ATTI DEL GOVERNO ALL’ESAME DEL PARLAMENTO
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Atto e iter
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Contenuti
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Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino della disciplina per la gestione del bilancio dello Stato e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa in attuazione dell’articolo 42 della legge 31 dicembre 2009, n. 196
(Atto 265)
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Assegnato alle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 15 aprile p.v.
Lo Schema dopo l’espressione dei pareri parlamentari tornerà in Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione.
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Il decreto dà attuazione all’art. 42 della L 196/2009 (Legge di contabilità e finanza pubblica) con l’obiettivo di rafforzare il ruolo della cassa nella fase di formazione e gestione del bilancio. Al riguardo prevede, in particolare:
–l’avvicinamento delle fasi dell’impegno di spesa e dell’accertamento di entrata a quelle, rispettivamente, del pagamento e della riscossione;
-l’istituzionalizzazione e obbligatorietà del cosiddetto “cronoprogramma dei pagamenti” (già previsto in via sperimentale per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 dal Dl 95/2012), la cui predisposizione viene anticipata al momento della formazione del bilancio da aggiornare in corso di gestione al momento in cui vengono assunti gli impegni;
-un raccordo più stretto tra le autorizzazioni di cassa del bilancio statale e la gestione della tesoreria, attraverso un apposito allegato al rendiconto generale dello Stato;
-la razionalizzazione della disciplina in materia di residui passivi.
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Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato in attuazione dell’articolo 40 della legge 31 dicembre 2009, n. 196
(Atto 264)
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Assegnato alle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 15 aprile p.v.
Lo Schema dopo l’espressione dei pareri parlamentari tornerà in Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione.
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Il decreto dà attuazione all’art. 40 della L 196/2009 con l’obiettivo di integrare la spending review nell’ordinario processo di bilancio.
Al riguardo prevede, in particolare:
-la revisione delle missioni e dei programmi;
-l’introduzione delle azioni, quale ulteriore articolazione dei programmi di spesa;
-l’introduzione, a fini conoscitivi, della contabilità integrata finanziaria-economico patrimoniale e di piano dei conti integrato e il progressivo superamento delle contabilità speciali;
-il riordino delle appendici e degli allegati del bilancio dello Stato;
-la definizione degli obiettivi di spesa per ciascuno Ministero, entro il 31 maggio di ciascun anno, con DPCM. Gli obiettivi possono essere definititi in termini di risparmi da conseguire o di risorse da impiegare.
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Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/17/UE in merito ai contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali nonché modifiche e integrazioni del titolo VI-bis del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, sulla disciplina degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi e del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141
(Atto 256)
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Assegnato alle Commissioni Finanze della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 1° marzo p.v.
Lo Schema dopo l’espressione dei pareri parlamentari tornerà in Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione.
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Il decreto dà attuazione alla direttiva 2014/17/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 febbraio 2014, che introduce un quadro normativo armonizzato a livello UE in materia di offerta di contratti di credito immobiliare (mutui immobiliari garantiti da ipoteche o finalizzati all’acquisto del diritto di proprietà su un immobile) al consumatori.
Lo schema di decreto legislativo attraverso un intervento normativo sul Dlgs 385/1993 (TUB) e sul Dlgs 141/2010 (sui contratti di credito ai consumatori), prevede, in particolare:
-l’applicazione delle nuove norme ai contratti relativi a concessione di credito garantito da ipoteca su immobile ad uso residenziale o volto all’acquisto o alla conservazione del diritto di proprietà su un terreno o su un immobile edificato o progettato con esplicita esclusione di alcune tipologie di contratto (tra cui i contratti di credito mediante i quali il datore di lavoro, al di fuori della sua attività principale, concede ai dipendenti crediti senza interessi o a un TAG inferiore a quello di mercato);
– l’individuazione di canoni di comportamento per i finanziatori e gli intermediari del credito che offrono contratti di credito ai consumatori;
–obblighi precontrattuali di informazione in capo a finanziatori e intermediari del creditoe di chiarimenti in ordine al calcolo del tasso annuo effettivo globale (TAEG).;
-il divieto delle cosiddette pratiche di commercializzazione abbinata, che consistono nell’offerta o commercializzazione di contratti di credito assieme ad altri prodotti o servizi finanziari distinti, se questi ultimi sono obbligatori per la conclusione del contratto.
–verifica del merito creditizio del consumatore che deve essere svolta dal finanziatore prima della conclusione del contratto di credito;
-applicazione di standard affidabili per la valutazione dei beni immobili residenziali ai fini della concessione di credito garantito da ipoteca;
-adozione di procedure per gestire l’inadempimento del consumatore in difficoltà nei pagamenti;
-previsione che l’Osservatorio del mercato immobiliare, istituito presso l’Agenzia delle entrate, assicuri il controllo statistico sul mercato immobiliare residenziale ed effettui le opportune comunicazioni ai fini dei controlli di vigilanza macro-prudenziali.
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Schema di Schema di decreto legislativo recante revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190, e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33
(Atto 267)
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Assegnato alle Commissioni Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 17aprile p.v.
Essendo previsto un parere “rinforzato” dalla legge delega laddove il Governo non dovesse conformarsi alle indicazioni del Parlamento il provvedimento dovrà essere trasmesso nuovamente alle Camere per il secondo parere (da rendersi entro 10 giorni). Decorso tale termine il provvedimento potrà essere comunque adottato.
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Lo Schema di D.Lgs dà attuazione alla delega contenuta all’art.7 della L. n.124/2015 ( recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”), in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.
Il testo, finalizzato a rafforzare la trasparenza amministrativa, dispone, in particolare, modifiche al D.Lgs 33/2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni), al fine di: ridefinire l’ambito di applicazione degli obblighi e delle misure in materia di trasparenza; prevedere misure organizzative per la pubblicazione di alcune informazioni e per la riduzione degli oneri gravanti in capo alle amministrazioni pubbliche; razionalizzare e precisare gli obblighi di pubblicazione; individuare i soggetti competenti all’irrogazione delle sanzioni per la violazione degli obblighi di trasparenza.
Viene, altresì, introdotta una nuova forma di accesso ai dati e ai documenti pubblici (equivalente alla Freedom 01 inlormation act –Foia– dei sistemi anglosassoni), per la quale chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, può accedere a tutti i dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche
Amministrazioni. In particolare si consente l’accesso anche ai dati, alle informazioni e ai documenti per i quali non sussistono specifici obblighi di pubblicazione.
Vengono, inoltre, introdotte modifiche alla L.190/2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), volte a precisare i contenuti e i procedimenti di adozione del Piano nazionale anticorruzione e dei piani triennali per la prevenzione della corruzione, nonché a ridefinire i ruoli, i poteri e le responsabilità dei soggetti interni che intervengono nei relativi processi.
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ATTI DEL GOVERNO ALL’ESAME DEL PARLAMENTO
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Atto e iter
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Contenuti
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Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di disciplina delle funzioni del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni
(Atto 268)
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Assegnato alle Commissioni Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 18 marzo p.v.
Lo Schema dopo l’espressione dei pareri parlamentari tornerà in Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione.
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Lo Schema di regolamento disciplina, come previsto dal DL 90/2010 convertito dalla Legge 114/2014, le funzioni trasferite al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio, di cui era titolare l’ANAC (già Civit), in materia di misurazione e valutazione della performance delle P.A. Tra i criteri, in base ai quali il predetto Dipartimento promuoverà la propria azione, sono previsti in particolare i seguenti:
–ridurre gli oneri informativi a carico delle amministrazioni pubbliche;
-promuovere la progressiva integrazione del ciclo della performance e del ciclo di programmazione economico finanziaria;
-migliorare il raccordo tra ciclo della performance e il sistema dei controlli interni e gli indirizzi espressi dall’Autorità nazionale anticorruzione in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione;
–promuovere la razionalizzazione degli organismi indipendenti di valutazione delle amministrazioni pubbliche.
A tal fine, viene istituita presso il Dipartimento un’apposita Commissione tecnica per la performance, con funzioni consultive.
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Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante disposizioni per il trasferimento di risorse umane, finanziarie e strumentali dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall’ISFOL all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro
(Atto 266)
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Assegnato alle Commissioni Lavoro della Camera dei Deputati e del Senato, per il parere al Governo da rendersi entro il 17 marzo p.v.
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Lo Schema di DPCM dà attuazione all’articolo 4, comma 9, del D.Lgs 150/2015 (di riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, attuativo della L.183/2014, “Jobs Act”), individuando le risorse umane, strumentali e finanziare da trasferire dall’ ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) alla neo istituita ANPAL (Agenzia per le politiche attive), con apposite procedure.
Tra le funzioni attribuite all’ANPAL, si prevedono, in particolare:
–promozione e coordinamento dei servizi per il lavoro pubblico e privato, delle attività in materia di politiche attive del lavoro;
–attività dirette a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel rispetto del principio di sussidiarietà e in collaborazione con gli altri paesi membri dell’Unione Europea;
–attività per l’attuazione della Garanzia Giovani;
–attività di monitoraggio sulla qualità dei servizi per il lavoro e delle politiche attive e sul rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni definite ai sensi della normativa vigente in materia;
-attività connesse alla valutazione dell’efficacia ed efficienza delle azioni realizzate in attuazione delle politiche attive del lavoro;
–promozione delle attività in materia di formazione, con particolare riferimento alle attività collegate al Fondo Sociale Europeo;
– elaborazione delle politiche formative e i piani di orientamento e rafforzamento dell’occupabilità;
–vigilanza e monitoraggio sui fondi interprofessionali per la formazione continua di cui all’art. 118 della L. 388/2000.
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