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Tra le azioni chiave individuate dalla Commissione europea: edilizia sostenibile e partenariato pubblico-privato per l’efficienza energetica; adozione degli “Eurocodici”; accesso al credito e riesame di Basilea III per le PMI; nuove norme sull’insolvenza e sul diritto fallimentare; fatturazione elettronica negli appalti pubblici.

Archivio, Governo e Parlamento

Le priorità per la crescita e la ripresa economica: i documenti UE in Parlamento.

26 Novembre 2012
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Sono all’attenzione della Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati due Comunicazioni della Commissione UE relative all’Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale (COM (2012) 582) e all’Atto per il mercato unico II (COM (2012) 573).
I due documenti, richiamati anche all’interno del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 (vedi notizia del 20 novembre u.s.), illustrano priorità ed azioni chiave per un’industria europea più forte e per un mercato unico pienamente sviluppato.
 
In particolare, negli stessi viene evidenziato, tra l’altro:
 
Comunicazione sulla Politica industriale
 
Nell’ambito delle linee d’azione prioritarie, per quanto riguarda, in particolare, l’edilizia, viene sottolineato che “la riduzione dei costi, una maggiore efficienza in termini di energia e risorse e la riduzione dei rifiuti accresceranno la competitività del settore della costruzione. L’energia utilizzata negli edifici residenziali, commerciali e pubblici rappresenta il 40% del consumo finale di energia dell’UE e contribuisce alle emissioni di CO2 e all’inquinamento atmosferico. Nuovi investimenti nell’efficienza energetica degli edifici residenziali e pubblici e delle infrastrutture hanno un forte potenziale di crescita e dovrebbero rappresentare circa 25-35 miliardi di euro all’anno entro il 2020”.
Viene, inoltre, rilevata la necessità di nuove norme europee riguardanti prodotti, processi e lavori per l’edilizia sostenibile e dell’adozione internazionale delle norme di costruzione Eurocodici che rafforzerebbe la competitività dei servizi di costruzione dell’Unione europea.
 
Viene, altresì, ricordato che la direttiva sulla progettazione ecocompatibile ha stabilito i requisiti per alcuni prodotti connessi all’energia (motori, pompe, ventilatori, impianti di refrigerazione) e che sono in corso di elaborazione misure per altri beni domestici e per gli impianti industriali. “Anche se l’energia è stata finora la principale risorsa presa in considerazione, la direttiva prevede miglioramenti relativi a tutti gli aspetti ambientali, tra cui l’efficienza dei materiali. Si applicherà progressivamente a un’ampia gamma di prodotti industriali che hanno effetti significativi sull’ambiente”.
 
Sulle azioni che la Commissione intende intraprendere in questi ambiti, viene, quindi, evidenziato, tra l’altro, che “saranno elaborate nuove norme europee per i criteri di sostenibilità relativi ai prodotti e processi per l’edilizia e sarà promossa l’adozione internazionali degli Eurocodici nell’ambito dell’attuazione del piano d’azione sulla competitività sostenibile del settore della costruzione in cooperazione con il Forum strategico tripartito (2013-14)”. Inoltre, saranno proposte “azioni concrete nel quadro del partenariato pubblico-privato sull’efficienza energetica degli edifici e con una comunicazione sull’edilizia sostenibile (2013)”.
 
In relazione al problema dell’accesso ai finanziamenti ed ai mercati di capitali per le imprese, soprattutto piccole e medie, viene evidenziato, tra l’altro, che la politica di coesione rappresenta la principale fonte di aiuti dell’UE alle PMI, con un volume totale di 25 miliardi di euro direttamente destinati alle PMI nel periodo di finanziamento in corso (2007-2013) sui 55 miliardi di euro per l’aiuto alle imprese della politica regionale. La competitività delle PMI è un’altra priorità su cui si concentreranno i futuri finanziamenti della politica di coesione. Le misure di sostegno combinano un sostegno finanziario diretto, in forma di sovvenzioni e di strumenti finanziari rotativi, con servizi di consulenza e di sostegno, anche per quanto riguarda la formazione professionale e l’imprenditorialità. Hanno lo scopo di aiutare le PMI a beneficiare delle reti e di raggruppamenti, sviluppare nuovi modelli economici e immettere più rapidamente nuove idee nei mercati locali e globali.
 
Nel prossimo futuro, viene, altresì, sottolineato che “l’aumento di 10 miliardi di euro del capitale della Banca europea per gli investimenti genererà 60 miliardi di euro di capacità addizionali di prestito. In via di massima, tra 10 e 15 miliardi di euro saranno destinati alle PMI, un importo dello stesso ordine all’innovazione e tra 15 e 20 miliardi di euro all’uso efficiente delle risorse”.
In particolare, la maggiore capacità di prestito derivante dall’aumento di capitale della BEI sarà resa disponibile a partire dal 2013, utilizzando i meccanismi di credito della BEI esistenti. Dopo il 2014 entreranno in azione i nuovi strumenti creati per il nuovo quadro finanziario.
Inoltre, “l’attuazione del piano d’azione sull’accesso al finanziamento resta una priorità a livello europeo per migliorare l’accesso delle imprese al finanziamento”. Anche gli Stati membri dovranno adottare misure per facilitare il finanziamento a livello locale, regionale e nazionale.
 
Nelle conclusioni della Comunicazione, viene, infine, rilevato che per garantire il successo delle azioni di politica industriale individuate, la Commissione metterà in atto un attento monitoraggio di alcune variabili chiave, tra cui, in particolare, gli investimenti.
Al riguardo, viene evidenziato che “la quota del PIL costituita dagli investimenti fissi era del 18,6% nel 2011. Prima della crisi, ha raggiunto nel 2007 il 21,25%. Per migliorare la nostra produttività sarebbe necessario tornare nel 2015 ai livelli di investimento precedenti la crisi e a livelli medi superiori al 23% entro il 2020. Gli investimenti in beni capitali rappresentano attualmente tra il 6 e il 7% del PIL. Per migliorare la produttività e introdurre nuove tecnologie dovrebbero ritrovare i livelli pre-crisi e crescere in modo costante a tassi superiori al 9% del PIL fino al 2020”.
Viene, inoltre, sottolineata l’importanza delle sinergie tra azioni dell’UE e politiche industriali degli Stati membri, nonché di una struttura di governance europea più efficace. A tale riguardo, tra le azioni da intraprendere per migliorarla, viene, in particolare, anticipato che il Consiglio competitività valuterà ogni anno i progressi realizzati nell’attuazione delle riforme strutturali e l’efficacia delle misure di politica industriale destinate a rafforzare la competitività, per assicurarne la conformità al semestre europeo ed i rappresentanti delle PMI “riferiranno annualmente sull’efficacia delle misure nazionali e dell’UE destinate a migliorare la competitività delle PMI nei rispettivi paesi, contribuendo al semestre europeo”.
 
Atto per il mercato unico II
 
La comunicazione, che si basa sul primo Atto per il mercato unico (adottato nell’aprile 2011), individua quattro motori della crescita, attorno ai quali concentrare le azioni chiave: sviluppare reti pienamente integrate nel mercato unico; promuovere la mobilità transfrontaliera dei cittadini e delle imprese; sostenere l’economia digitale in tutta l’Europa; rafforzare l’imprenditoria sociale, la coesione sociale e la fiducia dei consumatori.
 
Riguardo allo sviluppo delle reti nel mercato unico, vengono evidenziate, in particolare, le seguenti azioni chiave:
– Trasporto ferroviario: aprire i servizi nazionali di trasporto ferroviario di passeggeri agli operatori di altri Stati membri per migliorarne la qualità e l’efficienza dei costi;
– Trasporto marittimo: creare un vero mercato unico del trasporto marittimo non assoggettando più le merci prodotte nell’UE e trasportate tra i porti marittimi dell’UE alle stesse formalità amministrative e doganali che si applicano alle merci provenienti da porti di paesi terzi;
Trasporto aereo: accelerare la realizzazione del cielo unico europeo, per migliorare la sicurezza, la capacità e l’efficienza dell’aviazione civile e ridurne l’impatto ambientale;
– Energia: migliorare l’attuazione del terzo pacchetto energia e il controllo dell’osservanza delle relative norme e assicurare la realizzazione di veri mercati transfrontalieri che creano benefici per i consumatori.
 
Su quest’ultimo punto viene, altresì, evidenziato che “un mercato integrato dell’energia contribuisce a ridurre il prezzo dell’energia e favorisce gli investimenti. Si stima che a livello dell’UE i consumatori potrebbero risparmiare fino a 13 miliardi di euro all’anno se passassero tutti alla tariffa elettrica più economica disponibile sul mercato17. Un mercato integrato dell’energia garantirebbe all’UE anche un approvvigionamento energetico più sicuro rispetto a 27 mercati energetici più piccoli e faciliterebbe la transizione verso sistemi energetici a basse emissioni di carbonio e a costi più contenuti”. Al riguardo, per realizzare l’obiettivo del completamento del mercato interno dell’energia entro il 2014, “le norme in vigore dovrebbero essere attuate in maniera ambiziosa dagli Stati membri e autorità UE e nazionali forti e indipendenti dovrebbero vegliare sul loro rispetto”. Viene, inoltre, rilevata la necessità di  realizzare nel decennio in corso consistenti investimenti nei sistemi energetici, per ammodernare le reti dell’UE, “decarbonizzare” i sistemi e aumentarne il rendimento energetico.
A breve la Commissione presenterà una comunicazione per fare il punto dei progressi compiuti verso il completamento del mercato interno dell’energia e per proporre misure per garantire che venga sfruttato tutto il potenziale del mercato energetico dell’UE per soddisfare i bisogni e le aspettative dei cittadini e delle imprese dell’UE.
 
In merito alla promozione della mobilità di cittadini e imprese, vengono identificate, tra l’altro le seguenti azioni chiave:
–          mobilità dei cittadini: trasformare il portale EURES in un vero strumento di collocamento e di reclutamento;
–          accesso ai finanziamenti: stimolare gli investimenti a lungo termine nell’economia reale, facilitando l’accesso ai fondi di investimento a lungo termine;
–          contesto imprenditoriale: modernizzare le norme UE in materia di insolvenza per facilitare la sopravvivenza delle imprese e offrire una seconda possibilità agli imprenditori.
Riguardo alla seconda azione chiave, la Commissione ha, inoltre, annunciato il riesame dell’impatto dei nuovi requisiti patrimoniali delle banche, a seguito dell’attuazione delle nuove norme basate sull’accordo Basilea III, in alcuni settori chiave come il finanziamento delle PMI.
Sulla modernizzazione delle norme UE sull’insolvenza, viene, altresì, rilevato che l’Europa deve dotarsi di un diritto fallimentare moderno che “consenta alle imprese fondamentalmente sane di sopravvivere, che incoraggi gli imprenditori a prendere rischi ragionevoli e che permetta ai creditori di concedere prestiti a condizioni più favorevoli”, garantendo “procedure rapide e di elevata qualità nell’interesse sia dei debitori che dei creditori”. Al riguardo, occorre, quindi, “creare le condizioni per il riconoscimento in tutta l’UE dei regimi nazionali di insolvenza e di estinzione dei debiti pregressi, per consentire alle imprese in difficoltà finanziarie di tornare a essere operatori competitivi nell’economia” ed “assicurare procedure di insolvenza semplici ed efficaci per i casi in cui le attività e le passività di un’impresa sono distribuite in vari Stati membri”. In materia di insolvenza,  la Commissione presenterà una proposta legislativa mirante a modernizzare il regolamento europeo relativo a tali procedure, così come proporrà l’introduzione di una dichiarazione IVA standard in modo che le imprese che lo desiderano possano compilare una dichiarazione IVA standard piuttosto che un modello IVA diverso in ogni Stato membro.
 
Riguardo all’economia digitale vengono individuate, in particolare, le seguenti azioni chiave:
–          sostenere i servizi online accrescendo l’efficienza dei servizi di pagamento nell’UE;
–          fare in modo che la fatturazione elettronica diventi la norma negli appalti pubblici.
A quest’ultimo riguardo, viene, altresì, sottolineato che il passaggio ad un’amministrazione pubblica senza carta, in particolare nella sua dimensione transfrontaliera, dovrebbe essere un obiettivo a medio termine per l’Unione europea e per gli Stati membri. In proposito, l’Agenda digitale europea invita, tra l’altro, ad aumentare entro il 2015 il tasso di utilizzazione dei servizi di governo elettronico al 50% per i cittadini e all’80% per le imprese dell’UE. Un settore particolarmente promettente è la fatturazione elettronica, che secondo l’auspicio della Commissione dovrebbe diventare la principale modalità di fatturazione nell’UE entro il 2020.
L’introduzione di misure legislative per fare della fatturazione elettronica la norma negli appalti pubblici consentirebbe al settore pubblico di diventare uno dei settori guida della fatturazione elettronica, favorendone in tal modo la diffusione in tutta l’economia. Queste misure contribuiranno a rendere le procedure successive all’aggiudicazione degli appalti pubblici più efficienti e meno costose per i partecipanti e per il contribuente. Esse contribuiranno inoltre a ridurre i ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche. Nel caso del settore pubblico, una stima preliminare indica che nei prossimi anni sarebbe possibile un risparmio di circa 1 miliardo di euro all’anno se tutte le fatture fossero inviate in formato elettronico.
Nell’ambito della coesione sociale e imprenditoria sociale, viene evidenziata, in particolare la seguente azione chiave:
 
–          dare a tutti i cittadini dell’UE l’accesso ad un conto di pagamento di base, garantire la trasparenza e la comparabilità delle spese bancarie e facilitare il cambiamento di conto bancario.
Nelle conclusioni dell’Atto viene, infine, evidenziato che le priorità individuate, su cui la Commissione si concentrerà per sostenere la crescita, l’occupazione e la fiducia nel mercato unico, costituiscono le prossime tappe verso la realizzazione della nostra visione di un’economia sociale di mercato altamente competitiva. Al riguardo, l’auspicio della Commissione è di un’azione  congiunta, in particolare grazie alla cooperazione tra le istituzioni europee e con gli Stati membri, per metterle in pratica il più rapidamente possibile. Nello specifico, la Commissione si impegna a elaborare tutte le principali proposte legislative entro la primavera del 2013 e tutte le principali azioni non legislative entro la fine dello stesso anno ed “invita il Parlamento europeo e il Consiglio a esaminare con procedura accelerata tutte le principali azioni legislative e ad adottarle in via prioritaria entro la primavera del 2014”.
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