[Il Giornale – 13/05/2012 – di Anna Maria Greco]
L`allarme Costruttori contro il Governo
Lo Stato non paga, in piazza l`ira delle imprese
«Ci dia i 100 miliardi dovuti o faremo causa». Martedì sarà D-Day a Roma
I costruttori si tolgono la grisaglia grigia e mettono l`elmetto. Meglio, il casco giallo da cantiere. Preparano il «Dday» di martedì prossimo a Roma, una grande protesta per i mancati pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione: 100 miliardi, di cui quasi 30 nel settore edile.
La manifestazione organizzata dall`Ance e da Federcostruzioni culminerà nella presentazione di una denuncia, con la richiesta di un decreto ingiuntivo di pagamento. «Arriva il giorno D fare i conti», dice il manifesto. I ritardi della pubblica amministrazione sono arrivati ormai ad una media di 180 giorni, con punte massime di 2 anni. Gli imprenditori sono stremati dalla crisi anche per l`estrema difficoltà di accesso al credito. Si moltiplicano suicidi, licenziamenti e fallimenti, in un mercato dell`edilizia che si contrae sempre più mentre le tasse aumentano e i fatturati crollano.
Le misure del Governo Monti, a partire dall`Imu sulla casa, per i costruttori non fanno che deprimere ancor più il settore, senza dare impulsi alla crescita. L`Ance chiede una svolta, che può partire proprio dal saldare i debiti dello Stato con le imprese. Altrimenti, si passerà alle vie legali.
Nello spazio di fronte alla sede dell`associazione il 15 maggio ci sarà il presidente dei costruttori italiani Paolo Buzzetti, che già a dicembre 2010 ha cambiato la faccia compassata dell`Ance guidando un`inedita protesta in caschetto giallo di fronte a Montecitorio. Al «D-day delle costruzioni», spiegherà la grande operazione di recupero crediti, che riguarda oltre 80 comparti industriali legati al settore delle costruzioni. Poi interverranno rappresentanti di Anci, Upi e Consiglio nazionale degli architetti, che aderiscono all`iniziativa e a dirigere il «traffico» sarà Oscar Giannino.
«Il tempo è scaduto – spiega Buzzetti non è più tollerabile uno Stato che si comporta in maniera ingiusta nei confronti di imprese e cittadini. La protesta del D-day servirà a dare un avvertimento finale allo Stato che deve pagare i suoi debiti. Se non avverrà nulla, partiremo con i decreti ingiuntivi».
Per il presidente dell`Ance «c`è un condizionamento del Governo da parte dell`Europa che ha effetti depressivi: la politica di eccessivo rigore, con l`Imu e il Patto di stabilità, ha aggravato la crisi per rispettare i parametri europei, mentre la ripresa edilizia dovrebbe partire dall`utilizzazione al più presto delle risorse che sono al Cipe».
Buzzetti non usa mezzi termini, lanciando l`allarme per il settore edile che soffre più degli altri: «Bisogna avere il coraggio di dire che la politica economica sta andando nella direzione sbagliata. Si sono decise solo tasse, non si possono mettere a posto i conti rischiando di fermare l`economia. Sono state ridotte della metà le disponibilità per le infrastrutture e, peggio ancora, la casa è stata la vera patrimoniale. Ora, a parole, Monti e il Governo riconoscono che bisogna cambiare linea, ma vogliamo vedere i fatti».
I costruttori reclamano un allentamento del Patto di stabilità, che impedisce alle istituzioni pubbliche, a partire da Comuni e Regioni, di pagare i debiti.
Secondo i dati Ance, il 2011 si è chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 5,4 per cento e la previsione per quest`anno è di un ulteriore ridimensionamento del 3,8 per cento. In 5 anni il settore avrà perso oltre il 24 per cento e i posti di lavoro cancellati già sfiorano i 400mila. I costruttori hanno reagito non solo con le proteste ma con le proposte. Per rimettere in moto il settore, centrale nella nostra economia, hanno presentato un «Piano per le città» e un «Piano per le scuole», modelli di interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica che possono essere adottati da ogni Comune d`Italia con investimenti che si tradurranno in risparmi.
Pochi giorni fa anche i Giovani dell`Ance sono scesi in campo con la proposta, per il prossimo anno, di un piano di investimenti da 50 miliardi di euro in opere pubbliche. Nel 2012, ha denunciato l`Associazione giovanile, la pressione fiscale per le imprese salirà al record del 54,5 per cento del Pil.
In allegato una raccolta di agenzie stampa relative alle adesioni al D-Day
6338-Raccolta agenzie D-Day.pdfApri