Si sono svolte lo scorso 8 luglio al Senato, presso le Commissioni Lavori Pubblici, le Comunicazioni del Ministro, Graziano Delrio, sulle linee programmatiche del Dicastero delle Infrastrutture e trasporti.
Il Ministro ha, in premessa, sottolineato il valore essenziale del settore infrastrutture e trasporti per il rilancio dell’economia del Paese e per la vita dei cittadini, rilevando come il Governo intenda porre l’enfasi sulla possibilità di realizzare le infrastrutture ritenute necessarie con tempi e regole certe, prevenendo sprechi e forme di corruzione.
In tale ambito, ha rilevato come possa apparire “fuorviante” la distinzione tra grandi e piccole opere, dovendosi piuttosto parlare di opere utili per la vita del Paese.
Ha, poi, indicato l’obiettivo del Governo che consiste nel: “rivedere le procedure per la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture introducendo procedure semplificate o di tipo ordinario, limitando a pochi casi ben identificati il ricorso a modalità speciali. Ciò comporta la necessità di decidere le opere da realizzare non sulla base di istanze territoriali o localistiche, ma di parametri oggettivi che ne evidenzino la reale utilità”. Ha, quindi, ricordato il disegno di legge di riforma del codice degli appalti e delle concessioni, approvato recentemente in prima lettura dal Senato, che potrà apportare un contributo decisivo a tali obiettivi.
E’ passato, altresì, ad illustrare le priorità che formeranno l’azione del suo Dicastero:
-rilanciare la cosiddetta “cura del ferro“, potenziando la rete ferroviaria ad alta velocità/alta capacità in modo da completare il collegamento del Paese;
–investimenti nel sud d’Italia, ricordando a tal proposito che per i progetti in campo ferroviario sono già individuate risorse per 2,5 miliardi di euro a valere su fondi comunitari;
-il coordinamento con i quattro corridoi delle reti transeuropee di trasporto (TEN-T) che passano per l’Italia. Per tali interventi il Governo è riuscito ad ottenere l’approvazione per il finanziamento di ben trentatré progetti dalla Commissione europea, nell’ambito del bando per l’iniziativa Connecting Europe Facility (CEF).
Si è, inoltre, soffermato: sul piano nazionale per i porti e la logistica, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e trasmesso alle Camere per il parere delle Commissioni competenti; sul rilancio del trasporto pubblico locale; sui temi della sicurezza e dell’innovazione nelle reti ferroviarie, sottolineando che le nuove tecnologie possono consentire oggi di abbattere notevolmente i tempi di percorrenza anche sulle linee ferroviarie tradizionali, citando in proposito il progetto di sviluppo della tratta Bari-Matera; sulla manutenzione della rete stradale; sugli investimenti per i collegamenti intermodali con gli aeroporti, sulla definizione di un piano nazionale della mobilità ciclistica.
Ha, poi, ribadito l’impegno di rivedere le infrastrutture strategiche della legge obiettivo per ridefinire un elenco di opere realmente prioritarie, sulla base del confronto con le regioni. Ha, quindi, preannunciato che in autunno, sulla base di questo confronto, il Ministero stilerà quindi un nuovo elenco delle opere valutando la loro effettiva utilità e la coerenza dei piani economico-finanziari, anche attraverso una revisione dei progetti risalenti nel tempo e ormai superati.
Per quanto concerne le attività di competenza dell’ANAS, sono previsti, per il 2015, 11,5 miliardi di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria e 500 milioni di euro per nuove opere. Al riguardo, ha evidenziato, tuttavia, la necessità di reperire risorse aggiuntive per gli anni successivi, anche attraverso formule alternative di finanziamento che possano rendere l’ANAS almeno in parte indipendente dai contributi pubblici.
Sulle concessioni autostradali, ha ricordato l’operazione fatta con l’articolo 5 del decreto-legge “Sblocca Italia” al fine di favorire l’aggregazione delle diverse gestioni e che tali disposizioni sono al vaglio della Commissione europea. Sul punto ha precisato che il Governo “intende attenersi scrupolosamente alle indicazioni che verranno dalla Commissione europea ma sottolinea che, per quanto concerne l’in house, si dovrà trattare di concessioni interamente pubbliche, senza la presenza di soci privati. Purtroppo in alcune concessioni esistenti non sempre vi è una reale assunzione del rischio operativo da parte del concessionario e pertanto in questi casi sarà possibile una revisione delle convenzioni. Tuttavia è altrettanto corretta la richiesta delle stesse imprese concessionarie di avere quadri regolatori certi e stabili per poter programmare i loro investimenti”.
Si, è, infine soffermato sui progetti di rilancio, di potenziamento e di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, cui potrebbero essere estesi gli incentivi per l’efficienza energetica già previsti per l’edilizia residenziale privata, sia pure tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica.
In allegato il resoconto della seduta della Commissione Lavori Pubblici del Senato con le Comunicazioni del Ministro delle infrastrutture.
21270-Resoconto con le comunicazioni del Ministro Delrio.pdfApri