Premesso che la Regione Marche sta lavorando da diverso tempo all’approvazione del Regolamento di attuazione della propria disciplina sul commercio in sede fissa contenuta nella legge regionale n. 27/2009 e considerato che le norme di dettaglio presentano una serie di criticità rapportate soprattutto ai risvolti che esse potrebbero avere, anche nei confronti di molte delle imprese associate, l’Ance ha sottoposto direttamente la questione all’attenzione dell’Autorità garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM).
Secondo l’Ance lo schema di regolamento si presta ad alcune contestazioni presentando notevoli profili di contrasto con la normativa a tutela della concorrenza rischiando di bloccare l’offerta nel settore commerciale. Un settore che, peraltro, oltre ad avere, ricadute economiche per molte delle imprese di costruzioni incide in modo rilevante sulla forma e sulla qualità dei contesti urbani generando oltre tutto un indotto di proporzioni anche superiori a quello del settore edile.
L’AGCM, accogliendo in gran parte l’appello rivolto dall’Ance, ha così inviato una nota di segnalazione direttamente al Presidente della Regione arche affinché ne tenga debitamente conto in sede di approvazione definitiva del Regolamento in questione.
Di seguito si riportano i punti salienti della segnalazione relativi ai contenuti delle disposizioni che si auspica possano essere riviste dal legislatore regionale:
· eccessiva complessità della procedura istruttoria finalizzata al rilascio di nuove autorizzazioni commerciali (apertura o ampliamento di medie e grandi strutture di vendita) in contrasto con le esigenze di semplificazione amministrative
· ingiustificata copiosità della documentazione da produrre ai fini dell’ottenimento di una nuova autorizzazione;
· pluralità di requisiti da soddisfare e previsione di vincoli eccessivi che rischiano di ritardare l’ingresso sul mercato di nuovi operatori;
· facoltà per i comuni di introdurre ulteriori condizioni particolarmente onerose per l’apertura o l’ampliamento di grandi superfici di vendita.
Tali disposizioni, a giudizio dell’Antitrust sono potenzialmente idonee a rendere eccessivamente difficoltoso l’accesso sul mercato di nuovi operatori pregiudicando il principio di libera concorrenza più volte ribadito a livello comunitario e nazionale. La previsione di vincoli e restrizioni così rigorosi non appare peraltro necessaria per il conseguimento di interessi pubblici di rango superiore.
La segnalazione (v. allegato) è stata pubblicata sul Bollettino settimanale dell’AGCM n. 1 del 14 gennaio 2013.