Argomento
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Assegnazione e Relatore
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Contenuti e iter
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Proposta di Direttiva recante modifica della direttiva 96/71/CE, del 16 dicembre 1996, relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi (COM (2016)128)
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Commissione Lavoro Camera dei Deputati
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Il testo interviene a modificare la direttiva precedente con riguardo, in particolare, a: retribuzione dei lavoratori distaccati, anche nel caso di subappalti, norme sui lavoratori interinali; distacco di lunga durata.
Nello specifico, i lavoratori distaccati saranno soggetti alle stesse norme che regolano il trattamento economico e le condizioni di lavoro dei lavoratori locali: tutte le norme relative alla retribuzione che si applicano generalmente ai lavoratori locali dovranno essere applicate anche ai lavoratori distaccati. Oltre alle tariffe minime salariali la retribuzione comprenderà anche altri elementi, quali i bonus o le indennità, ove presenti. Gli Stati membri dovranno specificare in modo trasparente i diversi elementi che compongono la retribuzione sul loro territorio. Le condizioni stabilite dalla legge o da contratti collettivi di applicazione generale diventano obbligatoriamente applicabili anche ai lavoratori distaccati in tutti i settori dell’economia. La proposta consente inoltre agli Stati membri di stabilire l’obbligo per i subappaltatori di garantire ai loro lavoratori lo stesso trattamento economico concesso dal contraente principale.
Le norme nazionali sulle agenzie di lavoro interinale saranno applicate anche alle agenzie con sede all’estero che distaccano lavoratori.
Nel caso la durata del distacco superi i 24 mesi, si applicheranno le condizioni stabilite dal diritto del lavoro degli Stati membri ospitanti, qualora siano più favorevoli per i lavoratori distaccati.
La Commissione non ne ha ancora avviato l’esame
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Comunicazione della Commissione UE su “Semestre europeo 2016: valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici e risultati degli esami approfonditi a norma del regolamento UE 1172/2011” (COM (2016)95)
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Commissione Bilancio
Camera dei Deputati
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Nell’analisi della Commissione viene evidenziato, in premessa, che la ripresa dell’economia europea continua ad essere lenta e fragile, e permane la necessità di accelerare le riforme strutturali, stimolare gli investimenti e aumentare la competitività.
A tale riguardo, viene, tra l’altro, rilevato che:
– Il miglioramento delle condizioni di investimento richiede interventi su vari fronti. È necessario attrarre maggiori finanziamenti privati per gli investimenti nell’economia reale e garantire la buona qualità degli investimenti pubblici;
-Nonostante alcuni progressi, in molti Stati membri permangono ostacoli agli investimenti in alcuni settori chiave, tra cui l’edilizia. Una serie di Stati membri presenta ostacoli agli investimenti sotto forma di oneri amministrativi, burocrazia, inefficienza della pubblica amministrazione, incertezza giuridica o contesto legislativo mutevole, oltre a una mancanza di trasparenza che ostacola la lotta contro la corruzione;
–Si registrano alcuni progressi nel miglioramento dell’accesso ai finanziamenti. In molti paesi UE sono stati istituite o rafforzate le iniziative volte a migliorare l’accesso ai finanziamenti. L’Ungheria ha lanciato il Fondo per la crescita. È inoltre in corso una serie di iniziative volte a migliorare l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese, in particolare attingendo dai fondi UE;
-i quadri normativi in materia di insolvenza sono stati migliorati in molti Stati UE;
–L’onere fiscale sul lavoro dovrebbe essere ulteriormente abbassato. Nonostante le riformeavviate (viene citata anche l’Italia), il cuneo fiscale che grava sul lavoro, in particolare sui bassi redditi, resta elevato;
–Sono tuttora necessari ulteriori miglioramenti in materia di appalti pubblici. “Per alcuni Stati membri le carenze negli appalti pubblici rimangono una delle principali fonti di irregolarità rilevate nei controlli sull’uso dei fondi strutturali e di investimento europei e costituiscano un deterrente per gli investimenti e il corretto funzionamento del mercato unico. Gli appalti pubblici sono inoltre un settore esposto alla corruzione”;
–il settore edilizio può dare un importante contributo al consolidamento della ripresa, ma non senza riforme. “La ripresa del settore dopo la crisi si sta rivelando lenta e difficile e le riforme contribuirebbero a darle un nuovo impulso, sebbene i livelli non sostenibili di prima della crisi non debbano essere presi come riferimento. Nel 2015 la Commissione ha svolto un esame approfondito degli ostacoli nel settore edilizio, che ha confermato una forte eterogeneità di trattamento nei diversi Stati membri”.
(Al riguardo, vengono anche citati Danimarca, Germania, Lituania, Polonia, Slovacchia e Svezia Paesi che negli ultimi anni sono state oggetto di raccomandazioni specifiche per paese nel settore edile finalizzate all’eliminazione delle relative restrizioni normative).
La Commissione non ne ha ancora avviato l’esame.
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