In Aula della Camera dei Deputati è stata presentata un’Interpellanza urgente (2-00984, primo firmatario l’On. Adriana Galgano del Gruppo parlamentare SCpI) in cui viene chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dello Sviluppo Economico “quali iniziative intendano adottare per garantire il tempestivo utilizzo dei fondi strutturali del periodo di programmazione in corso, con particolare riferimento ai programmi regionali a più elevato rischio di definanziamento e per assicurare l’adeguato funzionamento dell’Agenzia per la coesione territoriale, e quali urgenti misure ritengano opportuno mettere in atto, nei modi e nei tempi previsti, per impedire che vadano perduti i fondi in giacenza e messi a disposizione
dall’Unione europea.”
Nelle Premesse dell’Atto di controllo, in particolare, viene evidenziato che:
– “l’Agenzia per la coesione territoriale fu istituita dall’articolo 10 del decreto legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2013, con l’obiettivo di dotare l’amministrazione pubblica di un organo d’indirizzo e di presidio dell’attuazione della programmazione dei fondi strutturali”;
– “l’intento era quello di evitare il rischio della dispersione di risorse stanziate attraverso i fondi europei. Tuttavia, dopo tre anni, una legge nel 2013 e diversi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri nel 2014 per lo statuto e per la nomina del direttore generale, l’Agenzia per la coesione territoriale non è ancora nel pieno delle sue funzioni”;
– “la programmazione dei fondi europei non risulta ad oggi ancora definita, infatti, la maggior parte dei programmi operativi del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 (tra cui quelli delle regioni meridionali e i programmi nazionali essenziali come quelli per trasporti, ricerca e competitività) deve essere ancora approvata, ad un anno dall’avvio ufficiale del nuovo ciclo di programmazione. Così come manca di definizione la programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, che la legge di stabilità del 23 dicembre 2014 ha previsto di utilizzare per piani strategici ancora non conosciuti”;
– “esiste il gravissimo rischio che i 12 miliardi di euro, messi a disposizione dall’Unione europea e non ancora utilizzati, vadano perduti, se non saranno spesi entro la fine del 2015”.
Risposta del Governo
Il Vice Ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, ha, in primo luogo, evidenziato che nel corso del
2014 il ritmo di spesa della programmazione comunitaria 2007-2013 è aumentato. In particolare, alla scadenza del 31 dicembre 2014 il totale delle spese certificate alla Commissione europea in attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali ha raggiunto un importo pari a 33 miliardi di euro, corrispondente al 70,7 per cento del complesso delle risorse programmate (di cui 77,9 per cento nelle regioni dell’Obiettivo competitività e occupazione e 67,3 per cento nelle regioni della Convergenza). Dei circa 46,7 miliardi disponibili per il ciclo di programmazione 2007-2013, rimangono da spendere, entro il 31 dicembre di quest’anno, 13,6 miliardi di euro. Al fine di sostenere tale impegno ha rilevato che saranno intensificate le azioni di sostegno e accompagnamento alle amministrazioni responsabili della gestione, azioni volte a individuare le criticità che rallentano l’attuazione, al fine di evitare il disimpegno delle risorse, e per migliorare la qualità degli investimenti cofinanziati.
Nel quadro della collaborazione in corso con le istituzioni dell’Unione europea, ha ricordato la previsione dell’assistenza della Banca europea degli investimenti, attraverso lo strumento Jaspers, specificamente dedicato al sostegno dell’attuazione dei progetti di grandi dimensioni (i cosiddetti grandi progetti che espongono investimenti di volume finanziario superiore ai 50 milioni di euro), progetti cofinanziati dai fondi strutturali e da completare nel corso della programmazione 2014-2020.
Contribuirà, inoltre, al raggiungimento dell’obiettivo di evitare il disimpegno delle risorse l’entrata a regime del nuovo assetto istituzionale di coordinamento e presidio delle politiche di coesione a livello centrale, con l’avvenuta istituzione delle due strutture, da una parte, il Dipartimento per le politiche di coesione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e, dall’altra, l’Agenzia per la coesione territoriale, rispettivamente titolari delle funzioni di programmazione e di attuazione della politica di coesione.
Con particolare riguardo al funzionamento della suddetta Agenzia per la coesione territoriale ha rilevato che i relativi atti costitutivi sono stati registrati dalla Corte dei conti e il 29 maggio scorso si è insediato il comitato direttivo, previsto dallo statuto dell’ente. La bozza di regolamento organizzativo, già concordata con le amministrazioni concertanti, ha ricevuto parere positivo da parte del comitato direttivo ed è al momento oggetto della consultazione con i sindacati.
Si è, poi, soffermato sulla programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento Europei evidenziando come l’Accordo di partenariato abbia indicato il numero e la tipologia dei programmi operativi nazionali e regionali chiamati ad attuare la strategia, specificatamente elencati. Al riguardo, sono previsti importanti finanziamenti per il risparmio e l’efficienza energetica, la messa in sicurezza del territorio, la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente, del patrimonio culturale e i settori produttivi ad esso collegati, nonché misure rilevanti di rafforzamento della capacità amministrativa, di modernizzazione della pubblica amministrazione al servizio degli interventi di sviluppo.
Ha, infine, sottolineato che la Legge di stabilità 2014 ha determinato in 54,81 miliardi di euro la dotazione aggiuntiva del Fondo sviluppo e coesione per il medesimo periodo di programmazione 2014-2020, disponendo l’iscrizione in bilancio per l’80 per cento di tale importo, pari quindi a 43,848 miliardi di euro. Tuttavia, nel corso del 2014 alcune disposizioni normative recate da diversi decreti-legge hanno ridotto tale importo, per un totale di circa 4,73 miliardi di euro, per assicurare la copertura di misure per il riavvio della
realizzazione di grandi opere infrastrutturali e per il rilancio della crescita, anche attraverso il sostegno, con il credito di imposta, degli investimenti in beni strumentali delle aziende. Tali interventi rappresentano una anticipazione delle misure e degli effetti previsti nei programmi operativi.
Per gli ulteriori Atti di indirizzo e controllo presentati in Parlamento, si veda la Notizia “In Evidenza” Atti di indirizzo e controllo n. 21/2015 del 9 giugno 2015.
In Allegato il testo della risposta.
20845-Testo della risposta (Interpellanza n.2-00984).pdfApri