In relazione all’esame, in prima lettura, in sede referente, presso la Commissione Bilancio del Senato, del disegno di legge di conversione del decreto legge 87/2012 recante “Misure urgenti in materia di efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, di razionalizzazione dell’amministrazione economico-finanziaria, nonché misure di rafforzamento del patrimonio delle imprese del settore bancario” (
DDL 3382/S), l’ANCE ha evidenziato, nelle competenti sedi parlamentari, alcune proposte sui contenuti del provvedimento.
In particolare, l’Associazione ha rilevato l’opportunità di introdurre una norma volta a prevedere – in relazione alle misure adottate nel DL 52/2012 (c.d. spending review), convertito dalla L.94/2012, per lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione di cui all’art. 9 del DL 185/2008 – l’equiparazione dei certificati di pagamento rilasciati, ai sensi del Codice dei contratti pubblici e relativo regolamento di attuazione, per i contratti pubblici di appalto di lavori, con i certificati emessi dagli enti debitori ai sensi dell’art. 9 del suddetto DL 185/2008, in particolare ai fini delle operazioni di anticipazioni in banca garantite dal Fondo centrale di garanzia per le Piccole e medie imprese.
La norma del DL 52/2012 sopra richiamata consente, infatti, l’equiparazione dei certificati dei lavori pubblici esclusivamente per consentire le operazioni di cessione pro solvendo e pro soluto, escludendo le anticipazioni che sono le uniche realmente utili alle imprese. Occorre, inoltre, garantire la possibilità di accedere, con gli stessi certificati di pagamento, alla garanzia del Fondo centrale di garanzia per le Pmi.
Ciò in considerazione della specificità del settore dei lavori pubblici ed al fine di evitare di introdurre nuovi, inutili, aggravi burocratici per le imprese che realizzano lavori, bloccando di fatto le operazioni di smobilizzo che le imprese hanno sempre effettuato.
Sempre con riguardo al problema del ritardo dei pagamenti alle imprese da parte delle P.A., L’ANCE ha illustrato un’altra proposta volta a definire meglio l’ambito di applicazione della misura che prevede la possibilità per lo Stato di pagare i propri debiti con titoli di Stato, rifinanziata dall’articolo 1, comma 4 del decreto legge.
Si tratta, nello specifico, di esplicitare che la norma si applica anche alle transazioni commerciali relative a contratti pubblici di lavori, al fine di evitare che le imprese operanti in quest’ambito siano escluse dalla possibilità di essere pagate in titoli di stato e conformemente a quanto previsto in materia dalla nuova direttiva europea sui ritardati pagamenti (Dir.2011/7/UE), che tra le transazioni commerciali ricomprende “la progettazione e l’esecuzione di opere ed edifici pubblici, nonché i lavori di ingegneria civile”.
Le proposte ANCE hanno trovato sostanziale condivisione e per gli sviluppi occorrerà attendere il prosieguo dell’iter di conversione del decreto legge.