La Commissione Istruzione del Senato, a conclusione di un’Indagine conoscitiva svolta sulla mappa dell’abbandono dei luoghi culturali, ha approvato un apposito documento conclusivo.
Nello stesso vengono, tra l’altro, evidenziati gli aspetti evidenziati all’esito delle audizioni e le criticità emerse con relative conclusioni e proposte.
A quest’ultimo riguardo, in particolare, la Commissione auspica che sia possibile al più presto promuovere una strategia largamente condivisa dalle diverse forze politiche che preveda, tra l’altro, i seguenti interventi:
–vigilare affinché l’Agenzia del demanio – di concerto con le Regioni, gli enti locali e le associazioni di categoria – possa realizzare al più presto un censimento definito ed esaustivo dei beni statali che versano in stato di degrado e abbandono, anche a seguito di danni provocati da calamità naturali (terremoti, alluvioni), nonché del patrimonio immobiliare dismesso, anche al fine di favorire l’allocazione di risorse pubbliche inutilizzate per la valorizzazione degli stessi;
–promuovere una mappatura dei «beni culturali immateriali», anche attraverso apposite linee guida fornite alle Soprintendenze e avvalendosi dell’apporto dell’associazionismo accreditato;
–inserire i luoghi dell’abbandono (o «luoghi del cuore», così come definiti nel progetto del FAI) nei piani paesaggistici regionali, come avvenuto ad esempio in Toscana, valorizzando così la sensibilizzazione popolare che sottostà a tale mappatura;
–estendere le agevolazioni fiscali in accordo a quelle previste dall’«art bonus» al fine di:
· coinvolgere le associazioni che hanno già maturato un’esperienza nel settore per la valorizzazione di progetti legati al cosiddetto «micromecenatismo»;
· aprire nuove prospettive di crowdfunding per i beni privati (per restauro, tutela, riutilizzo, valorizzazione etc.) e dunque indirettamente per la lotta all’abbandono dei beni culturali. In tale quadro andrebbe ripensato organicamente il tema dei contributi ai privati proprietari di beni vincolati, che come è noto è ancora in gran parte irrisolto, fermo restando l’obbligo per il privato di rendere fruibile al pubblico il bene oggetto di tali agevolazioni;
· realizzare un più ampio, articolato e stabile regime fiscale agevolato, finalizzato a progetti vòlti al recupero e alla valorizzazione di beni dismessi o che giacciono in stato di abbandono;
–incoraggiare il trasferimento di beni culturali fra le istituzioni pubbliche, ovvero il loro affidamento a soggetti consentiti dall’ordinamento, eventualmente da costituire anche ad hoc e capaci ove necessario di coniugare risorse e capacità nazionali e locali, pubbliche e private, individuando per ciascuno l’allocazione ottimale per contrastarne l’abbandono ed assicurarne una gestione sostenibile;
–declinare il recupero e l’utilizzo del patrimonio culturale nel più generale ambito delle politiche sociali: es. beni immobili (palazzi, terreni ecc.) confiscati alla mafia; Fondi europei 2014-2020 che prevedono cospicui investimenti per il sociale (cui ci si potrebbe “agganciare” in modo specifico per reperire fondi al fine di combattere l’abbandono o per promuovere il riuso di beni abbandonati).
Audizioni svolte