Le Commissioni riunite Finanze e Lavoro del Senato hanno avviato l’esame, in prima lettura, in sede referente, del disegno di legge di conversione del DL 76/2013 recante “Primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti” (
DDL 890/S) deliberando lo svolgimento di un ciclo di audizioni informali. L’ANCE, in particolare, ha inviato un proprio documento di osservazioni e proposte relative, tra l’altro, a:
– Incentivo per le nuove assunzioni
Al fine di incrementare nuova occupazione e supportare processi di crescita dimensionale delle imprese, è stata evidenziata l’opportunità di prevedere, in via sperimentale, che, a decorrere dal 1° agosto 2013 e sino al 31 dicembre 2016, i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato ad incremento della base occupazionale non siano computati nella suddetta base, fino alla data del 31 dicembre 2016, ai fini dei limiti dimensionali previsti dalle vigenti normative di legge nonchè di prevedere, nello stesso intervallo di tempo, la libera recedibilità dai contratti a termine, fermo restando un periodo di preavviso di 15 giorni.
– Contributo licenziamento
Nell’ambito dei lavori edili, fortemente caratterizzati dalla mobilità dei lavoratori e dalla temporaneità delle lavorazioni stesse, è stata rilevata l’importanza che le imprese, soprattutto alla luce del grave momento di crisi che attraversa il settore, siano esentate in maniera definitiva, e non limitatamente al triennio 2013/2015, dal pagamento del contributo di licenziamento di cui all’art. 2, comma 31, della Legge 92/2012, per le interruzioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato per completamento delle attività e chiusura del cantiere.
La ratio di tale contributo è di supportare il finanziamento dell’indennità di Aspi che risulta già ampiamente coperta da altre aliquote ordinarie e addizionali a carico delle imprese edili che, come noto, registrano un costo del lavoro superiore, per oneri sociali, di oltre 10 punti percentuali rispetto al resto dell’industria. Peraltro, la stessa mobilità del lavoro edile ha fatto sì che il settore, fin dalla Legge 223/1991, sia stato esentato, per i licenziamenti collettivi, dal contributo di ingresso.
– Responsabilità solidale negli appalti
E’ stato sottolineato che l’istituto della responsabilità solidale negli appalti tra committente, appaltatore e subappaltatore di cui all’art. 29 del D.Lgs 276/2003 rappresenta un eccessivo appesantimento per le imprese e, pertanto, non dovrebbe coinvolgere le prestazioni di carattere occasionale di cui all’art. 2222 del c.c. (contratto d’opera) poste in essere esclusivamente dal singolo lavoratore autonomo. Solo, infatti, laddove l’ispettore rilevasse la sussistenza di un vincolo di subordinazione e quindi il riconoscimento del lavoratore autonomo come lavoratore a tutti gli effetti “dipendente”, l’art. 29 sopra richiamato dovrebbe produrre i propri effetti.
– Formazione
E’ stata evidenziata la necessità di consentire che nei settori in cui siano presenti strutturati sistemi di bilateralità, l’eventuale riduzione dei contributi previdenziali (riduzione contributo cigo) o lo stesso contributo dello 0,30% per i fondi interprofessionali possano essere veicolati per azioni di formazione, iniziative di ricollocazione o, comunque, di integrazione del reddito ad iniziativa degli stessi enti bilaterali.
In merito alla formazione, inoltre, si rende necessario precisare in tutti i casi previsti dalla normativa vigente in cui tale attività viene erogata dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro che si tratta esclusivamente delle associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
– Riprogrammazione dei programmi dei fondi strutturali europei 2007-2013 e copertura finanziaria
E’ stata rilevata l’opportunità di rivedere le misure volte a velocizzare le procedure di riprogrammazione dei programmi nazionali cofinanziati con i fondi strutturali 2007-2013 -principalmente programmi infrastrutturali-, al fine di rendere disponibili le risorse necessarie a finanziare gli interventi previsti dal decreto-legge. Ne consegue un definanziamento dei programmi infrastrutturali per circa 1 miliardo di euro, di cui 734 milioni provenienti dal Programma Operativo Nazionale (PON) “Reti e Mobilità” 2007-2013, con la destinazione di tali risorse esclusivamente a misure per incentivare l’occupazione.
In un contesto in cui le imprese di costruzioni soffrono una crisi durissima, avendo assistito ad un calo del settore del 30% ed ad una riduzione degli investimenti in costruzioni pubbliche del 45% negli ultimi anni, sarebbe opportuno prevedere il mantenimento di queste ingenti risorse su un obiettivo importante come l’infrastrutturazione del territorio.
Desta, inoltre, perplessità la scelta di utilizzare le risorse definanziate per incentivare misure relative all’occupazione piuttosto che interventi urgenti come, ad esempio, la messa in sicurezza delle scuole e del territorio che, secondo le stime Istat, potrebbero consentire la creazione di circa 12.500 posti di lavoro (impatto occupazionale di un investimento aggiuntivo di 734 milioni di euro in infrastrutture).
Si allega il Documento consegnato agli atti delle Commissioni.
12341-Documento consegnato agli atti.pdfApri