CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI / RICHIESTE AL GOVERNO
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RISPOSTA DEL GOVERNO
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Interpellanza
A. Scotto, SI-SEL
P. Carrescia, PD
P. Terzoni, M5S
M. Piras, SI-SEL
A. Zolezzi, M5S
A. Zolezzi, M5S
Interrogazioni a risposta orale
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Impianti di incenerimento
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–riesaminare lo Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato ai sensi dell’art.35 del DL 133/2014 (cd. Sblocca Italia) e inoltrato alle regioni e province autonome, che individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale;
-assumere iniziative per subordinare la nuova realizzazione degli impianti di incenerimento, previsti al Centro e al Sud del Paese, alla predisposizione da parte delle regioni interessate di una efficace programmazione che punti, anche attraverso un’implementazione della necessaria impiantistica, a incentivare la raccolta differenziata e il recupero non energetico dei rifiuti;
–avviare una seria ed efficace politica di gestione del ciclo dei rifiuti, rispettosa e coerente con le indicazioni e gli obiettivi europei per un’economia circolare e per l’applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti;
– adottare iniziative che siano alternative alla realizzazione e al potenziamento degli impianti di incenerimento e investire in piani e programmi che rendano sempre più residuale il recupero energetico dei rifiuti.
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Con riguardo al contenuto del DPCM viene evidenziato che l’individuazione del fabbisogno nazionale di incenerimento è stata effettuata tenendo in specifica considerazione ogni singola pianificazione regionale vigente, nonché tutti i dati aggiornati, specificatamente forniti dalle regioni nel corso delle riunioni a livello tecnico e politico della Conferenza Stato-regioni, in ordine agli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti in termini quantitativi, agli obiettivi di raccolta differenziata, più ambiziosi rispetto all’obiettivo minimo di legge del 65 per cento, alle attuali forme di gestione dei rifiuti urbani raccolti in modo indifferenziato, nonché agli aggiornamenti delle autorizzazioni di cui ai commi 3 e 5 dell’art.35 del DL 133/2014.
Le disposizioni contenute nel decreto, finalizzate a garantire la sicurezza nazionale nell’autosufficienza della gestione dei rifiuti, oltre a dare piena attuazione a quanto previsto dal legislatore nazionale, rappresentano altresì una concreta attuazione della normativa europea in tema di gestione degli stessi.
Il decreto è attualmente oggetto della procedura di verifica di assoggettabilità a VAS, secondo la disciplina di cui all’articolo 12 del Testo unico ambientale che prevede la conclusione del relativo procedimento entro novanta giorni dall’acquisizione dell’istanza di assoggettabilità da parte dell’autorità competente, avvenuta il 17 marzo scorso.
Ad ogni modo, ferma restando l’attuazione del suddetto articolo 35 e tenuto conto delle competenze spettanti agli enti territoriali, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, il Ministero dell’Ambiente valuterà anche il potenziamento di tutti gli strumenti necessari finalizzati a rafforzare in termini di efficacia, efficienza ed economicità il sistema di gestione dei rifiuti nell’ambito dell’istituendo Comitato presso la Conferenza Stato-Regioni per la gestione integrata ed efficiente del ciclo dei rifiuti.
Sottosegretaria di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo
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Interrogazione a risposta immediata in Assemblea
P. Gromoldi, LN
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Pedemontana lombarda
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Assicurare un paritario trattamento dei cittadini in tutto il Paese tramite le infrastrutture necessarie per la difesa e il rilancio delle potenzialità territoriali, industriali e commerciali, garantendo l’individuazione delle risorse finanziarie occorrenti per l’ultimazione dell’infrastruttura autostradale Pedemontana lombarda.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-la Pedemontana lombarda è una concessione cui lo Stato ha già dato un miliardo e 700 milioni, tra 930 milioni di contributo pubblico e oltre 800 milioni di defiscalizzazione, quasi pari al 50 per cento dell’opera;
-non possono essere approvati degli atti che continuino a chiedere contributi, aggiornando continuamente i piani economico-finanziari. I piani economico-finanziari vanno aggiornati sulla base di fatti reali, sulla base del progetto originariamente dato in concessione e questo è il motivo per cui il concessionario deve provvedere a risottoporre l’atto aggiuntivo n. 2 al CIPE, perché non si può cambiare il progetto originale, magari prevedendo di non costruire una tratta, senza averne le conseguenze di definanziamento anche della quota parte statale;
–alla Pedemontana si applicano gli stessi principi e lo stesso approccio applicato alle altre concessionarie autostradali italiane: revisionare il progetto per concordarne uno che sia economicamente sostenibile, entro i finanziamenti già concessi.
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio
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Interrogazione a risposta scritta
M. Antezza, PD
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Bonifica dell’amianto
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-Quale sia lo stato dell’iter amministrativo del piano nazionale amianto dopo lo stop in Conferenza unificata;
-come si intenda procedere per la risoluzione delle non più rinviabili attivitàdi messa in sicurezza e bonifica degli edifici pubblici contaminati da amianto quali scuole, ospedali e uffici pubblici, individuati durante le attività di mappatura dell’amianto;
–quali risorse si intendano dedicare alle attività di messa in sicurezza e bonifica di strutture e manufatti pesantemente contaminati da amianto nonché per finanziare le attività di mappatura.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-sulla scorta delle informazioni contenute nella mappatura amianto, è possibile effettuare l’identificazione dei siti a maggior rischio;
-l‘acquisizione dei dati georeferenziati consentirà l’incrocio con i dati catastali, rendendo possibile l’individuazione diretta dei proprietari delle strutture che ancora utilizzano materiali in cemento o amianto.
-l‘informatizzazione interesserà l’intero processo di bonifica, dalla presentazione del Piano di lavoro alla relazione riassuntiva annuale, prevista dall’articolo 9 della L.257/1992. Le informazioni saranno, così, inserite nella Banca dati nazionale, ai sensi del DM 101 del 2003;
-sono state avviate alcune procedure parallele per rispondere in tempi brevi alle criticità più urgenti.
L’articolo 1, comma 50 della L. 190/2014 (legge di Stabilità 2015) ha previsto, al fine di garantire la messa in sicurezza e bonifica di strutture pesantemente contaminate da amianto nei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), lo stanziamento di euro 45.000.000,00 per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017; -con riferimento alla messa in sicurezza e bonifica degli edifici pubblici, con DPCM del 27 maggio 2014 è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la struttura di Missione per l’edilizia scolastica.
La Struttura, siglando lo scorso 21 luglio un protocollo d’intesa con l’agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), ha avviato un programma di riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli oltre 40 mila edifici scolastici. L’iniziativa si focalizza principalmente sugli interventi per la sostenibilità e l’efficientamento energetico degli edifici stessi ma anche su quelli per la messa in sicurezza dal rischio sismico e la bonifica da amianto; -in relazione alle criticità dell’iter del Piano nazionale amianto, nella Conferenza unificata dell’11 giugno scorso si è deciso di formulare uno specifico accordo per la costituzione di un Tavolo interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che avrà il compito di recuperare il Piano nazionale amianto, rendendolo sostenibile rispetto alle obiezioni del Ministero dell’economia e delle finanze.
Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.
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Interrogazione a risposta scritta
G. Galatti, FI
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dissesto idrogeologico in Calabria
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-Quali iniziative si intenda intraprendere per ripristinare una situazione di normalità nella regione Calabria dopo gli eccezionali eventi alluvionali del 19 novembre 2013;
– quali siano le strategie in atto o le iniziative che il Governo intenda intraprendere per fronteggiare il generale problema del diffuso ed elevato rischio meteo-idrogeologico ed idraulico che interessa l’intero Paese
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-Il Ministero dell’Ambiente, insieme alla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha avviato il piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2014-2020.
Il piano è stato definito dalle proposte presentate dalle regioni nel corso degli anni 2014 e 2015 attraverso l’utilizzo del sistema web ReNDiS (repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) del Ministero dell’ambiente in collaborazione con ISPRA; -l’insieme degli interventi localizzati sull’intero territorio nazionale raggiungono un importo pari a circa 20,3 miliardi di euro che rappresenta, pertanto, il fabbisogno complessivo del periodo 2014-2020;
-al fine di assicurare l’avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, è stato individuato, nell’ambito del piano operativo nazionale, un Piano stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione, con un costo di circa 1,4 miliardi di euro;
-In relazione al piano nazionale 2014-2020, le richieste avanzate e validate dalla regione Calabria fino al 24 febbraio 2016, ammontano a 134.145.407,16 euro per la provincia di Catanzaro per un totale di 88 interventi, a 87.479.870,64 euro per la provincia di Crotone per un totale di 59 interventi e a 54.818.153,78 euro per la provincia di Vibo Valentia per un totale di 50 interventi. Non appena rinvenute le ulteriori risorse finanziarie necessarie per l’attuazione del piano nazionale, saranno individuati gli interventi che potranno essere ammessi a finanziamento secondo le modalità e in base ai criteri previsti dal citato DPCM del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, tenendo conto in particolare delle priorità che saranno espresse dalla stessa regione.
Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.
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Interrogazione a risposta scritta
C. Mannino, M5S
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Discariche illegali
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-Quale sia l’organo che effettua i sopralluoghi presso le discariche oggetto della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2 dicembre 2014;
-in quale modalità e con quale tempistica vengano effettuate questi sopralluoghi;
-quali siano le maggiori criticità che ancora non permettono all’Italia di ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-la procedura d’infrazione (Causa C-196/13) riguarda la mancata esecuzione della prima sentenza di condanna del 26 aprile 2007 per violazione della direttiva rifiuti 75/442/CE in riferimento a 200 discariche presenti sul territorio di 18 regioni italiane;
– Il 2 dicembre 2014, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia al pagamento, per le suddette violazioni, di una sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e di una penalità semestrale di 42, 8 milioni di euro da pagarsi fino all’esecuzione completa della sentenza.
In data 24 febbraio 2015, il Ministero dell’economia e delle finanze ha provveduto al pagamento della somma forfettaria di 40 milioni di euro e, in data 11 marzo 2015, dei relativi interessi di mora pari a 85.589.04 euro; -la Commissione ha chiarito che, per dare esecuzione alla sentenza, non basta garantite che nei siti oggetto della condanna non siano più depositati rifiuti o che i rifiuti gir depositati siano gestiti in conformità alla normativa dell’Unione europea in materia, ma occorre altresì verificare che i rifiuti non abbiano inquinato il sito e, in caso di inquinamento, eseguire le attività di messa in sicurezza o bonifica del sito ai sensi dell’articolo 240 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; -rispetto allo stato dei procedimenti in corso per le 155 discariche ancora oggetto della procedura d’infrazione, 151 discariche sono state oggetto di diffida ai sensi dell’articolo 8, commi 1 e 2 della L.13/2003 e in altri 4 casi di discariche che ricadono all’interno di Sui d’interesse nazionale di bonifica, sono in corso approfondimenti istruttori;
–riguardo all’esercizio del diritto di rivalsa, il sistema di rivalsa attivato dal Ministero dell’economia e delle finanze nei confronti dei soggetti responsabili delle violazioni che hanno determinato la sentenza di condanna prevede un meccanismo di compensazione con i trasferimenti che lo Stato dovrà effettuare in favore delle amministrazioni stesse. Non è più necessario, a seguito delle modifiche normative introdotte con la legge di stabilità per il 2016, acquisire l’intesa con le amministrazioni responsabili delle violazioni. Il Ministero sta procedendo a definire, sentiti le regioni e i comuni interessati, le modalità di reintegro delle anticipazioni effettuate;
-la norma suddetta consente al Governo – nel caso in cui ciò si renda necessario per far fronte a sentenze di condanna o a procedure di infrazione dell’Unione europea – di diffidare gli enti inadempienti alla realizzazione di uno specifico cronoprogramma, con la possibilità, nel caso di inadempimento anche ad uno solo degli atti indicati nel cronoprogramma, di una integrale sostituzione fino al pieno raggiungimento del risultato. Si tratta di uno strumento di grande accelerazione dei procedimenti ed è intenzione del Governo servirsene con decisione.
Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.
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Interrogazione a risposta in Commissione
C. Dell’Aringa, PD
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Responsabilità solidale contributiva
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Assumere iniziative, anche di carattere normativo, al fine di risolvere l’incongruità o, quantomeno, l’incertezza normativa che discende dall’interpretazione adottata dall’INPS in materia di responsabilità solidale contributiva (secondo cui il debito correlato ad un accertato vincolo di solidarietà continua a permanere sotto il profilo civilistico pur in presenza di un Documento che abbia attestato la regolarità del debitore chiamato in solido), anche in caso dell’attestazione del DURC.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-il comma 2 dell’art. 29 del D.Lgs 276/2003 stabilisce che, in caso di appalto di opere o di servizi, il committente è obbligato in solido con l’appaltatore e con gli eventuali subappaltatori, entro il limite di due anni dalla conclusione dell’appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto. Tale vincolo solidale opera esclusivamente in relazione all’omissione dei versamenti relativi al periodo di esecuzione dell’appalto e limitatamente all’importo dello stesso;
-il Documento unico di regolarità contributiva (DURC) attesta la regolarità contributiva di una impresa nei confronti di INPS, dell’INAIL e, nel caso di aziende che applicano il contratto collettivo dell’edilizia, nei confronti della Cassa edile;
-l’articolo 4 del DL 34/2014 ed il successivo decreto di attuazione (DM 30 gennaio 2015), ne hanno modificato la disciplina prevedendo che:
la verifica di regolarità contributiva avvenga con modalità esclusivamente telematiche ed in tempo reale, indicando esclusivamente il codice fiscale del soggetto da verificare; la verifica riguardi i pagamenti scaduti sino all’ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui la verifica è effettuata; la risultanza dell’interrogazione ha validità di centoventi giorni dalla data di acquisizione; -il DURC certifica la regolarità dei versamenti previdenziali come risultanti dal riscontro tra le denunce presentate dalle aziende e i versamenti dalle medesime eseguiti. Di conseguenza, se il datore di lavoro occupa irregolarmente dei lavoratori, tale circostanza non può risultare dal DURC ma potrà essere accertata solo all’esito di una specifica verifica ispettiva;
–il DURC attesta una situazione di regolarità contributiva che, in ragione della tempistica dei flussi delle denunce e dei pagamenti, si riferisce ai due mesi antecedenti la prima richiesta;
-le risultanze del DURC, dunque, vanno valutate tenendo in considerazione i suddetti elementi. In particolare, se le imprese effettuano denunce contributive non veritiere (ad esempio, omettono di regolarizzare un dipendente o lo regolarizzano in modo difforme da quanto dovuto), ciò non incide sul rilascio del DURC. Per ovviare a tale inconveniente o, comunque, limitarlo, sarebbe necessario che il rilascio di ogni DURC fosse preceduto da un’apposita verifica ispettiva; il che, considerato il numero di DURC chiesti e rilasciati, appare difficilmente praticabile. Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli
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Interrogazione a risposta in commissione
F. Ribaudo, PD
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Contratti di sviluppo
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Assumere iniziative al fine di:
– dare attuazione ai decreti ministeriali recanti gli indirizzi operativi per la gestione dei contratti di sviluppo introdotti dal DL 112/2008 convertito dalla L. 133/2008 e sbloccare le procedure e i relativi bandi di agevolazione finanziaria;
– rendere disponibili ulteriori risorse da assegnare al soggetto gestore (INVITALIA), stante l’elevato numero di istanze di investimento, ora che il Mezzogiorno sembra essere ritornato attrattivo grazie anche ai contributi e agli incentivi previsti dai contratti di sviluppo.
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Evidenziati i dati forniti da Invitalia:
-la normativa relativa al Contratto di Sviluppo è stata recentemente innovata ed armonizzata alla normativa comunitaria prevista per il periodo 2014-2020. le agevolazioni finanziarie previste dal Contratto di sviluppo sono state aggiornate con due successivi decreti ministeriali adottati nel 2014 e nel 2015;
-i termini per la presentazione delle domande, a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa, sono stati fissati al 10 giugno 2015.
Al 31 marzo 2016 risultano presentate 157 domande, di cui 26 nelle Regioni del Centro-Nord e 131 relative ad iniziative localizzate nel Mezzogiorno d’Italia; -i programmi di sviluppo presentati prevedono investimenti per circa 5,6 miliardi di euro, corrispondenti a richieste di agevolazioni di oltre 3 miliardi di euro. In termini di impatto occupazionale, il totale degli addetti coinvolti dai suddetti programmi è di oltre 48.000 unità, di cui circa 16.000 sono nuovi addetti.
L’opportunità di incentivare tali programmi si è avuta anche grazie alla dotazione di 250 milioni a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, a cui si sono successivamente aggiunti 300 milioni del Programma operativo nazionale Imprese e Competitività 2014-2020; -sono già stati approvati 15 programmi di sviluppo per un impegno complessivo di circa 318 milioni di euro. Le istruttorie attualmente in corso sono 14 per un impegno complessivo di circa 250 milioni di euro;
-i tempi del processo valutativo sono fissati da apposito decreto ministeriale che prevede la conclusione dell’iter istruttorio entro 120 giorni. Tale previsione è stata recepita nella Convenzione, recentemente rinnovata, tra Ministero dello sviluppo economico ed Invitalia. Tale convenzione individua l’applicazione di penali, in caso di mancato rispetto dei tempi previsti dalla normativa. Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico, Ivan Scalfarotto
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Interrogazione a risposta in Commissione
S. Segoni, Misto
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Concessioni autostradali
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Considerato che:
-le vigenti concessioni, tutte rinnovate senza passaggio per una gara pubblica, si caratterizzano per durate residue estremamente lunghe: Autostrade per l’Italia, vanta una concessione fino al 2038, la Sitaf s.p.a., Società Italiana Traforo Monte Bianco vanta invece concessioni fino al 2050; la Sat s.p.a., ha una concessione prorogata fino al 2046;
-tutte le autorità indipendenti hanno espresso grosse perplessità in merito all’art. 5 del DL 133/2014 (L.164/2014) che di fatto concede agli attuali concessionari di poter ottenere lunghe proroghe delle concessioni senza alcuna gara pubblica, in cambio solo di investimenti sulle tratte. Tale decreto-legge è stato approvato dopo che l’Unione europea aveva adottato la dir.23 del 2014, secondo la quale «(…) per le concessioni di durata superiore a cinque anni la durata dovrebbe essere limitata al periodo in cui si può ragionevolmente prevedere che il concessionario recuperi gli investimenti effettuati per eseguire i lavori e i servizi e ottenga un ritorno sul capitale investito in condizioni operative normali (…)», viene chiesto di:
assumere iniziative per aprire il mercato alla libera concorrenza per la gestione delle autostrade (garantendo un servizio più efficiente e funzionale con costi minori), bandendo gare pubbliche, invece di continuare a prorogare tali concessioni ai medesimi concessionari.
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Evidenziato, tra l’altro, che:
-ad oggi sono state indette le gare relative all’affidamento delle tratte autostradali A21 Cremona-Piacenza-Brescia-Fiorenzuola d’Arda e A3 Napoli-Pompei-Salerno, oltre a quella già affidata della Campogalliano Sassuolo;
–non sono state concesse proroghe e/o allungamenti delle concessioni autostradali in essere né sono stati perfezionati revisioni dei rapporti concessori ai sensi dell’art. 5 del DL 133/2014, ad eccezione di Brescia-Bergamo-Milano, la cui revisione del Piano Economico Finanziario (PEF) è intervenuta ai sensi della precedente normativa (L.109/94, articolo 19, comma 2-bis) e prevista in sede di gara. Di contro, si è conclusa con esito negativo dei procedimenti attivati dalla Concessionaria ATIVA i quali contemplavano una estensione della concessione fino al 2030;
-il 19 aprile scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DLgs 18 aprile 2016, n. 50, recante il nuovo Codice dei contratti pubblici; che recepisce le direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE in materia di appalti e concessioni e la sua entrata in vigore è prevista dall’articolo 220 il giorno stesso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In particolare, l’articolo 178 – recante norme in materia di concessioni autostradali – al comma 1 stabilisce il divieto di proroga delle concessioni stesse.
Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Simona Vicari |
CAMERA DEI DEPUTATI
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
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Interpellanza urgente
T. Ciprini, M5S
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Controlli sulle cooperative
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Adottare iniziative al fine di rafforzare i controlli in ordine al rispetto del requisito della mutualità delle cooperative, tutelare i lavoratori del settore e attuare una reale politica nazionale di contrasto agli abusi derivanti dall’uso distorto della pratica delle «esternalizzazioni» aziendali, nonché al fine di elidere rapporti tra il mondo economico-cooperativo e il mondo politico, in modo tale da evitare conflitti di interesse tra incarico politico istituzionale e la carica di amministratore e/o dirigente di società cooperativa o consorzio di cooperative, affinché l’assegnazione di servizi, somministrazioni o appalti con le pubbliche amministrazioni risponda a requisiti di trasparenza e piena tutela dell’interesse pubblico.
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Interrogazione a risposta scritta
S. Savino, FI
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Fondo inquilini morosi incolpevoli
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Chiarire se:
– le misure definite dal DL 102/2013 convertito dalla L. 124/2013, istitutivo del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, si siano dimostrate efficaci per il sostegno delle locazioni;
– dal monitoraggio effettuato dalle regioni sia possibile conoscere l’impiego effettivo del fondo per le annualità 2014 e 2015 e le previsioni per il corrente anno;
– le somme assegnate alla singole amministrazioni locali e non utilizzate debbano essere restituite. |
Interrogazione a risposta scritta
O. Pastorelli, Misto
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Sistema idroviario padano—veneto
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Assumere iniziative al fine di verificare la disponibilità residua degli stanziamenti complessivi previsti per la realizzazione del sistema idroviario in oggetto e chiarire quale sia la disponibilità suddivisa per Regione.
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Interrogazione a risposta scritta
C. Mannino, M5S
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Adeguamento antisismico degli edifici
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-Indicare il numero e l’entità finanziaria complessiva degli interventi di adeguamento antisismico che abbiano beneficiato, per ciascuno degli anni di applicazione, delle agevolazioni fiscali, con distinta indicazione delle agevolazioni relative ad interventi su edifici destinati ad abitazione e di quelle relative a costruzioni adibite ad attività produttive, nonché delle agevolazioni relative ad immobili ricadenti in zona sismica 1 e in zona sismica 2, di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 ed alla successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3519 del 28 aprile 2006;
– chiarire quali risultati siano stati ottenuti dal 4 agosto 2013 — data di entrata in vigore della L. 90/2013 recante interventi di adeguamento antisismico — in termini di detrazione del 65 per cento riconosciuta al contribuente che ha proceduto alla realizzazione degli interventi;
-assumere iniziative per procedere ad una revisione dei vigenti strumenti normativi e fiscali per la realizzazione degli interventi di adeguamento antisismico delle costruzioni.
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Interrogazione a risposta in commissione
A. Ascani, PD
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Prevenzione incendi nell’edilizia scolastica
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Considerato che:
-l’art. 10-bis, comma 1, del DL settembre 104/2013, convertito dalla L 128/2013 ha disposto l’attuazione delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di prevenzione degli incendi per l’edilizia scolastica con decreto del Ministro dell’Interno, da emanarsi ai sensi dell’articolo 15 del Dlgs 139/2006, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione;
-tali disposizioni siano stati prorogate dall’art. 4, comma 2, del Dl 210/2015, convertito dalla L 24 21/2016;
-ad oggi non risulta ancora emanato il decreto ministeriale col quale definire e articolare le prescrizioni in materia di prevenzione degli incendi per l’edilizia scolastica;
si chiede di sapere quali siano le iniziative che si intendano adottare al riguardo.
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Interrogazione a risposta in commissione
D. Duranti. SI-SEL
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Risorse per viabilità ed edilizia scolastica
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Considerato che:
-il comma 754 della L 208/2015 (Stabilità 2016) assegna risorse alle Province e alle Città metropolitane delle Regioni a statuto ordinario per il finanziamento delle spese connesse alle funzioni relative alla viabilità e all’edilizia scolastica;
-il riparto del predetto contributo è demandato ad un decreto interministeriale da adottarsi entro il 28 febbraio 2016;
-il suddetto decreto non è stato ancora emanato; si chiede di sapere se non si intenda dare tempestivamente seguito a quanto previsto dal comma 754 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016.
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Interrogazione a risposta in commissione
S. Quaranta, SI-SEL
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Risorse per viabilità ed edilizia scolastica
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Dare tempestivamente seguito a quanto previsto dall’art. 1, c. 754, della L. 208/2015 (Legge di stabilità 2016) che stabilisce che con decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, da adottare entro il 28 febbraio 2016, è stabilito il riparto del contributo (495 milioni di euro nel 2016, 470 milioni per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020 e 400 milioni annui a decorrere dall’anno 2021) alle province e alle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, finalizzato al finanziamento delle spese connesse alle funzioni relative alla viabilità e all’edilizia scolastica.
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Interrogazione a risposta in commissione
P. Grimoldi, LN
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Concessione in house autostrada A22
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Se quanto riportato dai giornali sul protocollo di intesa con il Governo per l’assegnazione in house dell’autostrada A22 risponda a verità, e quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle scelte circa la realizzazione del completamento dell’autostrada della Valdastico Nord sino all’innesto sull’A22.
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Interrogazione a risposta in commissione
A. Spessotto, M5S
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Acquisizione di ANAS in Ferrovie dello Stato
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–Confermare o meno l’ipotesi di prossima acquisizione da parte del gruppo Ferrovie dello Stato italiane di Anas spa e – in caso di risposta affermativa –fornire ulteriori dettagli in merito alle conseguenti future modalità di finanziamento delle strade statali
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SENATO DELLA REPUBBLICA
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ATTO e PRIMA FIRMA
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OGGETTO
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IMPEGNI/RICHIESTE AL GOVERNO
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Interrogazione a risposta scritta
G. Barozzino, Misto
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Sicurezza in edilizia
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Con riferimento al gravissimo incidente dello scorso 15 aprile nelle cave di Carrara, viene evidenziato che:
-nel comparto del marmo, dal 2010 ad oggi, hanno perso la vita 29 lavoratori, 4 solo nel 2016 e che negli ultimi 7 mesi a Carrara si sono registrati 5 infortuni mortali;
–nel settore edile, in questi anni, si sono persi 800.000 posti di lavoro, il numero di infortuni mortali ad oggi è lo stesso del 2010 ed è invece aumentata la frequenza degli incidenti, considerato che gli infortuni meno gravi spesso si evita di denunciarli, su richiesta degli stessi datori di lavoro;
-secondo i sindacati di categoria, il settore delle costruzioni paga un pesante tributo di sangue a causa delle inadempienze e delle superficialità, con le quali viene organizzato il lavoro nelle aziende, a cominciare da quelle del marmo che, nonostante i positivi risultati economici del settore, non investono a sufficienza sulla sicurezza;
-sarebbe pertanto necessario, propongono i sindacati, introdurre procedure, che possano selezionare solo quelle aziende con comprovate capacità economiche, professionali e in grado di garantire la massima sicurezza nei posti di lavoro, rafforzare i controlli ed elevare le sanzioni per chi non rispetta le regole, prevedendo la revoca, da parte delle istituzioni locali, delle concessioni alle aziende che non le rispettano, nonché prevedere l’introduzione di sanzioni più certe ed efficaci;
si chiede di sapere:
-se non si ritenga di dovere avviare un’indagine ministeriale per verificare la dinamica dei fatti, accertare le eventuali responsabilità, verificare se tutte le misure di sicurezza siano state attivate nelle cave interessate;
-quali provvedimenti, anche normativi, si intendano prospettare per mettere in sicurezza la vita dei lavoratori delle cave;
se non si ritenga che difendere la salute dei lavoratori dovrebbe significare riaprire un confronto con l’impresa, sui modelli organizzativi della produzione.
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Interrogazione a risposta orale
R. E. Blundo, M5S
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Alternanza scuola-lavoro
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-Chiarire tempestivamente se l’iscrizione al registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro istituito presso le Camere di commercio è requisito fondamentale per le imprese e gli enti pubblici coi quali le scuole vogliono dare avvio ai percorsi di alternanza;
–fornire dati statistici aggiornati, suddivisi per Regione, sullo stato di attuazione dell’alternanza scuola-lavoro su tutto il territorio nazionale, così come previsto dalla L., n. 107/2015.
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Interrogazione a risposta scritta
E. Numerato, FARE
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Opzione donna
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–Rendere strutturale il regime di accesso pensionistico “opzione donna” quale canale di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, includendo anche il meccanismo della gestione separata per le lavoratrici autonome che intendano accedere a tale regime.
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