E’ all’attenzione delle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato, la
Nota di aggiornamento al Documento di Economica e Finanza 2013 (
Doc. LVII n. 1-bis)(Relatori, rispettivamente, l’On. Antonio Misiani del Gruppo PD e il Sen. Antonio Azzollini del Gruppo PdL), prevista dall’art. 7 della Legge 196/2009 quale strumento di programmazione finanziaria volto ad aggiornare gli obiettivi programmatici e il quadro dei conti pubblici.
La Nota è corredata da due allegati concernenti le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali (Vol I e II) e dal Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all’evasione fiscale.
QUADRO ECONOMICO
Nel Documento il Prodotto Interno Lordo, per l’anno 2013, viene stimato in riduzione dell’1,7% rispetto al 2012 (-1,3 per cento la stima precedente); mentre, per il 2014 e il 2015, tenuto conto delle riforme adottate in passato e delle recenti iniziative tese a supportare la ripresa, viene prefigurata una crescita pari all’1,0 e all’1,7 per cento, rispettivamente.
Il mantenimento del deficit entro la soglia del 3% del PIL nel 2013 viene considerato un obiettivo essenziale per garantire all’Italia autonomia nella gestione delle proprie politiche economiche e fiscali, conservando la necessaria credibilità a livello internazionale per contenere la spesa per interessi sul debito pubblico, stimata per il 2013 in 84 miliardi di euro.
Viene prevista la riduzione graduale dell’indebitamento netto programmatico nei prossimi anni, passando dal 2,5 per cento nel 2014 allo 0,1 nel 2017 valore più virtuoso rispetto a quanto indicato nel DEF.
L’indebitamento netto a legislazione vigente per il 2013 risulta, invece, pari al 3,1 per cento del PIL in assenza di ulteriori interventi, ovvero 0,2 punti percentuali al di sopra del valore indicato nel DEF di aprile. Al riguardo, viene evidenziato che i pagamenti dei debiti pregressi in conto capitale della Pubblica Amministrazione, concordati con l’Unione Europea, peggiorano per circa 0,5 punti percentuali il risultato del 2013.
Per quanto concerne l’obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, il quadro programmatico traccia un percorso di avvicinamento, che in linea con le regole nazionali ed europee verrebbe conseguito a partire dal 2015.
Viene, altresì, sottolineato chela definizione di un obiettivo programmatico per la spesa primaria
delle Amministrazioni pubbliche potrà aumentare l’efficacia dei processi di revisione della spesa e contribuire a creare spazi per ridurre la pressione fiscale. Le manovre correttive prefigurate dal 2015 in poi dovranno fare perno sulla riduzione della spesa pubblica e già a partire dal 2014 verrà avviata una intensa attività di spending review per ridurre la pressione fiscale.
Il rapporto tra debito pubblico (al netto degli interventi di sostegno agli altri paesi europei in difficoltà) e PIL programmatico viene previsto in riduzione dal 129,3 percento nel 2013 al 129,0 nel 2014 fino a scendere al 116,6 nel 2017. Nel corso di una recessione senza precedenti nella sua storia, l’Italia ha perso più di 8 punti percentuali di PIL, vengono quindi ricordate le iniziative intraprese per sostenere la ripresa dell’attività economica: l’accelerazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, volta a iniettare liquidità e allentare la morsa sul credito; l’intervento sul costo del lavoro per i giovani; le varie iniziative a sostegno del settore delle costruzioni e delle infrastrutture, che negli ultimi anni ha visto ridursi drasticamente il proprio prodotto; varie iniziative per migliorare la qualità della spesa pubblica e dare supporto alla domanda interna.
Vengono, inoltre, indicate le due priorità della politica economica: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività dell’economia italiana per aumentare la crescita economica e l’occupazione.
DISEGNI DI LEGGE COLLEGATI
A completamento della manovra di bilancio 2014-2016, vengono individuati come “collegati” alla
decisione di bilancio i seguenti disegni di legge:
· Sviluppo e semplificazioni;
· Lavoro ed equità sociale;
· Giustizia civile;
· Green economy e lotta agli sprechi ambientali (‘Disposizioni volte a promuovere misure di green economy e a contenere il consumo eccessivo di risorse ambientali’);
· Enti locali;
· Interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare.
RIFORME AVVIATE E PROGRAMMATE DALL’ITALIA PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITA’ E RAFFORZARE LA CRESCITA ECONOMICA DEL PAESE
· Riforme istituzionali
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano, in particolare: la revisione della forma di Governo per favorire la stabilità del sistema politico; il riordino delle funzioni attribuite ai diversi livelli di governo per superare un’eccessiva frammentazione del riparto delle competenze; il superamento del bicameralismo paritario, affidando a una sola Camera il compito di conferire o revocare la fiducia al Governo, differenziando conseguentemente le attribuzioni e le competenze del Senato e valorizzandone il ruolo di Camera rappresentativa del sistema delle autonomie territoriali; la definizione di un sistema elettorale coerente con il nuovo impianto istituzionale per assicurare la possibilità per gli elettori di scegliere i propri rappresentanti e garantire la formazione di maggioranze certe e possibilmente ampie e coese.
· Riequilibrio dei conti pubblici
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare: la dismissione di beni e partecipazioni pubbliche; il consolidamento e rafforzamento della spending review.
· Sistema fiscale
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare: la riduzione del cuneo fiscale; l’introduzione della service tax con la quale si passerà alla tassazione dei consumi oltre che del possesso; la revisione della tassazione in un’ottica di semplificazione e di razionalizzazione; il rafforzamento della lotta all’evasione e il contestuale impiego degli imponibili sottratti al fisco per finanziare sgravi rivolti ai contribuenti che assolvono pienamente i loro obblighi.
· Mercato del lavoro
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare: un miglior il funzionamento del mercato del lavoroattraverso lariforma dei centri per l’impiego e una piùforte collaborazione con le agenzie private; la conciliazione della vita–lavoro, che non è limitato solo alle donne ma comprende i temi del telelavoro, del part time e così via: tutti strumenti che possono aiutare molte famiglie a gestire meglio gli impegni familiari e attivare risorse che oggi sono messe da parte; definizione di un programma nazionale di contrasto alla povertà; rilancio dell’ l’housing sociale insieme al sostegno all’acquisto dell’abitazione principale per le fasce più deboli della popolazione; completamento del disegno di riforma del mercato del lavoro, puntando da un lato su semplificazione e accorpamento delle norme, e dall’altro sul rafforzamento degli istituti a sostegno del primo accesso al mondo del lavoro e del reinserimento dei lavoratori sospesi.
· Sostegno alle imprese, politiche industriali e di stimolo alla concorrenza
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare:l’introduzione di canali di finanziamento alternativi a quello bancario e l’apertura al mercato dei capitali, favorendoulteriormente l’emissione di obbligazioni da parte delle imprese; mutui agevolati per gli investimenti, a tasso zero, per sostenere la creazione e lo sviluppo di micro-piccole imprese; finanziamenti a fondo perduto per l’ acquisto di software, hardware o servizi che consentano alle PMI il miglioramento dell’ efficienza aziendale; Per favorire il sostegno a programmi e strategie di sviluppo e innovazione; attivazione di un fondo d’investimento per operazioni di venture capital; la messa a punto di una strategia di politica industriale per sostenere e innalzare la specializzazione produttiva dell’Italia e il consolidamento della nostra presenza in settori chiave per la qualità dello sviluppo; semplificazione degli adempimenti amministrativi; rafforzamento dei grandi investimenti infrastrutturali attraverso le misure di defiscalizzazione delle grandi opere, per allargare la plateadelle opere eleggibili, abbassando la soglia agli interventi con un valore inferioreai 500 milioni (in tal modo si potranno mobilitare risorse private su opere e lavoridi dimensioni più contenute ma che possono rapidamente tradursi in spesa e nuovaoccupazione).
· Infrastrutture e trasporti
Le infrastrutture vengono considerate strategiche per lo sviluppo e la ripresa dell’Italia, in quanto il loro sviluppo costituisce un’opportunità per recuperare il gap che il Paese ha accumulato in questi anni di crisi e può rappresentare un fattore trainante nella fase di uscita dalla crisi economica. In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare: il passaggio dalle reti, che sono state realizzate, ai nodi e all’intermodalità; l’avvio immediato dei cantieri e la velocizzazione dello stato di avanzamento dei lavori delle opere approvate dal CIPE; il coinvolgimento dei capitali privati attraverso la defiscalizzazione delle opere; la manutenzione del territorio e delle reti, essenziale alla sicurezza dei cittadini e all’efficienza dell’attività economica; la riforma del trasporto pubblico locale; valorizzare il ruolo strategico dei porti e dei servizi annessi (interporti e piattaforme logistiche), dai quali passa l’85 per cento delle attività di import-export del Paese.
Viene altresì evidenziato che il gap infrastrutturale dell’Italia rispetto ai partner europei non si limita alle sole infrastrutture di trasporto, ma coinvolge anche l’edilizia scolastica, carceraria e sanitaria, l’efficientamento energetico degli immobili della PA, i beni culturali. Si tratta di settori strategici, cui è legata la ripresaeconomica, che richiedono forti investimenti.
In tale ambito la tematica di primaria importanza da affrontare riguarda, in particolare, la necessità di facilitare, per la realizzazione delle opere, il Partenariato Pubblico Privato (PPP) che consente, anche attirando capitali internazionali, di massimizzare l’efficienza e l’efficacia nella progettazione, costruzione e gestione delle infrastrutture. A tal fine viene sottolineata l’importanza di rivedere tutte le procedure e le norme che regolano questa modalità di finanziamento.
· Sviluppo durevole
In tale ambito le tematiche di primaria importanza da affrontare riguardano in particolare: lo sviluppo delle fonti rinnovabili; rendere strutturali gli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni; definizione di un Piano nazionale di tutela e gestione della Risorsa Idrica, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio idrico e per rilanciare gli investimenti in infrastrutture e in tecnologie innovative; procedere alla definizione dei limiti al consumo di suolo in tutto il Paese, puntando sulla trasformazione del tessuto urbano esistente e non sulla realizzazione di nuove edificazioni; riforma normativa in materia di reati ambientali e d’illeciti amministrativi ambientali per rivedere l’intero sistema delle sanzioni; riduzione del rischio idrogeologico attraverso un Piano organico e strutturale di breve e medio termine.
RELAZIONE DEI DEBITI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Il decreto legge 35/2013 prevede che alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2013 sia allegata una relazione sullo stato di attuazione del predetto decreto, contenente elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle amministrazioni pubbliche e alla ricognizione dello stock dei debiti ancora in essere, nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni maturati al 31 dicembre 20121.
Con riferimento ai pagamenti effettuati dalle pubbliche amministrazioni questi risultano pari a 11.304 milioni, a settembre 2013, rispetto ai 17.907 milioni resi disponibili agli enti debitori e rispetto ai 20.000 milioni stanziati dal predetto provvedimento.
Per quanto concerne la ricognizione dei debiti delle PA, viene evidenziato che non possono essere fornite quantificazioni, posto che una compiuta conoscenza dello stock dei debiti oggetto della ricognizione necessita di una rielaborazione e verifica dei dati pervenuti, al fine di accertare sia il tasso di adesione alla ricognizione sia la corretta individuazione della tipologia dei debiti da considerare.
Vengono, poi, ricordate le misure emanate negli ultimi mesi per accelerare il pagamento dei debiti maturati al 31 dicembre 2012.
Viene, infine, annunciato l’impegno del Governo di pervenire alla cifra complessiva di 50 miliardi, sebbene la necessità di individuare ulteriori misure potrà essere compiutamente valutata allorché saranno disponibili le quantificazioni definitive dei debiti ancora in essere, derivanti dalla ricognizione disposta dalla normativa.