La Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha concluso l’esame delle Proposte di direttiva sugli appalti pubblici (
COM (2011) 896 def.) e sulle procedure di appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (
COM (2011) 895 def.), nonchè della “Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione” (
COM (2011) 897 def.), approvando due pareri con numerose osservazioni, alcune delle quali accolgono quanto evidenziato dall’ANCE (si veda, al riguardo, Interventi ANCE dell’8 ottobre 2012).
In merito alla proposta di direttiva sugli appalti pubblici, sono state espresse, tra l’altro, le seguenti osservazioni, che in parte trovano già riscontro nelle proposte elaborate sul testo dall’attuale presidenza cipriota del Consiglio dell’UE:
– “Si stabilisca il carattere facoltativo e non vincolante delle disposizioni dirette a:”
· “prevedere la suddivisione degli appalti in lotti separati al fine di evitare il rischio di determinare un aggravio dei costi, un prolungamento dei tempi di esecuzione e un incremento del contenzioso”;
– “Per quanto concerne le cause di esclusione, si rimetta agli Stati membri la possibilità di specificare le condizioni di applicazione delle relative disposizioni, fermo restando che l’esclusione per mancato pagamento di imposte e tasse può giustificarsi in relazione alla gravità delle violazioni”;
– “al fine di non aumentare gli adempimenti e non prolungare eccessivamente i tempi di esecuzione, sia elevata dal 5 al 15 per cento la percentuale di variazione del prezzo a partire dalla quale si deve ricorrere ad una nuova procedura di aggiudicazione”;
Sono state espresse, altresì, ulteriori osservazioni, tra cui, in particolare:
– “relativamente alla previsione per cui la stazione appaltante può stabilire che alcune prestazioni, ritenute essenziali, siano eseguite direttamente dall’offerente, si precisi che tale previsione non preclude il ricorso al subappalto, ferma restando la piena responsabilità dell’appaltatore rispetto alle prestazioni affidate in subappalto”;
– “con riferimento alla determinazione del costo in relazione al « ciclo di vita » dei prodotti o dei servizi oggetto dell’appalto, si preveda il carattere facoltativo di tale nuova metodologia considerato che alcuni dei criteri indicati (quali, ad esempio quelli riguardanti la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle costruzioni, o i costi esterni ambientali) sono tuttora in fase di puntuale definizione a livello UE”.
Riguardo alla proposta di direttiva sulle concessioni, è stato osservato, tra l’altro:
– “si valuti l’opportunità di prevedere la facoltà per le amministrazioni aggiudicatrici di imporre al concessionario che una percentuale minima pari al 30 per cento venga affidata a terzi, con particolare riferimento ai rapporti concessori di lunga durata”;
– “si chiarisca che per le concessioni aggiudicate, ovvero rinnovate o prorogate senza gara dopo l’entrata in vigore della direttiva 440/89/CEE, che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti di lavori pubblici e successive modifiche, i lavori inerenti dette concessioni siano affidati esclusivamente a terzi con gara, secondo le regole cui sono tenute le amministrazioni aggiudicatrici”.
Si allegano i pareri.
9226-Pareri della Commissione Ambiente.pdfApri