In media l’Unione Europea consuma 14 tonnellate di materie prime e genera 5 tonnellate di rifiuti all’anno. Questi dati sembrano allarmanti considerando che le nostre risorse sono limitate, ma a tutto ciò ci potrebbe essere una soluzione.
Molti prodotti e materiali possono essere riutilizzati o riparati, riducendo così gli sprechi. In ragione di questo, i deputati hanno discusso un rapporto che chiede alla Commissione europea di presentare una proposta ambiziosa per facilitare una transizione verso un’economia circolare, in cui i prodotti vengono progettati in modo da essere riutilizzati.
L’economia tradizionale si basa sul prendere, usare e buttare via, ma con l’economia circolare si estende il ciclo di vita dei prodotti. Questo potrebbe essere garantito, per esempio, grazie ad una miglior durata ed a una gestione dei rifiuti più efficiente o ad un design migliore che rende più facile da riparare e riutilizzare i vecchi prodotti. Tuttavia, potrebbe anche comportare nuovi modelli di business basati sul leasing, la condivisione o la vendita di prodotti di seconda mano.
Sirpa Pietikäinen, membro finlandese del gruppo PPE, ha dichiarato che affinché tale provvedimento porti verso un aumento dell’economia sostenibile sarebbero necessario sia un cambiamento normativo che economico, nonché, un cambiamento socio-educativo.
Il messaggio contenuto nella risoluzione approvata a Strasburgo è chiaro: l’Esecutivo Ue non faccia passi indietro sul testo, e presenti una proposta realmente ambiziosa per ridurre lo spreco di risorse, intervenire sull’ecodesign e centrare l’obiettivo zero rifiuti, eliminando il loro incenerimento e collocamento in discarica. I punti chiave del testo sono i seguenti:
Obiettivo rifiuti zero: gli eurodeputati chiedono nuovi obiettivi vincolanti in materia di riduzione dei rifiuti e dello smaltimento in discarica. E invitano la Commissione europea a non perdere tempo, presentando la nuova proposta di direttiva in tema rifiuti entro il 2015.
Ecodesign: promuovere una politica per i prodotti tale da aumentare il ciclo di vita previsto e la progettazione ecocompatibile, tramite un “ambizioso programma di lavoro”. Ciò dovrebbe includere un riesame della legislazione sulla progettazione ecocompatibile entro la fine del 2016, al fine di estenderne l’ambito di applicazione e comprendere tutti i principali gruppi di prodotti presenti su mercato. L’Aula chiede inoltre di definire criteri quali la durata, la riparabilità, riutilizzabilità e riciclabilità e di elaborare misure contro l’obsolescenza programmata.
Cambiamento sistemico: per affrontare il problema delle scarse risorse, l’estrazione e l’uso di queste ultime devono essere ridotti. Fondamentali in tal senso la riduzione dei consumi di risorse a livelli sostenibili, l’impiego crescente delle energie rinnovabili e la soppressione delle sostanze tossiche.
Nel testo si afferma che l’uso degli indicatori relativi all’efficienza e alla misurazione del consumo di risorse, comprese le importazioni e le esportazioni, dovrebbe essere obbligatorio a partire dal 2018.
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