla Cassa depositi e prestiti. Si aggiungono gli incentivi per convertire l`attuale patrimonio in «edifici ad alta efficienza energetica», si innova con una dose ancora da definire di «fiscalità di vantaggio», con obbligazioni di scopo e con i project bond «all`italiana che non creano debito pubblico, ma valorizzano le potenzialità delle società di progetto e delle partnership pubblico-privato». Il «piano città» che il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia, sta mettendo a punto, con il sostegno del tavolo in cui siedono le associazioni di impresa, sarà varato entro fine mese dal Governo all`interno del nuovo pacchetto di misure per rilanciare la crescita. Entro l`estate, Ciaccia conta di vedere i primi cantieri. Ingrediente fondamentale è anche quella semplificazione delle procedure, soprattutto quelle urbanistiche, che hanno bisogno dell`appoggio dei comuni e devono portare alla valorizzazione di aree che i privati possano conferire ai singoli progetti cittadini. «L`Anci, associazione dei comuni, è parte fondamentale di questa operazione – dice Ciaccia – e ha promesso una rapida individuazione delle aree urbane candidatili a questo piano perché la nostra esigenza è di partire subito con un piano operativo, non con studi o norme di legge astratte».
Il nuovo «piano città», nato dalle proposte dell`Ance (imprese edili) come versione su scala urbana del «piano casa», si ispira esplicitamente a strumenti di rigenerazione urbana che in passato hanno portato più di un successo: piani Urban, contratti di quartiere, varie generazioni di programmi di riqualificazione urbana. «Un modello di riferimento – dice Ciaccia – è certamente il caso di Bari, dove il centro storico è stato convertito, proprio grazie a questi strumenti di trasformazione urbana, da crogiuolo della criminalità minorile a salotto della borghesia cittadina».
Rispetto ai vecchi programmi qui si vuole accentuare l`aspetto della «coesione sociale e civile»: la scuola diventa così «la vera anima del quartiere, aperta tutto il giorno e non solo per poche ore di lezione, aperta a tutti e non solo agli studenti, con biblioteche, cineforum, sala conferenza, servizi, start up, iniziative di formazione di mestieri disertati ma richiesti dal mercato». La gestione delle scuole – dice ancora il viceministro – sarà ad alta efficienza energetica e con attività anche molto redditizie, farà tesoro delle migliori esperienze private».
La partnership pubblico-privato è centrale nel nuovo piano città. La novità nella strumentazione sarà il «contratto di valorizzazione urbana, una sorta di accordo di programma che consentirà all`intervento di partire in tempi rapidi». Per selezionare lo «sviluppatore» si farà ricorso auna gara conio strumento del «dialogo competitivo», previsto dalle direttive europee e poco usato in Italia: prevede che gli stessi partecipanti alla gara possano chiedere correzioni al progetto o suggerire il know how e le soluzioni tecnologiche per la realizzazione dell`intervento.
Attenzione particolare sarà prestata ai progetti che creano nuova occupazione. Il programma «sarà aperto a tutte le città» che presenteranno i propri progetti. «Non intendiamo – dice Ciaccia -mettere in competizione i progetti e le città per assegnare le risorse pubbliche, come è avvenuto in passato, anche se sarà probabilmente necessario partire con alcune sperimentazioni».
6328-Ciaccia su piano città.pdfApri