[Il Sole 24 Ore – 26/09/2012 – di Giorgio Santilli]
L`allegato al Def. Fabbisogno di 11,5 miliardi per il triennio 2013-2015: le richieste all`esame del ministero dell`Economia e del Cipe
Infrastrutture, servono 5 miliardi nel 2013
Alle infrastrutture servono 11,5 miliardi nel triennio 2013-2015 di cui 4,9 per l`anno 2013. È il conto che il ministero delle Infrastrutture presenta, in vista della legge di stabilità, al ministero dell`Economia con il 10° «Def infrastrutture», il documento annuale che aggiorna la programmazione delle grandi opere e quantifica le esigenze finanziarie. Secondo la bozza ormai definitiva del rapporto, che dovrà passare al Cipe, queste risorse dovranno andare a finanziare soltanto sette opere puntuali superprioritarie e un certo numero di programmi diffusi. Le sette opere che restano, a questo punto, nella “serie A” della legge obiettivo sono il Mose, la ferrovia Torino-Lione, il nuovo tunnel del Brennero e i quattro assi autostradali Orte-Mestre, Termoli-San Vittore, Telesina e Salerno-Reggio Calabria.
Tra i programmi diffusi sarebbero premiati, secondo questo schema, i contratti di programma 2013 di Anas e Fs, un capitolo per la messa in sicurezza dei ponti e dei viadotti Anas, l`intervento di completamento di «opere già cantierate», tre iniziative generiche su «assi viari», «nodi metropolitani» e «nodi logistici di particolare rilievo (porti, aeroporti e interporti)».
Una tranche delle risorse per il 2013, pari a 400 milioni, dovrebbe andare poi a sbloccare il programma delle «piccole e medie opere del Mezzogiorno», mentre 750 milioni in conto esercizio comprenderebbero anche le «agevolazioni fiscali ai project bond». Due capitoli di spesa, infine, nulla hanno a che fare con la realizzazione di opere: sono un fondo «mirato a evitare l`ennesima proroga degli sfratti» e gli interventi a sostegno dell`autotrasporto. Un piano ambizioso che ha a monte un duro lavoro di selezione dell`originario programma della legge obiettivo, già tentata, con risultati meno netti, negli anni scorsi. La «due diligence» fatta quest`anno mira «non solo alla ricerca di priorità, ma anche alla presa di coscienza contestuale dell`enorme lavoro fatto in un decennio» e soprattutto «alla esigenza di misurare davvero la possibilità di copertura alla luce, anche, delle norme assunte dall`attuale Governo». Forbici per ridurre i costi, quindi, senza «mettere in dubbio la strategicità dei vari interventi» ma facendo piuttosto «una rivisitazione delle fasi attuative e dei tempi di programmazione».
Fatto sta che stavolta, al di là dei buoni propositi, ci sono le cifre. «Nel medio periodo – afferma il documento – siamo passati da un`esigenza di risorse di 57.099 milioni ad un`esigenza di 20.929 milioni».
Prende corpo, quindi, il metodo della «fasizzazione», già usato per opere come la Torino-Lione.
Si fa solo quello che le risorse consentono di fare, il resto si rinvia a tempi migliori. Il metodo ora si usa a livello di programma generale sulle grandi opere.
Il «Def infrastrutture», predisposto dal ministero di Porta Pia, andrà ora in visione al ministero dell`Economia e farà un passaggio al Cipe. Almeno sulla carta, il documento dovrebbe essere la bussola dell`intero Governo nella definizione delle priorità e delle risorse finanziarie per la politica infrastrutturale, stanziamenti della legge di stabilità compresi.